Il Parlamento europeo ha dato il via libera definitivo a una nuova e ambiziosa legislazione sulla qualità dell’aria, che mira a ridurre significativamente l’inquinamento atmosferico e migliorare la salute dei cittadini.
L’approvazione, avvenuta con 156 voti favorevoli, rappresenta un passo fondamentale verso un’aria più pulita in Europa. La nuova legge stabilisce limiti più rigorosi per gli inquinanti atmosferici, tra cui il particolato fine (PM2.5) e l’ossido di azoto (NOx), e introduce nuove misure per contrastare le emissioni da diversi settori, come il traffico, l’industria e l’agricoltura.
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Inquinamento atmosferico: ancora 300.000 morti premature all’anno in Europa, serve un’azione urgente
L’inquinamento atmosferico rimane una grave minaccia per la salute pubblica in Europa, causando circa 300.000 morti premature ogni anno. Per contrastare questo problema e muoversi verso un futuro più verde e sano, la Commissione europea ha proposto una revisione delle norme sulla qualità dell’aria, con obiettivi più ambiziosi per il 2030 e l’obiettivo finale di “inquinamento zero” entro il 2050.
Questa proposta ambiziosa è in linea con il piano d’azione per l’inquinamento zero e risponde alle richieste dei cittadini europei che desiderano città più verdi e con minori emissioni. La revisione mira a:
- Ridurre drasticamente i livelli di inquinanti atmosferici: l’obiettivo è dimezzare il numero di morti premature da inquinamento atmosferico entro il 2030 e raggiungere l’obiettivo “inquinamento zero” entro il 2050.
- Migliorare la qualità dell’aria per tutti: la revisione si concentra sugli inquinanti più dannosi per la salute umana, come il particolato fine (PM2.5) e il biossido di azoto (NO2).
- Informare e coinvolgere i cittadini: la Commissione europea si impegna a fornire informazioni regolari e aggiornate sulla qualità dell’aria, dando ai cittadini gli strumenti per fare scelte informate sulla propria salute e sul proprio ambiente.
L’inquinamento atmosferico è un problema complesso che richiede un’azione urgente e multiforme. La revisione delle norme sulla qualità dell’aria rappresenta un passo importante nella giusta direzione, ma è necessario il continuo impegno di governi, cittadini e industrie per raggiungere gli ambiziosi obiettivi stabiliti.
Aria più pulita per l’Europa
A seguito dell’approvazione delle nuove norme sulla qualità dell’aria, il relatore Javi López (S&D, ES) ha espresso la sua soddisfazione: “L’aggiornamento degli standard, alcuni dei quali risalivano a quasi vent’anni fa, permetterà di dimezzare l’inquinamento in tutta l’Ue, aprendo la strada a un futuro più sano e sostenibile. Grazie al Parlamento, le norme aggiornate miglioreranno il monitoraggio della qualità dell’aria e proteggeranno in modo più efficace i gruppi vulnerabili. Questa vittoria rappresenta un passo significativo nel nostro impegno costante per garantire un ambiente più sicuro e pulito per tutti i cittadini europei”.
Un punto chiave della nuova legge è la sua natura dinamica
La legislazione prevede una revisione periodica, con la prima fissata al 31 dicembre 2030 e le successive ogni cinque anni o anche più frequentemente, se emergeranno “nuove e sostanziali evidenze scientifiche“. Questo meccanismo garantirà che la legge rimanga al passo con le ultime conoscenze scientifiche e che gli obiettivi di qualità dell’aria siano sempre più ambiziosi.
L’iter legislativo non è ancora completato
Dopo l’adozione di questo accordo provvisorio, restano ancora un paio di passaggi procedurali prima che la nuova Direttiva diventi legge. Il 2 ottobre 2024, il Parlamento voterà nuovamente il testo nell’ambito della procedura di rettifica per l’adozione del testo in tutte le lingue ufficiali. Successivamente, il Consiglio dovrà procedere al voto finale di tutte le versioni linguistiche ufficiali dell’UE del testo, permettendo così la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue.
L’approvazione di questa nuova legge sulla qualità dell’aria rappresenta un segnale importante dell’impegno dell’Europa a proteggere la salute dei propri cittadini e l’ambiente. Si tratta di un passo avanti significativo verso un futuro più sostenibile per tutti.
Aria più pulita in Europa: nuovi limiti e obiettivi più rigorosi per gli inquinanti
La qualità dell’aria in Europa migliorerà grazie a nuovi limiti più rigorosi per gli inquinanti atmosferici. La direttiva europea stabilisce obiettivi ambiziosi per il 2030, con particolare attenzione alle sostanze più dannose per la salute umana, come il particolato fine (PM2.5 e PM10), il diossido di azoto (NO2) e l’anidride solforosa (SO2).
