Bancomat clonato, attenzione alla truffa dello skimmer: cos’è

Un recente caso di 'skimming' a Roma ha fatto riaccendere i riflettori sulla truffa allo sportello Atm che sta tornando a diffondersi nella Capitale

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Esiste un sistema in grado di copiare il pin e clonare la carta del correntista al momento del prelievo al bancomat, senza che il malcapitato di turno riesca sul momento ad accorgersene: si tratta dello ‘skimmer’, un dispositivo che negli ultimi tempi è tornato a fare diverse vittime soprattutto a Roma. Uno degli ultimi casi di questa truffa è avvenuto nel quartiere capitolino di Monteverde, ai danni di un 40enne che, inoltre, si è visto rifiutare il rimborso da parte della banca.

Il caso

L’episodio risale allo scorso 13 maggio. Il correntista si era insospettito dopo che lo sportello Atm nel quale aveva provato a prelevare gli aveva respinto la carta senza fare alcuna operazione. A quel punto ha subito contattato la propria banca per segnalare il comportamento anomalo, ricevendo però rassicurazioni sul corretto funzionamento del bancomat.

A distanza di qualche giorno il 40enne ha scoperto un ammanco di mille euro dal proprio corrente, prelevati da un altro sportello. Dopo aver richiamato nuovamente il proprio istituto, contestando di non aver effettuato alcuna operazione da quel bancomat, il correntista ha ricevuto l’accredito della somma sottratta, ma dieci giorni dopo la nuova beffa: la banca ha fatto dietrofront riprendendosi i soldi e comunicando al cliente come non ci fosse alcuna operazione sospetta.

Il 40enne ha dunque denunciato il tutto alla polizia postale, scoprendo di non essere l’unico ad essere caduto nella truffa dello ‘skimming’ (qui abbiamo parlato di una delle ultime truffe informatiche).

Lo skimmer

La frode si è diffusa molto negli anni per la difficoltà da parte del correntista di individuare gli ‘skimmer’, diventati nel tempo sempre più piccoli, installati nei bocchettoni degli sportelli Atm o anche sui Pos degli esercizi commerciali allo scopo di clonare le carte.

Generalmente insieme al dispositivo viene installata anche una telecamera nascosta nella parte alta dell’Atm così da copiare il codice Pin inserito al momento del prelievo.

La clonazione delle carte di credito è un reato previsto dal Codice Penale all’articolo 493-ter, che recita: “Chiunque al fine di trarne profitto per sé o per altri, indebitamente utilizza, non essendone titolare, carte di credito o di pagamento, ovvero qualsiasi altro documento analogo che abiliti al prelievo di denaro contante o all’acquisto di beni o alla prestazione di servizi, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da 310 euro a 1.550 euro. Alla stessa pena soggiace chi, al fine di trarne profitto per sé o per altri, falsifica o altera carte di credito o di pagamento o qualsiasi altro documento analogo che abiliti al prelievo di denaro contante o all’acquisto di beni o alla prestazione di servizi, ovvero possiede, cede o acquisisce tali carte o documenti di provenienza illecita o comunque falsificati o alterati, nonché ordini di pagamento prodotti con essi […]”.

Come abbiamo spiegato in questo approfondimento sulla clonazione della carta di credito, nel caso ci si renda conto di essere vittime di ‘skimming’, è buona norma effettuare il prima possibile il blocco della carta di credito, presentare la denuncia della clonazione alle forze dell’ordine e nello stesso momento eseguire la contestazione dell’addebito per ottenere la somma sottratta.

La denuncia dovrà poi essere inoltrata alla propria banca per poter ricevere indietro l’importo che, soprattutto se si dimostra che il denaro è stato sottratto per cause indipendenti dalla volontà del cliente, viene corrisposto nella maggior parte dei casi.

Infine va inviato l’estratto conto ai Servizi Interbancari entro sessanta giorni dalla data di emissione, allegando la fotocopia fronte e retro della carta clonata tagliata in due, la contestazione scritta e la copia della denuncia effettuata alle forze dell’ordine. Eseguendo questi passaggi si potrà ricevere il rimborso della somma sottratta in circa quindici giorni.