Le nuove etichette energetiche degli elettrodomestici

In cosa cosistono le nuove etichette energetiche, come cambia la regolamentazione dal 2024 e altro

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Pietro Boniciolli

Esperto in Scienze Ambientali

Con una doppia laurea in scienze naturali, scrive articoli per diversi blog che trattano di tematiche ambientali ed è presidente del WWF FVG.

Pubblicato: 16 Marzo 2021 18:11Aggiornato: 6 Marzo 2024 15:54

Le etichette energetiche classificano gli apparecchi a seconda dell’impatto che questi hanno sull’ambiente, attraverso una nomenclatura alfabetica che parte da A (la classe più efficiente, di colo verde) fino a G (quella a maggiore consumo, di coloro rosso). Data la rilevanza dell’argomento ambiente, i produttori si sono impegnati al fine di poter rispondere all’offerta in modo adeguato, di fatto però creando anche confusione attraverso la nascita dei prodotti A+, A++, e A+++. Per questo è intervenuta la Commissione Europea, la quale ha eliminato tali classificazioni a partire dal primo marzo 2021 a favore di una dicitura più chiara per il consumatore.

Spariscono quindi le classi A+, A++, A+++, le nuove etichette d’efficienza energetica saranno introdotte inizialmente per frigoriferi, congelatori, cantinette per vino ad uso domestico, lavatrici, lavastoviglie, asciugatrici, TV e display e dall’ 1 settembre per i dispositivi luminosi. Continua a leggere l’articolo per scoprire le novità dell’etichetta energetica degli elettrodomestici.

Le prime etichettature energetiche comunitarie e il motivo della nuova regolamentazione

Prestare attenzione alle etichette degli elettrodomestici vuol dire contribuire alla salvaguardia del pianeta, selezionando i prodotti che testimoniano le migliori prestazioni in base alla quantità e qualità di investimento energetico. È questo lo scopo principale che ha sancito la nascita dell’etichettatura energetica europea, mettendo nero su bianco una regolamentazione con degli standard che omogeneizzino le diciture dei paesi membri e facilitino l’acquisto consapevole.

È il 1992 l’anno che ha segnato il primo passo vero e proprio dell’Unione Europea tramite la direttiva 92/75/CEE, obbligando i produttori ad apporre un’etichetta per informare l’utilizzatore in merito ai parametri di rispetto per l’ambiente. Nel 1998 l’etichetta ha fatto la comparsa su frigoriferi e congelatori, seguiti da lavatrici, lavastoviglie, asciugatrici, lampade ad uso domestico, forni elettrici ed infine, nel 2003, condizionatori d’aria. Sono entrate così in scena due nuove classificazioni, la A+ e la A ++ per catalogare esclusivamente elettrodomestici da refrigerazione domestica.

Dopo sette anni, la direttiva 2010/30/UE ha incluso anche tutti gli altri “prodotti connessi all’energia”, durante quest’occasione è nata l’ulteriore classificazione A+++.

A partire da settembre 2020 tutte le apparecchiature domestiche in generale sono state vagliate al controllo e per obbligo dovevano indicare, oltre al prezzo di vendita, la classificazione energetica e le caratteristiche specifiche del modello. Così, tutte le case di elettrodomestici si son dovute adattare: frigoriferi, congelatori, lavastoviglie, apparecchi per l’illuminazione, cappe da cucina, asciugatrici, condizionatori d’aria e via discorrendo.

Nuove etichette energetiche 2024

Le nuove etichette energetiche che compariranno dal 1 marzo 2021 porteranno delle novità, vediamole assieme. Tutti gli apparecchi dovranno mostrare oltre al prezzo di vendita accompagnato dal nome del marchio e il tipo di modello, la scala di efficienza energetica, il consumo energico del programmaeco” in kWh per 100 cicli, e non all’anno, il consumo effettivo di acqua del programma espresso in litri per ciclo, la durata precisa, il rumore emesso, il numero della regolamentazione di riferimento ed infine il codice QR.

Si torna alla dicitura originale dalla A alla G, proprio per porre rimedio alla confusione dettata dalla nomenclatura di A + e simili. La seconda novità consiste nella possibilità di accorciare la scala: ossia, dove non è possibile mostrare l’intera classificazione energetica, il prodotto in questione avrà una scala che presenta meno classi. Ad ogni modo, sarà comunque obbligatoria la colorazione dal verde al rosso. In casi particolari comparirà una scala informativa rispetto all’impatto acustico che prenderà in esame la quantità di rumore emesso dall’apparato, classificandolo da A a D.