Dimezzati i limiti per PM2.5 e NO2: Per il particolato fine (PM2.5), considerato il principale responsabile delle morti premature legate all’inquinamento atmosferico, il limite annuale di concentrazione nell’aria sarà più che dimezzato, passando da 25 a 10 microgrammi per metro cubo (µg/m3). Anche per il diossido di azoto (NO2), un altro inquinante con un impatto significativo sulla salute respiratoria, il limite annuale sarà notevolmente ridotto, da 40 a 20 µg/m3.
- Maggiori trasparenza e tutela dei cittadini: gli indici di qualità dell’aria dovranno essere più chiari, comparabili e accessibili al pubblico, per consentire ai cittadini di essere informati sulla qualità dell’aria che respirano. Inoltre, saranno istituiti più punti di campionamento nelle città per monitorare meglio i livelli di inquinamento.
- Azioni legali per danni alla salute: in caso di violazione delle nuove norme, i cittadini che hanno subito danni alla salute a causa dell’inquinamento atmosferico potranno finalmente intraprendere azioni legali e richiedere un risarcimento.
- Un passo importante per la salute pubblica: l’adozione di questa direttiva rappresenta un passo avanti significativo nella lotta all’inquinamento atmosferico e nella tutela della salute pubblica in Europa. I nuovi limiti e le misure più stringenti contribuiranno a migliorare la qualità dell’aria che respiriamo, con benefici tangibili per la salute e il benessere di tutti i cittadini europei.
Legambiente Lombardia, un approccio integrato per la qualità dell’aria
Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, ha sottolineato l’importante passo avanti nel processo di adozione della nuova Direttiva della Qualità dell’Aria Ambiente in Europa. Ha ricordato che per dare una svolta alla qualità dell’aria in Lombardia è necessario un approccio integrato che consideri le scelte infrastrutturali, il miglioramento delle prestazioni del trasporto regionale, lo stile di vita dei cittadini, la congestione urbana e le emissioni legate agli allevamenti.
Legambiente evidenzia che la Lombardia ha meno alibi e sottolinea l’importanza di ridurre significativamente la portata di tutte le fonti inquinanti per tutelare la salute dei cittadini e favorire uno sviluppo economico più sostenibile.
La Pianura Padana soffoca, le cause dell’emergenza inquinamento
La Pianura Padana, fulcro agricolo e industriale d’Italia, si trova di fronte a una sfida ambientale persistente: l’inquinamento dell’aria. Negli ultimi mesi, diverse fonti hanno evidenziato una situazione allarmante attraverso classifiche, mappe della qualità dell’aria e riprese satellitari. Milano è stata citata, ad esempio, come la terza città più inquinata al mondo. Ma perché la Pianura Padana è così gravemente colpita dall’inquinamento atmosferico? Le ragioni sono varie e intricate, cerchiamo di esaminarle.
La Pianura Padana è circondata dall’arco alpino e appenninico, con l’unico sbocco a est verso l’Adriatico. Questa conformazione geografica crea una sorta di “conca”, che intrappola l’aria e ostacola il suo libero flusso. Inoltre, la presenza delle Alpi e delle Prealpi contribuisce al fenomeno dell’inversione termica, dove le temperature più elevate sulle montagne impediscono all’aria densa e inquinata di risalire nell’atmosfera, causando un accumulo di aria inquinata a basse altitudini.
Le attività umane, inclusa l’industria, il traffico stradale e il riscaldamento domestico, alimentano l’inquinamento atmosferico nella Pianura Padana, una delle aree più dense e urbanizzate d’Europa. Il continuo movimento di merci e persone su veicoli spesso inquinanti, insieme alle emissioni industriali, contribuisce alla formazione di elevate concentrazioni di polveri sottili (PM10 e PM 2.5), ozono, biossido di azoto, composti dello zolfo, idrocarburi policiclici aromatici, monossido di carbonio e anidride carbonica.
Un altro fattore rilevante è rappresentato dalle emissioni di ammoniaca, provenienti dagli allevamenti intensivi presenti nella regione. L’ammoniaca contenuta nelle deiezioni animali reagisce con l’aria, generando particolato sottile. Questo fenomeno solleva interrogativi sull’etica del consumo alimentare e richiama l’attenzione sulla necessità di una riflessione più ampia sulle conseguenze ambientali delle pratiche zootecniche intensive.
Un nuovo passo avanti per la Direttiva sulla Qualità dell’Aria in Europa
Cittadini per l’Aria ha commentato il voto definendolo un importante progresso nella revisione della normativa. La nuova direttiva, che riforma diversi aspetti della precedente normativa datata quasi 20 anni fa, è stata accolta positivamente dall’organizzazione ambientalista. Quest’ultima ha sottolineato l’importanza di aggiornare le norme alla luce delle nuove evidenze scientifiche, come le recenti Linee guida dell’OMS sulla qualità dell’aria.
Le nuove norme comprendono disposizioni riguardanti la predisposizione dei piani degli Stati Membri per ridurre gli inquinanti atmosferici, il miglioramento del monitoraggio e la possibilità per i cittadini di ottenere un risarcimento in caso di danni alla salute causati dall’esposizione agli inquinanti atmosferici.
