Guardia costiera con navi a emissioni zero, in arrivo i sistemi a batteria

Prosegue la svolta green della Guardia Costiera, che ha autorizzato per la prima volta una nave a batteria al posto della classica propulsione a diesel. Ma la strada è ancora lunga

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 20 Febbraio 2025 14:07

Per la prima volta, il Comando Generale delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera ha autorizzato l’impiego di batterie al posto dei generatori diesel su una nave italiana. Il Comando è infatti l’amministrazione competente per la sicurezza della navigazione.

L’iniziativa si inserisce in un percorso di transizione verso il trasporto marittimo sostenibile, garantendo che le navi a batteria mantengano gli stessi standard di sicurezza di quelle a energia convenzionale.

Navi a batteria per la Guardia costiera

Non esistendo normative internazionali o comunitarie specifiche per l’uso delle batterie nel settore marittimo, la Guardia Costiera ha adottato un approccio basato sulla valutazione del rischio, seguendo le linee guida dell’Emsa (European Maritime Safety Agency). Le linee guida Emsa vengono elaborate in collaborazione con gli Stati membri più virtuosi in materia, e l’Italia figura nell’elenco “dei buoni”.

Per facilitare il processo, si stanno sviluppando istruzioni tecniche dettagliate, in collaborazione con cantieri e armatori, per regolamentare l’uso di combustibili alternativi e tecnologie a zero emissioni. L’obiettivo è quello di ridurre le incertezze burocratiche e velocizzare le autorizzazioni.

Verso l’autorizzazione di altre navi

L’autorizzazione alla Guardia Costiera è stata concessa in regime di “equivalenza”, nel rispetto della Convenzione Solas della Direttiva 2009/45/EC. Il provvedimento sarà esteso in futuro ad altre tipologie di navi.

Si tratta di un passo ulteriore rispetto a quanto avvenuto alcuni anni fa, quando grazie a un protocollo tra il Ministero della Transizione Ecologica e il Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, era stata autorizzata la fornitura di decine di auto elettriche con l’obiettivo di incrementare la sostenibilità ambientale dei servizi di pattugliamento e controllo in luoghi di particolare pregio ambientale.

Sono in lista d’attesa per il provvedimento di autorizzazione navi da crociera e altre tipologie di navi da carico. Non si tratterà comunque di un percorso breve, sia dal punto di vista burocratico che sotto il profilo tecnico, specie per garantire il rispetto dei necessari requisiti di sicurezza. Il nodo principale è correlato alla prevenzione degli incendi.

Il futuro della navigazione è green

Facendo un discorso di più ampio respiro, e considerando che il trasporto in mare sposta oggi il 90% delle merci nel mondo, è evidente come una transizione verso l’elettrico rappresenterebbe una svolta di importanza capitale verso una maggiore sostenibilità. Ma tutto dipende dalla lunghezza della tratta: oggi l’elettrico potrebbe essere un’ottima carta da giocare per traghetti e navi dalle rotte brevi, oppure per imbarcazioni che affrontano rotte tra porti intermedi in cui si possano ricaricare le batterie.

Ma l’elettrico puro non è l’unica carta da giocare per un settore marittimo oggi maggiormente sensibile alle tematiche green: nel futuro potremmo assistere anche all’ingresso di bio-fuel integrabili con il diesel ordinario, affiancati da ammoniaca, metanolo e altre forme di propulsione.

Oggi una delle maggiori criticità del sistema è rappresentata dal fatto che i tempi per la riconversione dell’industria marittima verso l’elettrico o altre forme di propulsione sono immensamente più lunghi rispetto a quelli del settore auto.

Il cammino verso la maggiore sostenibilità in mare, comunque, non si arresta sia per quanto riguarda i corpi della Marina Militare italiana che per quanto riguarda gli operatori commerciali privati.