Lo stop di ogni attività produttiva considerata non essenziale per il contenimento dell’epidemia da Coronavirus ha comportato, nel mese di marzo 2020, una diminuzione di ventiduemila denunce di lavoro presentate all’Inail rispetto all’anno precedente. Prendendo lo spunto da questi dati, pubblicati sul sito dell’ente, abbiamo incontrato l’avvocato Erdis Doraci, titolare di tre studi legali, di cui uno a Roma e gli altri due in Albania e in Romania, specializzato nel settore del risarcimento di “gravi” lesioni derivanti da sinistri automobilistici, e da responsabilità medica professionale, per farci illustrare le caratteristiche del cosiddetto danno differenziale e come comportarsi in caso di infortunio subito sul luogo di lavoro.
Avvocato partiamo subito dalla definizione: che cos’è il danno differenziale?
“Con il termine danno differenziale si identifica quel danno risarcibile al lavoratore, ottenuto dalla differenza tra quanto versato dall’Inail a titolo di indennizzo per infortunio sul lavoro o malattia professionale, e quanto è possibile richiedere al datore di lavoro a titolo di risarcimento in sede civilistica. Il presupposto logico di tale tipo di danno nasce dalla circostanza oggettiva che l’indennizzo erogato dall’Inail possa risultare inferiore a quello che, per lo stesso danno, verrebbe liquidato in forza dalle tabelle utilizzate dai Tribunali ai fini della quantificazione del danno biologico”.
Avvocato abbiamo spesso sentito parlare che l’Inail eroga una somma in capitale e una in rendita. Ci chiarisce la differenza
“L’indennizzo dei danni subiti dal lavoratore di grado pari o superiore al 6%, ma inferiore al 16%, viene erogato in capitale. Dal 16% in poi viene erogato in rendita nella misura indicata nelle apposite tabelle del danno biologico. In particolare se i postumi sono valutabili nella misura compresa tra il 6 e il 15%, il lavoratore infortunato percepirà una somma in capitale che ovviamente varierà a seconda dell’età e del grado di inabilità che ha riportato. Se, invece, i danni superano la misura del 15% vi è una presunzione di incidenza anche sulla capacità lavorativa del soggetto per cui l’Inail riconosce una rendita mensile a favore del lavoratore il cui importo è calcolato secondo il valore riportato dalle predette tabelle. In tali casi la rendita è liquidata in base alla retribuzione del lavoratore con dei massimali previsti dalla legge. Questo significa che se il lavoratore aveva uno stipendio maggiore del massimale non se ne potrà tenere conto nel calcolare la rendita, ma ci si dovrà appunto fermare al massimale”.
Avvocato una domanda sorge spontanea. In tali casi è competente il Giudice Ordinario oppure quello del Lavoro?
“Su questo ci ha dato una mano una sentenza della cassazione del 1 luglio 2004 che ha stabilito che la competenza, in tali casi, è sempre quella del Giudice del Lavoro in quanto coinvolge la responsabilità contrattuale della persona nello svolgimento del rapporto di lavoro”.
Ma quali sono le divergenze tra l’indennizzo erogato dall’Inail ed il risarcimento del danno?
“Mentre quest’ultimo trova il proprio riconoscimento nell’articolo 32 della Costituzione (tutela del diritto alla salute) ed è tuttora finalizzato a risarcire il danno nella stessa misura in cui si è verificato, l’indennizzo Inail risponde alla funzione sociale di garantire mezzi adeguati al lavoratore oggetto di infortunio o malattia professionale”.
Che cosa deve quindi provare il lavoratore che ha subito tale tipo di danno per ottenere il risarcimento?
“Il lavoratore è tenuto ad allegare e provare il maggior danno subito. Tuttavia mentre nei confronti dell’Inail la prestazione è automatica, il lavoratore che agisce giudizialmente nei confronti del datore di lavoro deve allegare e dimostrare la responsabilità di quest’ultimo, cosa non sempre facile specialmente nelle aule di Giustizia. Questo è il presupposto chiave per agire ed ottenere un danno maggiore a quello versato dall’Inail in presenza di danni gravi.”
Quindi avvocato che consiglio si sente di dare a chi è rimasto vittima di un infortunio sul lavoro?
“In primo luogo fornire al legale tutti gli elementi utili al fine di ravvisare la responsabilità del datore di lavoro. Dinamica dell’incidente, certificati medici, eventuali testimoni. Ho sempre spiegato ai miei collaboratori che in questo lavoro non si deve tralasciare il minimo particolare. Ogni elemento alla fine può portare al successo della causa se sfruttato nel modo giusto. Nel mio studio operiamo con la massima diligenza studiando il caso nei minimi particolari recandoci personalmente sui luoghi dell’evento alla ricerca della verità”. Ancor più importante è avere nello staff e come collaborazione un’equipe di medici legali ed esperti rinomati a livello nazionale. Questo, insieme all’esperienza, spesso determina il doppio successo; sia in fase di determinazione della responsabilità, sia nella valutazione del danno nelle sue varie forme (biologico, morale, patrimoniale ecc.). Ecco perché è fondamentale affidarsi a professionisti specializzati nel settore per ottenere i risultati migliori nel minor tempo possibile.
E in che misura spetterà questo ulteriore risarcimento?
Una volta dimostrata la responsabilità del datore di lavoro nell’infortunio, bisognerà agire nei confronti di quest’ultimo per ottenere l’ulteriore risarcimento del danno differenziale. A questo punto, il danno complessivo verrà valutato con le tabelle in uso presso i Tribunali di Roma e Milano per il risarcimento del danno. Per far ciò sarà necessario avvalersi di medici legali specialisti per valorizzare al meglio ogni voce di danno ed ottenere il punteggio maggiore possibile.
Il danno va poi personalizzato con la componente morale e patrimoniale. Nella fase finale bisogna trattare e definire la posizione per ottenere il massimo risarcimento. Tralascio dei dettagli e sfumature per non creare confusione nel lettore, però, come in ogni campo del risarcimento danni, affidarsi a professionisti specializzati è fondamentale per risparmiarsi sorprese negative sia nella misura del risarcimento sia, nei casi peggiori, nella sconfitta nelle aule giudiziarie.
In collaborazione con Avv. Erdis Doraci