In Italia ci sono tantissimi atenei pubblici che fanno capo a università anche piuttosto prestigiose e note nel mondo. Così come nelle università private, anche se in minor numero, tra quelle pubbliche ci sono tantissime opportunità di tirocinio o stage. Per questo può tornarti utile sapere come funziona l’università pubblica.
Tra i motivi per cui scegliere un’università pubblica rientra il prestigio di frequentare un istituto che spesso ha una storia lunga, costellata di nomi importanti e personaggi storici (fatta eccezione per gli atenei di nuova costruzione, seppure spesso facciano capo a università storiche).
La principale differenza con le università private riguarda il costo della retta però bisogna considerare che, nel caso in cui non vengano trasmesse le informazioni in merito all’ISEE, l’iscritto deve pagare il massimo delle tasse. Inoltre, bisogna tenersi aggiornati in merito ad eventuali bonus a livello nazionale o di singolo ateneo per abbassare il costo della retta.
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Università statale o privata: le differenze
Quando i ragazzi finiscono le scuole superiori e hanno individuato un indirizzo di laurea, la domanda successiva è: università statale o privata? Non è la stessa cosa, in molte città sono disponibili entrambe le tipologie di istituzioni e ci sono delle sostanziali differenze.
Innanzitutto, una delle differenze più importanti tra università privata e università statale (o pubblica) è il costo di iscrizione quindi la retta dei corsi. Le università pubbliche mediamente costano meno rispetto alle università private. Cambia anche la modalità di calcolo della retta: infatti, il costo dell’ateneo pubblico solitamente varia in base al proprio reddito familiare (per cui si prende a riferimento l’ISEE) mentre nelle private ci sono delle rette standard relative alla frequentazioni di uno specifico corso.
Qual è il vantaggio di frequentare un’università privata che costa anche di più? Sicuramente il fatto che abbia meno iscritti permette ai docenti di instaurare un rapporto più diretto con gli studenti, seguendoli da vicino durante la preparazione degli esami. Inoltre, le università private vantano collaborazioni importanti con aziende del territorio nazionale anche di particolare prestigio che spesso finanziano l’Università stessa e quando hanno bisogno di nuovo personale si rivolgono direttamente all’istituto che sovvenzionano.
Quindi, le università pubbliche contano molti più iscritti rispetto alle private, spesso ci sono corsi di laurea sovraffollati, ma molto dipende dal corso di studi, della città, dalla percentuale di persone che lasciano dopo un po’ di tempo o che decidono di non frequentare i corsi, etc.
Le università statali italiane più prestigiose
Per quanto riguarda le materie in cui gli atenei italiani eccellono, secondo la classifica QS World University Rankings, l’Università di Roma La Sapienza è il migliore ateneo al mondo per “Studi Classici & Storia Antica” grazie al sorpasso sull’Università di Oxford, scesa al secondo posto. Nelle materie scientifiche invece secondo la classifica stilata dal Censis in collaborazione con La Repubblica, l’università migliore è quella di Trieste.
In generale, però, secondo l’ultima classifica Censis 2023/2024, i mega atenei pubblici ritenuti migliori sono: l’Università di Bologna, seguita dall’Università di Padova e dalla Sapienza di Roma. Resta in quarta posizione l’Università di Pisa, seguita dall’Università Statale di Milano. Tra i grandi atenei statali, invece, al pari dello scorso anno, troviamo l’Università di Pavia, di Perugia, seguita dall’Università della Calabria e da quella di Venezia Cà Foscari.
Certo è che sono diversi gli studi nazionali e internazionali che svolgono indagini per capire quali atenei siano migliori di altri. A livello mondiale, però, una delle Università che compare sempre è il Politecnico di Milano (in particolare Architettura).
Quanto costa l’università statale
Il costo dell’università pubblica dipende dall’ISEE della famiglia in cui risiede lo studente e dall’ateneo scelto. Ogni ateneo infatti ha un proprio regolamento per tasse e contributi, che gli studenti devono versare per frequentare i propri corsi di laurea e nel caso delle università pubbliche si può addirittura azzerare i contributi per gli studenti più meritevoli, oppure per gli studenti che appartengono a nuclei familiari con un reddito al di sotto di una certa soglia.
Tra l’altro, ogni Regione ha un proprio ente per il diritto allo studio che permette di ottenere borse di studio, alloggio, servizio prestito di libri, servizio mensa, servizio sportivo e tanto altro ancora per risparmiare sul costo complessivo dello studio universitario.
Infine, dall’indagine 2021 dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori risulta che le Università del Nord Italia impongono tasse più alte, con importi medi che superano, per la prima fascia, del +12,45% la media nazionale e del +13,60% le rette del Sud.
L’ateneo più caro pare essere Parma: per frequentarla gli studenti devono versare contributi di 739,68 euro per le facoltà umanistiche e di 855,50 euro per le facoltà scientifiche. A seguire Milano che prevede rette di 713,00 euro per le facoltà umanistiche e di 790,00 per quelle scientifiche (sempre per fasce di reddito basse). Considerando gli importi massimi applicati, nel Rapporto 2021 l’Università di Pavia si conferma l’ateneo più caro, con una tassazione massima media di 3.902,00 euro annui. Seguono nell’ordine l’Università di Milano (3.206,00 euro per le facoltà umanistiche e 4.060,00 euro per quelle scientifiche) e La Sapienza di Roma (2.977,00 euro e 3.080,00 euro rispettivamente per le facoltà umanistiche e scientifiche).