Auto elettriche, boom di vendite in Italia (+126%). Ma Tesla crolla e Byd la supera

Le auto ibride tornano a dominare le vendite in Europa, le elettriche continuano a crescere. Eppure per il colosso di Elon Musk gli affari vanno malissimo: giù le vendite e il titolo in Borsa

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Pubblicato: 27 Marzo 2025 07:00

Le auto ibride tornano a dominare le vendite in Europa. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Associazione dei costruttori europei (Acea), a gennaio 2025 le immatricolazioni di veicoli con motori “misti” sono aumentate del 18,4% rispetto all’anno precedente, sfiorando quota 34,9% del mercato complessivo.

Le auto elettriche nel loro complesso continuano la loro espansione: le immatricolazioni sono aumentate del 34% rispetto a gennaio 2024, portando la quota di mercato al 15%. Eppure, Tesla, regina indiscussa delle electric car (se non altro perché è stata tra le prime a cambiare così tanto le regole del gioco), è in caduta libera.

Quante auto elettriche e ibride sono state vendute a inizio 2025

Il mercato delle auto in territorio europeo a febbraio ha registrato un calo delle immatricolazioni, con un -3,1% rispetto allo stesso mese del 2024: la peggior flessione degli ultimi cinque mesi. Le ibride invece hanno tenuto, e si sono pure conquistate una fetta più grande di mercato. L’aumento è stato particolarmente significativo in Francia (+52,2%), Spagna (+23,5%), Germania (+13,7%).

In Italia (+10,6%), il mercato ha registrato un vero e proprio boom delle vendite di auto elettriche, con un aumento del 126% su base annua: la quota di immatricolazioni è passata dal 2,1% al 5%.

Crollo inarrestabile per Tesla

Le elettriche vanno meglio, ma non per il colosso di Elon Musk, che da inizio anno ha perso il 31% in Borsa. Tesla lo scorso mese ha immatricolato 16.888 auto in tutta Europa, con un calo del 40,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nei primi due mesi del 2025 il calo si è attestato al 42,6%, con una quota di mercato scesa all’1,4% rispetto al 2,3% del 2024. Se guardiamo alla Ue, le immatricolazioni Tesla sono diminuite del 49% su base annua a gennaio e febbraio, attestandosi a 19.046 veicoli e una quota di mercato dell’1,1%.

Anche nella super “green” Germania, le vendite di Tesla sono scese ai minimi dal luglio 2021, mentre in Francia il crollo è stato ancora più drastico (-63%), il dato peggiore dal 2022. Nel Regno Unito, per la prima volta, il colosso ha venduto meno auto rispetto alla rivale cinese Byd, che peraltro ha da poco superato Tesla proprio per il fatturato: questo ha mandato un chiarissimo segnale ai mercati. Secondo le stime di S&P, Byd potrebbe riuscire a raddoppiare le vendite in Europa nel 2025, passando da 83 a 186mila immatricolazioni.

Le cause della crisi di Tesla

Ma quali sono i motivi dell’incredibile tonfo di Tesla? La casa automobilistica è stata letteralmente travolta da una serie di problemi non certo blandi, tra cui il ritardo nelle consegne del nuovo Model Y, considerato il fiore all’occhiello, il cui aggiornamento ha richiesto una pausa nella produzione, compresa nello stabilimento di Berlino. Difficoltà operative, dunque, che si sommano ai problemi di reputazione che il brand sta cercando faticosamente di gestire.

Elon Musk non piace e questo sta creando parecchio caos. Il suo sostegno a Donald Trump e la vicinanza alla destra tedesca di Alternative für Deutschland (AfD) hanno creato reazioni avverse tra i consumatori europei. Manifestazioni contro Tesla hanno preso di mira negozi, stazioni di ricarica e persino le auto dei clienti, alimentando un sentiment negativo nei confronti del marchio.

C’è poi da valutare la conquista di posizioni importanti da parte di concorrenti vecchi e nuovi. Volkswagen e Renault stanno acquisendo quote di mercato e recuperando terreno, mentre la cinese Byd, come detto, sta seminando il gioiellino di Musk, e persino puntando all’Italia, a Torino in particolare, dopo aver messo gli occhi su Stellantis a Mirafiori.

La crisi di Tesla in Europa potrebbe presto intaccare una delle sue fonti di guadagno più redditizie: la vendita di crediti verdi ai costruttori automobilistici tradizionali. Da anni, i grandi gruppi europei si affidano a Tesla per compensare le proprie emissioni e rispettare le rigide normative Ue sulle emissioni di CO₂. Tesla, producendo solo veicoli elettrici a emissioni zero, accumula crediti ambientali che può rivendere alle case automobilistiche in difficoltà con i limiti imposti dalla Ue.