Il nuovo anno scolastico è appena iniziato e, con esso, anche l’accredito del bonus docenti. I 500 euro destinati alla formazione professionale e all’autoaggiornamento di professori, professoresse e insegnanti sono stati accreditati sulle card e, come i ben informati sapranno, saranno spendibili fin da subito.
Carta docente, cosa acquistare
Il bonus docenti è stato già erogato il 13 settembre e, tra le polemiche e i dubbi spesso sollevati sull’uso delle risorse statali, è stato riconfermato per una platea abbastanza ampia di professionisti. Per evitare un uso distorto e fraudolento, spesso denunciato dagli organi di controllo, il Miur tempo fa aveva stilato una lista chiara di prodotti, oggetti e servizi che si possono acquistare tramite la carta docente, e questo elenco resta ancora valido oggi.
Con la carta docente, nello specifico, è possibile acquistare:
- libri e riviste, tra cui rientrano non solo i testi in formato cartaceo ma anche quelli in formato digitale;
- hardware e software utili per il perfezionamento professionale e/o l’autoaggiornamento;
- corsi di perfezionamento o di aggiornamento destinati all’acquisizione di nuove competenze o al miglioramento di quelle già in possesso;
- iscrizioni a corsi di laurea (triennale, magistrale, specialistica etc.), ma anche a corsi post laurea, master etc.;
- biglietti di ingresso per mostre, cinema, teatro e manifestazioni culturali in generale.
I soldi riconosciuti dal bonus docenti, anche per l’anno 2019-2020, possono comunque essere investiti in qualsiasi tipo di iniziativa che rientra nella categoria delle attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione.
Anche quest’anno, con appositi controlli, si punterà ad evitare che le risorse destinate alla formazione e all’aggiornamento dei docenti vengano utilizzate per l’acquisto di beni e prodotti di consumo che poco abbiano a che fare con lo scopo del bonus. Per tale ragione, dunque, sono vietati gli acquisti di smartphone e dispositivi destinati più alla comunicazione che alla formazione, cartucce per stampanti, webcam, usb, viaggi (e rimborsi spese inerenti a questi, anche se sono serviti per raggiungere e partecipare ad una manifestazione culturale) e altre spese come il pagamento del canone Rai o la Pay Tv.
Soldi non spesi
Il sistema della carta del docente è pensato per evitare sprechi. Le somme erogate restano a disposizione dei soggetti, anche quando non sono state spese per intero. Per quanto ciò rappresenti di certo un caso limite, non è da escludere che accada. Un’eventualità presa in considerazione, che il governo non “punisce” rimuovendo il denaro e rimettendolo in circolo.
Il singolo avrà modo di avere accesso alla somma, che verrà di fatto riversata insieme al resto dei “nuovi soldi” con la successiva carta del docente, qualora prevista. Un accredito che non risulta però automatico. Occorre infatti che il soggetto operi un’azione per evitare di perdere l’ammontare non speso.
Attraverso l’app prevista è possibile annullare le somme. Ciò vale sia nel caso in cui non si abbia intenzione di spendere l’intera somma o una parte della stessa. Facendo ciò, si garantisce che i soldi non vengano semplicemente rimossi, bensì rimessi in circolo sul proprio circuito personale