Non è facile avviare un’attività stabile al giorno d’oggi, ma è anche vero che le possibilità professionali si sono ampliate, grazie anche alle opportunità offerte dal digitale.
In particolare, nel settore dei servizi per la casa non è difficile crearsi una seconda entrata da zero, sia per un libero professionista con Partita IVA che per un lavoratore occasionale. Vediamo cosa dicono le normative in proposito, quali sono i limiti e i requisiti da rispettare in ciascun caso e come promuovere la propria attività.
Partita IVA: come svolgere due attività diverse
È possibile avere due partite IVA per regolarizzare una seconda attività parallela? Non proprio: la normativa non permette la coesistenza di una doppia Partita IVA, ma è possibile diversificare le attività aggiungendo un altro codice ATECO a quello già attivo. Il codice ATECO identifica un settore professionale e lo differenzia dagli altri dal punto di vista normativo e fiscale.
In questo modo, ad esempio, un idraulico potrebbe attivare un secondo codice ATECO come imbianchino, oppure un addetto alle pulizie potrebbe espandere il suo business includendo anche la manutenzione di giardini. Naturalmente, è opportuno richiedere le eventuali autorizzazioni previste per la seconda attività che si vuole aggiungere alla Partita IVA e presentare la richiesta di iscrizione al Registro Delle Imprese laddove necessario.
Per poter aggiungere un secondo codice ATECO alla propria attività principale, è necessario comunicare all’Agenzia delle Entrate il nuovo codice ATECO relativo alla nuova professione che si intende svolgere tramite il modello AA9/12, oltre al tipo di regime fiscale prescelto e alle agevolazioni di cui ci si vuole avvalere.
In alcuni casi, a seconda delle attività svolte, la contabilità separata è obbligatoria per Legge. Di conseguenza, il lavoratore dovrà tenere separatamente la contabilità per ogni attività esercitata, pur presentando annualmente un’unica dichiarazione dei redditi, contenente una sezione per ogni attività. Di fatto, non c’è un limite al numero di attività professionali che è possibile svolgere con una sola Partita IVA.
Lavoro saltuario: ecco come funziona la ritenuta d’acconto
Per chi ha già una Partita IVA aperta, regolamentare un secondo lavoro è anche piuttosto semplice, ma come fare se si è lavoratori dipendenti o lavoratori autonomi?
In questo caso è possibile svolgere un secondo lavoro in regola senza necessariamente aprire la Partita IVA, tramite lo strumento della ritenuta d’acconto. In questi casi il compenso derivante da una prestazione di tipo occasionale deve essere sottoposto a ritenuta d’acconto del 20%.
Affinché ciò sia possibile, è necessario rispettare un requisito fondamentale: il lavoro oggetto della prestazione deve essere di tipo occasionale, e senza alcun vincolo di subordinazione, che si tratti di servizi per la casa o di qualsiasi altro settore. Le normative pongono, inoltre, dei limiti ben definiti per questo tipo di attività, tra cui:
- il tetto massimo di 5.000 euro annui, che scendono a 2.500 per un singolo committente;
- la durata massima delle prestazioni occasionali che non deve superare i 30 giorni all’anno.
Tenendo conto di questi importanti vincoli, sia un lavoratore dipendente che un lavoratore autonomo potranno lavorare come professionisti della casa senza la necessità di aprire la Partita IVA.
Tuttavia, chi è già un lavoratore dipendente e magari vuole crearsi una seconda entrata con la tinteggiatura di interni, deve tener conto che i compensi ricevuti come lavoratore saltuario si andranno a sommare a quelli percepiti come dipendente. Ciò potrebbe determinare l’aumento delle tasse da pagare a causa della maggiorazione della percentuale di tassazione derivante dall’aumento del reddito.
Inoltre, per i lavoratori nel settore pubblico la situazione è più complessa, perché possono svolgere una seconda attività in parallelo soltanto se inquadrati con contratto part-time.
Cosa succede se si supera il limite di 5.000 euro annui
Per i dipendenti e i lavoratori autonomi che superano il limite dei 5.000 euro di compensi annui, diventa obbligatoria l’iscrizione alla Gestione separata INPS e il versamento dei contributi previdenziali, che in parte saranno a carico del lavoratore in parte a carico del cliente. In particolare, l’obbligo contributivo ricade per un terzo sul lavoratore e per i restanti due terzi sul committente.
Questa regola vale esclusivamente per i redditi che oltrepassano la soglia di esenzione: ad esempio, se un lavoratore dipendente ha percepito 7.000 euro, l’obbligo contributivo si applica soltanto ai restanti 2.000 euro che superano la soglia massima. Se il superamento dei 5.000 euro rischia di diventare una costante, a quel punto risulta molto più conveniente l’apertura della Partita IVA.
Liberi professionisti e lavoratori occasionali: come ampliare il business
Ad oggi, chi non include le possibilità offerte dal web nella propria strategia di promozione pubblicitaria rischia di perdere una grande fetta di utenti interessati ai suoi servizi. Creare una vetrina online che sponsorizzi la propria attività diventa vitale, sia per il libero professionista già avviato, che per il lavoratore occasionale che ha bisogno di creare una cerchia di clienti.
Non serve necessariamente aprire un sito web, ma è possibile ampliare il proprio giro di affari affidandosi a piattaforme specializzate nei servizi per la casa, che mettono in contatto domanda e offerta semplificando l’intera ricerca e il processo di richiesta dei preventivi.
Alcuni siti richiedono necessariamente l’apertura della Partita IVA, mentre su altri è possibile iscriversi anche tramite il solo Codice Fiscale, soluzione ideale per chi lavora con collaborazione occasionale.
È il caso di PagineGialle Casa, che offre la possibilità di registrarsi sia con la Partita IVA che con il Codice Fiscale, per trovare nuovi clienti nella propria zona di riferimento. Avere la possibilità di trovare potenziali clienti nelle vicinanze è cruciale per chi offre servizi per la casa e deve, necessariamente, lavorare in loco.