La mobilità sostenibile ci mette di fronte a cambiamenti radicali, perché non solo coinvolge il nostro stile di vita, ma anche l’innovazione tecnologica e le politiche per i trasporti pubblici. La mobilità sostenibile promette di migliorare la qualità della vita e di dare un contributo fondamentale nella lotta contro il cambiamento climatico, anche se qualche detrattore non pensa sia necessariamente così.
Indice
Un nuovo approccio alla mobilità
La mobilità sostenibile è una strada alternativa ai mezzi di trasporto a combustione che, all’inizio, può sembrare complessa, ma che poi offre benefici non solo all’ambiente e al nostro pianeta, ma anche alle persone che la adottano.
La riduzione delle emissioni di CO2 attraverso l’utilizzo di tecnologie per la decarbonizzazione, la promozione di soluzioni di trasporto efficienti e la trasformazione delle città in spazi più adatti alle persone grazie a un maggior numero di piste ciclabili, zone pedonali e mezzi di trasporto ecologici consente di:
- Ridurre l’inquinamento atmosferico
- Abbattere il rumore ambientale
- Migliorare la salute delle persone
- Ridurre al minimo il traffico e le congestioni stradali
Le leve per una mobilità intelligente e sostenibile sono già a nostra disposizione e possono essere individuate nell’innovazione tecnologica, nei cambiamenti nei comportamenti individuali e in una visione ecologica del settore dei trasporti.
Le opzioni per una mobilità sostenibile
Il settore dei trasporti è attualmente uno dei principali responsabili dell’inquinamento atmosferico in Europa, contribuendo al 70% delle emissioni totali del settore, come riferisce l’Agenzia europea dell’ambiente. Pertanto, intraprendere percorsi alternativi è cruciale per migliorare sia le condizioni del nostro pianeta che quelle delle persone.
Le principali forme di mobilità sostenibile includono mezzi alternativi come la bicicletta, il car sharing e le motociclette elettriche, insieme a un crescente sviluppo del trasporto pubblico ecologico in alcune città. Ad esempio il treno, la metropolitana e i tram rappresentano valide alternative ai veicoli privati. In molte città, sono disponibili servizi pubblici o privati di condivisione dei mezzi, che consentono l’accesso a tariffe orarie o mensili per:
- Biciclette
- Monopattini
- Automobili e motorini elettriche
In alcune città, le piste ciclabili stanno diventando sempre più cruciali, collegando le periferie al centro in modo sicuro e sostenibile.
Come attuare la mobilità sostenibile
La mobilità sostenibile è alla portata di tutti, e non dipende solo dalla qualità delle infrastrutture e dei trasporti pubblici, ma anche dalle scelte personali. È possibile privilegiare l’uso della bicicletta o dei mezzi pubblici, soprattutto per spostamenti brevi. Inoltre, preferire mezzi di trasporto elettrici ed ecologici, invece di quelli basati su fonti fossili, può contribuire in modo significativo a ridurre l’impatto ambientale. Per ridurre il numero di veicoli in circolazione, possiamo anche considerare il car sharing e la condivisione del viaggio con altri cittadini che dispongono di auto private.
Le rotatorie non sono solo strumenti per gestire il traffico stradale in modo più efficiente, riducendo gli incidenti e gli ingorghi. Possono anche giocare un ruolo importante nella promozione della mobilità sostenibile, contribuendo a ridurre le emissioni nocive. In particolare, le rotatorie possono ridurre le emissioni di monossido di carbonio del 15-45%, le emissioni di azoto del 21-44%, le emissioni di anidride carbonica del 23-34%, e le emissioni di idrocarburi fino al 40%. In generale, contribuiscono a una riduzione del consumo di carburante compreso tra il 23% e il 34%, come riporta uno studio condotto dall’Insurance Institute for Highway Safety.
Il cambio verso un futuro ecologico solleva preoccupazioni
Negli ultimi mesi uno dei temi che ha spaccato in due l’opinione pubblica riguarda il nuovo regolamento europeo che propone di vietare la vendita di auto a diesel e benzina entro il 2035. Questa proposta, elaborata dai vertici dell’Unione europea ha scatenando reazioni contrastanti. La proposta di trasformare completamente l’industria automobilistica italiana in una direzione ecologica non ha incontrato solo l’opposizione dei partiti di governo, ma anche delle associazioni di categoria attive nel settore, tra cui Confindustria. Queste associazioni hanno sollevato dubbi sulla preparazione del nostro Paese per una transizione così rapida. Sono in gioco centinaia di migliaia di posti di lavoro, non solo nella Motor Valley dell’Emilia-Romagna, ma anche in altre regioni italiane con stabilimenti automobilistici.
L’accelerazione verso un futuro in cui solo veicoli elettrici saranno ammessi sulle strade non metterebbe in difficoltà solo le aziende italiane, ma anche molte aziende degli altri Paesi europei. Questa situazione è evidente in Germania, Polonia e Bulgaria, dove i ministri dell’Ambiente hanno richiesto e ottenuto il rinvio della votazione sul nuovo regolamento a causa delle loro preoccupazioni.
I veicoli elettrici emettono meno CO2 di quelli tradizionali
D’altra parte, chi sostiene questo cambiamento ha validi motivi per farlo. L’obiettivo di avere un parco auto europeo senza veicoli a diesel e benzina è una necessità per affrontare il surriscaldamento globale. Secondo Marco Mazzocco, autore del libro “Mobilità elettrica: falsi miti e consigli pratici”, i veicoli elettrici emettono in media tre volte meno CO2 rispetto ai veicoli tradizionali ancora in circolazione. Inoltre, una parte significativa dell’energia utilizzata per alimentare questi veicoli proviene da fonti rinnovabili come pannelli solari e pale eoliche.
Il dibattito sul futuro delle auto elettriche e sulla transizione verso un’industria automobilistica più ecologica continuerà a tenere banco nei prossimi anni, poiché l’Europa cerca di bilanciare la protezione dell’ambiente con le esigenze economiche e industriali.