Produrre idrogeno verde senza energie rinnovabili, dall’Italia il primo sistema al mondo

Il suo potenziale sta nel fatto che supera i metodi tradizionali di produzione di idrogeno pulito, sia in termini di efficienza che di economicità

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Pubblicato: 7 Febbraio 2025 18:17

In questo momento in cui si fa un gran parlare di idrogeno e di tecnologie pulite, c’è un progetto che ha davvero qualcosa di rivoluzionario. Per la prima volta al mondo si arriverà a produrre idrogeno verde senza nemmeno dover passare dall’utilizzo di energie rinnovabili. Il progetto in questione, europeo, si chiama Switch ed è coordinato dall’italiana Fondazione Bruno Kessler. Ha anche vinto l’Hydrogen TCP Award of Excellence 2024, prestigioso premio dell’International Energy Agency proprio per il suo essenziale contributo verso un’economia pulita dell’idrogeno e un futuro più sostenibile.

Switch è il primo sistema al mondo che assicura una fornitura ininterrotta di idrogeno pulito

Un’economia sempre più orientata all’idrogeno sostenibile promette una riduzione delle emissioni, una maggiore sicurezza energetica e un futuro più green. Switch (Smart Ways for In-Situ Totally Integrated and Continuous Multisource Generation of Hydrogen) è una tecnologia pulita, low cost, in grado di garantire una fornitura ininterrotta di idrogeno, indipendentemente dalla disponibilità delle fonti di energie rinnovabili: porta quindi a una potenziale rivoluzione nel modo di produrre e utilizzare l’idrogeno.

Uno dei principi chiave del Green Deal Ue è garantire un approvvigionamento energetico dell’Unione sicuro e conveniente. La generazione di nuovo idrogeno mira a sostenere la crescita di sistemi energetici puliti e a basse emissioni di carbonio, per una società completamente decarbonizzata.

Il problema però è che oggi la grande maggioranza di idrogeno viene prodotta da gas naturale e da petrolio, con la conseguente coproduzione di anidride carbonica. L’idrogeno rimanente viene generato tramite elettrolisi, sebbene la maggior parte di questa produzione si basi su fonti non rinnovabili. In pratica, si produce energia pulita usando energia inquinante.

Switch, finanziato dalla Clean Hydrogen Partnership e sostenuto dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020, è fatto da sette partner europei: Fondazione Bruno Kessler, a capo del progetto, Dlr-Centro Aerospaziale Tedesco, Epfl-Ècole polytechnique fédérale di Losanna, le aziende europee HyGear e Solyd Era, la società di consulenza Sweco e la multinazionale Shell.

Di fatto, il suo potenziale rivoluzionario sta nel fatto che supera i metodi tradizionali di produzione di idrogeno verde, sia in termini di efficienza che di economicità, e, anche, di rispetto dell’ambiente, come ha spiegato Matteo Testi, coordinatore del progetto e responsabile dell’unità HyRES presso il centro Sustainable Energy di Fondazione Bruno Kessler.

Come funziona Switch

È progettato per le stazioni di rifornimento, per la mobilità di auto a idrogeno e altri veicoli, per le aziende interessate a decarbonizzare i propri processi assicurandone la continuità e per tutti quei settori che necessitano di un approvvigionamento di idrogeno sostenibile e sicuro.

Nel corso di quattro anni di ricerca, il consorzio Switch è riuscito a creare un sistema che soddisfa l’intermittenza dell’energia rinnovabile, visto che è in grado di passare rapidamente dalle modalità di funzionamento dell’elettrolisi alle celle a combustibile.

Ma come funziona questa tecnologia mai vista prima? Si tratta di una cella reversibile a ossido solido, in grado di funzionare sia come elettrolizzatore sia come pila a combustibile. In modalità “elettrolisi”, Switch utilizza l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili per generare idrogeno verde, scindendo l’acqua in idrogeno, appunto, e ossigeno.

Quando invece non ha a disposizione la fonte rinnovabile, il sistema, alimentato da gas naturale o biometano, inverte il ciclo in modalità “pila a combustibile”, modalità in cui il gas in entrata viene trasformato in idrogeno, generando anche elettricità e calore, con una bassa emissione di CO2. In questo modo, è possibile ottenere una costante fornitura di idrogeno, pulito.