Il numero di truffe che mettono a repentaglio i nostri conti correnti è in costante aumento. Ciò costringe tutti a restare aggiornati sui metodi messi in atto da criminali digitali. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia e l’età non può rappresentare più una giustificazione. Se smartphone e computer confondono e generano ansia, sarebbe allora il caso di delegare ad altri ogni risposta a messaggi e chiamate sospette. Un passaggio che può fare la differenza tra un conto svuotato e uno graziato.
In questa fase lo spoofing è in grande spolvero, purtroppo, con i truffatori impegnati nel falsificare i numeri di telefono di enti che dovremmo considerare sicuri. Ecco cosa sta accadendo e come difendersi.
Telefonate truffa dei Carabinieri
Esistono numeri di telefono dei quali poterci fidare al 100%? Certo, quelli della propria rubrica che fanno riferimento a persone che conosciamo realmente. Non possiamo infatti dare per scontato che altri soggetti, come enti decisamente degni di fiducia, ci stiano effettivamente contattando e non sia un tentativo di truffa.
Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che gli sms provenienti da Poste Italiane, ad esempio, contenenti dei link non sono affidabili. Lo stesso dicasi per l’Inps, ad esempio. Lo stesso dicasi per le e-mail, con riferimento a quelle che riescono ad aggirare il filtro spam, sempre più utile ormai.
Occhio però anche alle telefonate, con i malintenzionati che tendono sempre più spesso a mascherare i propri numeri di telefono. Così come avviene con altre forme di comunicazione, tutto appare perfettamente plausibile. Il risultato però è devastante.
Il caso di un 60enne di Genova dovrebbe far raggelare il sangue a tanti, mettendoci tutti sull’attenti. Di recente ha perduto ben 39.000 euro a causa di una telefonata. L’operazione è stata duplice e ben studiata da parte di un 40enne pugliese. L’uomo si è finto un maresciallo dei Carabinieri e, in seguito, un operatore della sezione anti frode incaricato dalla sua banca.
Il tutto reso convincente dalla tecnica dello spoofing, che in questo caso ha ben mascherato il reale numero di telefono. La vittima ha effettuato le ricerche e i controlli del caso ma, di fatto, i numeri corrispondevano a quelli di una caserma dei Carabinieri e alla sua banca (almeno in apparenza).
Come difendersi
In questo mondo digitale non è dunque possibile fidarsi di nessuno? La risposta cinica è quella negativa. La realtà dei fatti è questa e agli utenti è richiesta un’azione soltanto: controllare personalmente. Ciò vuol dire che la verifica del numero non basta, nel caso specifico.
Occorre effettuare una chiamata di controllo in autonomia, controverificando le informazioni ricevute precedentemente. Si scoprirà così che il proprio parente non ha affatto richiesto denaro urgentemente, quel pacco in attesa per Natale non è bloccato alla dogana, l’Inps non ha bisogno che si acceda da quel dato link per una verifica di dati e/o documenti, e così via.
In questa truffa specifica l’uomo ha effettuato un bonifico sostanzioso, avvertito da un “maresciallo” di un tentativo di frode a suo carico. Poco dopo un finto operatore bancario gli ha intimato di effettuare un trasferimento fondi con urgenza.
Il futuro renderà tutto ciò ancora più complesso e la vita dei truffatori sempre più semplice. Basti pensare alla possibilità campionare la voce delle persone, adattandola con l’intelligenza artificiale per mascherare intere conversazioni in tempo reale. In casi del genere sarà difficile avere la lucidità di staccare e richiamare la persona nota, verificando. Sospettare, però, è l’unica arma di difesa a nostra disposizione.