Sciopero venerdì 13 dicembre, si fermano bus e treni. Stop anche al settore sanitario

Settori pubblico e privato pronti allo stop per un nuovo venerdì nero. Escluso il trasporto aereo che manifesterà il 15

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 6 Dicembre 2024 11:58

Il settore dei trasporti in Italia si prepara ad affrontare un dicembre complicato, con numerosi scioperi già programmati. Treni, aerei e mezzi pubblici saranno coinvolti in una serie di proteste, a cui si aggiunge un nuovo sciopero generale fissato per il 13 dicembre, successivo a quello del 29 novembre.

Giorno e date dello sciopero

La prima data da segnare in agenda è venerdì 13 dicembre 2024, quando si terrà uno sciopero generale nazionale di 24 ore che coinvolgerà tutte le categorie pubbliche e private, con l’eccezione del settore aereo che si fermerà invece il 15 dicembre.

La mobilitazione, indetta dall’Unione Sindacale di Base (Usb), una sigla minoritaria, potrebbe registrare un’adesione inferiore rispetto allo sciopero del 29 novembre organizzato da Cgil e Uil. Tuttavia, disagi, ritardi e cancellazioni non sono esclusi, interessando trasporti come treni, taxi e mezzi pubblici locali, oltre ai settori di sanità, scuola e giustizia.

Per quanto riguarda i trasporti, lo stop per i treni inizierà alle 21:00 del 12 dicembre e terminerà alle 20:59 del 13 dicembre. I taxi incroceranno le braccia dalla mezzanotte del 12 dicembre fino alle 23:59 del 13, mentre gli orari del trasporto pubblico locale varieranno a seconda delle regioni.

I motivi dello sciopero

Lo sciopero del 13 dicembre nasce come protesta contro la Manovra finanziaria 2025 e le politiche del governo Meloni accusate di favorire la deindustrializzazione e spingere verso una “turistificazione” del Paese. In un comunicato, l’Unione Sindacale di Base (Usb) chiarisce gli obiettivi della mobilitazione: “Vogliamo contrastare, sul piano economico e lavorativo, una politica che asseconda la deindustrializzazione e condanna la penisola a una crescente turistificazione“.

Il comunicato prosegue sottolineando la necessità di un’azione collettiva: “È il momento di convocare uno sciopero generale che coinvolga tutte le categorie lavorative e mobiliti anche il resto della società. Le scelte dell’attuale governo stanno avendo gravi conseguenze non solo sulle condizioni di lavoro, ma anche sulla qualità della vita, sul sistema dei servizi e, più in generale, sulle libertà democratiche, esponendo il Paese al rischio di una pericolosa spirale di guerra”.

Si fermano anche Vigili del fuoco e settore sanitario

Come previsto, i Vigili del fuoco si asterranno dal lavoro dalle 9 alle 13, mentre il settore sanitario, che già si era fermato il 29 novembre, aderirà alla protesta per l’intera giornata. L’Usb ha motivato lo sciopero con un duro attacco alla Legge di bilancio per il 2025, sottolineando come questa confermi la mancata priorità del rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale da parte del Governo Meloni.

Secondo la nota del sindacato, “le risorse destinate al Fondo Sanitario Nazionale continuano a diminuire. La percentuale del Pil destinata alla sanità resta ferma al 6,4% per il 2025, scenderà al 6,2% nel 2027 e crollerà al 5,7% nel 2029, livelli nettamente inferiori sia alla media Ocse del 6,9% che a quella europea del 6,8%”.

L’Usb invita lavoratori della sanità e cittadini a partecipare con forza alle manifestazioni previste a Roma e Milano, definendo lo sciopero generale come “un’occasione per uscire dall’inerzia e dal senso di impotenza, opponendosi al processo di smantellamento della sanità pubblica”. Il sindacato sottolinea il proprio impegno a differenza di altre sigle, dichiarandosi non complice dei tagli che hanno colpito il sistema sanitario nazionale.