Tuttavia, l’organizzazione ha espresso rammarico per le pressioni, principalmente italiane, che hanno portato alla possibilità di ritardare fino a 10 anni il termine, fissato al 2030, per adeguarsi ai nuovi limiti. Questa decisione politica è stata criticata per ritardare una svolta necessaria, soprattutto per le comunità residenti nell’area padana.
Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’Aria, ha sottolineato l’importanza che i governi si impegnino ora a completare l’iter legislativo per trasformare il testo in legge, in quanto i cittadini attendono da tempo un cambiamento significativo in questo settore.
Ritardi nell’azione contro l’inquinamento, un costo umano e sociale inaccettabile
Secondo l’Eeb (European Environment Bureau), i ritardi nell’affrontare l’inquinamento atmosferico in Europa hanno conseguenze gravi, causando perdite di vite umane evitabili e aggravando le disuguaglianze tra la popolazione. Uno studio ha rivelato che un ritardo di 10 anni nel raggiungere i livelli di qualità dell’aria prefissati per il 2040 invece del 2030 potrebbe portare a oltre 327.600 morti prematura nelle nazioni dell’Ue, a causa di una maggiore esposizione al PM2,5.
Inoltre, i ritardi aumenterebbero il divario di disuguaglianza tra Europa orientale e occidentale, condannando 240 milioni di persone in 17 Paesi a basso reddito a subire l’inquinamento atmosferico per un ulteriore decennio. Le nazioni dell’Europa orientale, caratterizzate da livelli di inquinamento più elevati a causa dell’energia basata sul carbone e delle industrie obsolete, sarebbero colpite in modo sproporzionato.
Ritardare l’azione sull’inquinamento atmosferico implica un ritardo nel realizzare i benefici per la salute. In un contesto di sfide crescenti per i sistemi sanitari europei, è possibile risparmiare sui costi prevenendo le malattie non trasmesse dell’inquinamento atmosferico e promuovendo un invecchiamento sano. L’applicazione di politiche rigorose sulla qualità dell’aria non solo affronta i problemi legati alla salute, ma genera anche altri benefici, tra cui la promozione dell’attività fisica, la riduzione del rumore del traffico stradale, il sostegno all’urbanizzazione verde e il contributo alla mitigazione dei cambiamenti climatici. In questo modo, si creano sinergie positive che influenzano diversi aspetti del benessere sociale e ambientale.
Inquinamento, effetti mortali su cuore e polmoni
Secondo il presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale, Alessandro Miani, le polveri sottili e gli ossidi di azoto sono nemici silenziosi del nostro cuore e dei nostri polmoni. Questi inquinanti sono responsabili di un impatto devastante sulla salute umana.
Le patologie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte da smog, con 9.000 decessi all’anno per eventi coronarici e infarto miocardico, e 12.000 per ictus cerebrali. Le polveri sottili e gli ossidi di azoto provocano una risposta infiammatoria che danneggia le arterie e aumenta il rischio di trombosi.
Anche i polmoni subiscono gravi danni dall’inquinamento, con 7.000 morti premature ogni anno per malattie respiratorie. Le polveri sottili penetrano profondamente nei bronchi e negli alveoli, causando infiammazione e danni al tessuto polmonare.
Inoltre, l’infiammazione causata dal particolato atmosferico può colpire anche il cervello, attraversando la barriera emato-encefalica, con conseguenze potenzialmente gravi sulla salute cerebrale.
Inquinamento alle stelle: otto città italiane già fuorilegge per polveri sottili nel 2024
Gli ultimi dati pubblicati da Legambiente durante la 54esima Giornata della Terra mostrano che, tra gennaio e marzo 2024, otto città italiane hanno superato il limite legale di polveri sottili (Pm10) per 35 giorni all’anno con una media superiore a 50 microgrammi per metro cubo (µg/mc). Tra queste, Brescia è una delle città interessate.
Le città coinvolte e i rispettivi giorni di sforamento sono: Verona (Borgo Milano) con 44 giorni, Vicenza (San Felice) con 41 giorni, Padova (Arcella) 39 giorni, Frosinone (scalo) 38 giorni, Brescia (Villaggio Sereno), Cremona (Piazza Cadorna), Torino (Grassi) e Venezia (Via Beccaria) con 36 giorni, Treviso (Via Lancieri) con 35 giorni, Modena (Giardini), Milano (Senato), Monza (Via Machiavelli), Rovigo (Centro) 34 giorni.
I primi mesi dell’anno hanno visto picchi eccezionali di inquinamento, con medie giornaliere molto superiori ai limiti normativi. Il 69% delle centraline di monitoraggio analizzate (109 su 168 disponibili) hanno avuto almeno una giornata di concentrazione superiore ai 100 µg/mc, con un massimo registrato di oltre 200 µg/mc. Queste concentrazioni elevatissime hanno superato il limite giornaliero di legge di 50 µg/mc in più di un’occasione in molti casi, con una ripetizione eccessiva che rappresenta un serio problema per l’ambiente e la salute pubblica.