In Austria tornano le mascherine, in Italia sono necessarie? Il parere degli esperti

Il Governo austriaco è tornato a raccomandare l'uso delle mascherine contro il Covid in presenza di anziani e pazienti: qual è la situazione in Italia

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Per più di due anni è stata un’abitudine consolidata, poi abbandonata con la fine dell’emergenza pandemica. Ma adesso che i numeri del Covid-19 sono tornati a salire, è necessario tornare alla mascherina? In Austria il Governo ha raccomandato di indossare nuovamente le protezioni al viso in seguito della nuova ondata di contagi e per diversi esperti italiani lo stesso consiglio andrebbe promosso anche nel nostro Paese.

Le mascherine in Austria

Nell’ultima settimana in Austria i casi di Covid-19 sono saliti del 39 per cento e su una popolazione di nove milioni di abitanti sono ci sono stati 30mila nuovi contagi. Un quadro che ha portato all’innalzamento dell’allerta.

“Siamo nel mezzo di un’ondata di coronavirus, il monitoraggio nazionale delle acque reflue lo dimostra molto chiaramente”, ha dichiarato il ministro della Salute austriaco, Johannes Rauch, esortando all’uso delle mascherine nei luoghi dove sono presenti molte persone anziane o malate, come ospedali, ambulatori e case di cura. Il governo di Vienna ha esteso la raccomandazione anche sui mezzi pubblici affollati, ma al momento non è stato disposto nessun obbligo.

Il parere degli esperti

Anche se Omicron, la variante del Sars-CoV-2 attualmente prevalente, abbia una virulenza minore rispetto alle altre, anche in Italia si sta assistendo a un aumento dei contagi. E per virologi e infettivologi la mascherina male non farebbe (qui abbiamo spiegato il legame tra Covid-19 e inquinamento).

“Siamo in un momento di grande circolazione di agenti infettivi respiratori, dall’influenza al Covid, e nei luoghi a maggior rischio la mascherina ha dimostrato di essere un efficace sistema di protezione per i fragili, ma non solo” ha dichiarato il professor Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), interpellato da Adnkronos.

“Ecco quindi, anche seguendo l’esempio dell’Austria, direi che è fortemente consigliato l’uso della Ffp2 soprattutto in ospedale e nelle Rsa, dove sarei anche per l’obbligo di indossarla“, ha aggiunto.

Per il docente di Malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma, “la mascherina non è un grosso sacrificio per gli italiani. Non stiamo parlando di reintrodurre il Green pass o l’isolamento dei positivi, ma di usare il buon senso civico. Dove c’è affollamento proteggiamoci tutti – è l’appello – perché così salvaguardiamo noi stessi, ma anche gli anziani e i fragili”.

“Raccomandare non vuol dire obbligare” ha sottolineato, il direttore della Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti. “Noi in Italia siamo stati obbligati a seguire troppe misure: mascherine, lockdown, Green pass. Mi sembra ragionevole oggi, in un momento in cui in Austria sta circolando il Covid, raccomandare l’uso della mascherina sui mezzi pubblici – ha detto l’infettivologo – Negli ospedali in Italia la mascherina è ancora obbligatoria se si è a contatto con i fragili. Raccomandare la mascherina in alcuni contesti di particolare affollamento può essere ragionevole, ma dire che da domani tutti devono usarla non deve più accadere” (qui abbiamo parlato dei luoghi nei quali le mascherine potrebbero diventare obbligatorie).

Dello stesso parere anche il responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, Massimo Ciccozzi: “Risulterà impopolare, ma oggi la mascherina risulta essenziale e la raccomanderei sui mezzi di trasporto, tutti nessuno escluso, e poi negli ospedali e nelle Rsa – ha affermato – Consiglio di usare la Ffp2 quando andiamo a trovare i nostri cari anziani, anche se vaccinati. Preciso però che deve essere solo e unicamente una raccomandazione, nessun obbligo”.

“Se l’uso della mascherina resta infatti una disposizione in alcuni contesti ospedalieri, o nelle Rsa, per il resto si potrebbe promuovere una maggiore sensibilità” sostiene il direttore sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi, Fabrizio Pregliasco, “perché noi ci siamo dimenticati del Covid, ma il Covid non si è dimenticato di noi”.

A favore dei dispositivi di protezione individuale anche la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo: “La mascherina è un mezzo di contenimento per qualsiasi infezione respiratoria. Consigliarla può essere utile, ma attenti a non correlare un’eventuale raccomandazione alla paura di Covid – ammonisce – . E che non sia la motivazione per far ricadere la gente nel panico. Sars-CoV-2 circola come tutti gli altri virus respiratori invernali. La pandemia è finita, le epidemie stagionali ci saranno sempre”.