Newcleo, startup franco-italiana specializzata in tecnologie nucleari avanzate, ha annunciato un accordo con la società di stato slovacca JAVYS per sviluppare quattro reattori nucleari di quarta generazione in Slovacchia.
L’intesa, firmata durante la visita del primo ministro slovacco Robert Fico a Roma (col quale Giorgia Meloni ha avuto un breve incontro prima di incontrare Macron), prevede la realizzazione di quattro unità LFR-AS-200 da 200 MW ciascuna, progettate per bruciare le scorie nucleari esauste e chiudere così il ciclo del combustibile.
L’intero progetto rappresenta, come nota il Ceo Stefano Buono, “l’alba di un nuovo modello per l’industria nucleare, dove pubblico e privato collaborano per chiudere il ciclo del combustibile”.
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Una joint venture per sviluppare il nucleare di quarta generazione
La nuova joint venture chiamata Centre for Development of Spent Nuclear Fuel Utilisation (CVP), sarà controllata al 51% da JAVYS e al 49% da Newcleo. Essa avrà il compito di sviluppare e costruire in Slovacchia un impianto nucleare avanzato con quattro reattori LFR-AS-200, alimentati da carburante MOX ricavato dal ritrattamento delle barre esauste degli attuali reattori slovacchi.
Il CVP coordinerà la progettazione e l’esecuzione dell’intero progetto, con il supporto tecnico di VUJE, la società slovacca di ingegneria nucleare.
Investimenti per 3,2 miliardi: le ricadute economiche del progetto
L’accordo ha rilevanti ricadute economiche. La costruzione dei quattro reattori è stimata intorno a 3,2 miliardi di euro. Come sottolinea il presidente di JAVYS Peter Gerhart, il progetto non solo rafforzerà la sicurezza energetica nazionale, ma “creerà centinaia di posti di lavoro qualificati” e attrarrà investimenti importanti nell’industria del paese.
Si prevede la formazione di una filiera locale specializzata, dal settore dell’ingegneria a quello manifatturiero dei componenti nucleari, con benefici occupazionali diretti e indiretti.
Inoltre, l’iniziativa rafforza l’indipendenza energetica sia della Slovacchia sia dell’Europa, in linea con gli obiettivi comunitari di diversificazione delle fonti.
Realizzare impianti avanzati che chiudono il ciclo del combustibile significa ridurre la dipendenza da importazioni di materie prime nucleari e limitare i costi futuri legati allo stoccaggio delle scorie.
Cosa ci guadagna l’Italia da questo accordo
Anche se l’impianto sarà costruito in Slovacchia, l’Italia ha un ruolo chiave attraverso Newcleo. La partecipazione del 49% nella joint venture consente a Newcleo di accedere a finanziamenti, tecnologia e know-how industriale che verranno impiegati anche per futuri sviluppi sul territorio nazionale.
Inoltre, l’accordo rafforza il posizionamento internazionale dell’industria nucleare italiana e apre potenziali partnership con altri paesi Ue.
La filiera tecnologica che ruota attorno a Newcleo coinvolge anche aziende italiane, con ricadute su occupazione qualificata e export di componentistica ad alto valore aggiunto.
In prospettiva, l’esperienza accumulata in Slovacchia potrebbe agevolare un ritorno del nucleare innovativo anche in Italia, visto che il governo, molto lentamente, sta decidendo di rivedere la strategia energetica nazionale.
Chi sono Newcleo e JAVYS e quali sono i loro obiettivi energetici
Newcleo, fondata dall’italiano Stefano Buono, è un’azienda con sede a Parigi focalizzata sullo sviluppo di mini-reattori modulari avanzati e sulla rielaborazione del combustibile esausto. JAVYS è invece l’agenzia statale slovacca incaricata di gestire il combustibile nucleare esausto e il decommissioning dei reattori.