La nuova regolamentazione si è prodigata anche nel facilitare la lettura e quindi la comprensione dell’etichetta stessa attraverso icone ed elementi linguistici comprensibili a tutti, per evitare di dar vita ad un corpo testuale che poi sarebbe dovuto passare ad un vaglio traduttivo per tutte le lingue dei paesi membri dell’Unione Europea (ben 24).

La classe A, in alcuni casi anche la B, viene lasciata vuota come categoria, in tal modo si favorisce lo sviluppo tecnologico per incentivare la creazione di prodotti che vantano una migliore prestazione energetica, scarsamente popolate sono le successive B e C per lo stesso motivo.
Infine, la presenza del codice QR permette di essere informati, in lingua inglese, sulle caratteristiche salienti del prodotto che si sta per acquistare tramite l’utilizzo di uno smartphone. Basta inquadrare il codice con la propria telecamera per accedere così alle disposizioni dell’EPREL (banca dati europea dei prodotti per l’etichettatura energetica).

Come leggere le etichette energetiche

In linea generale, gli apparecchi dal miglior rendimento (ossia quelli che registrano allo stesso tempo il massimo funzionamento e il minor impatto ambientale) sono segnalati da una freccia di colore verde più corta, quelli con rendimento minore e consumi superiori al contrario da una più lunga di colore rosso. Le etichette oggi presenti sul mercato sono quindi varie, abbiamo a seconda della scala valori che vanno da A+++ a G, da A+++ a D e da A a G. Si assisterà quindi ad una graduale surrogazione per i diversi apparecchi.

L’adesivo contiene indicazioni a tutto tondo, come una carta di identità del prodotto che va a dichiarare le sue specificità in merito al volume, alle capacità di carico espressa in chili, alle prestazioni di centrifuga o di asciugatura nonché il rumore, quest’ultima come anticipato misurata tramite un rapporto da A a G (in quanto risulterebbe impossibile stabilire una graduatoria a sette come per le altre).

La mancanza di un testo sostituito da pittogrammi informa in modo semplice e veloce una platea di utilizzatori di respiro internazionale, promuovendo così una comunicazione efficace e standardizzata per tutti. Nel caso poi in cui le informazioni riportate non fossero sufficienti, si può sempre far ricorso al QR code per avere ulteriori delucidazioni in merito.

Bisogna sapere che, nonostante i parametri mostrati siano oggetto di studio da laboratorio, il consumo energetico può tuttavia essere diverso da quello confermato dall’adesivo regolamentato se si tiene conto di fattori come il luogo in cui è utilizzato l’apparecchio, le condizioni di installazione e, in molti casi, la frequenza d’uso.

La visibilità dell’etichetta energetica e il riscalaggio

Per promuovere un acquisto e quindi un consumo responsabile, è obbligatorio che l’adesivo mostri la regolamentazione in modo più chiaro e accessibile possibile, per questo fa la sua comparsa nella parte frontale o superiore a seconda della posizione di utilizzo. L’etichetta viene trasmessa ai fornitori sia in formato cartaceo che elettronico.

Nel caso in cui non sia possibile vedere direttamente l’apparecchio, vendita online, il distributore è comunque obbligato a rendere note le informazioni di efficienza energetica tramite internet, grazie alla diffusione di cataloghi ad hoc o copie dell’etichetta originale. A tale proposito, la novità del 2021 presuppone l’obbligo per le e-commerce di presentare l’etichetta e la scheda informativa dell’apparecchio fornite dal distributore in formato elettronico.

Riguardo invece il riscalaggio delle etichette, di cosa si tratta? L’etichetta energetica che per prima è stata apposta su un apparecchio elettrico risale al 1995. Dato che circa l’85% dei consumatori europei la riconosce e la utilizza come strumento per decretarne o meno l’acquisto, le case distributrici si sono impegnate per cercare di promuovere ogni prodotto come a massima prestazione energetica.

Si è assistito però ad un paradosso: se da una parte si voleva informare e quindi promuovere la vendita di apparati dalla dichiarata migliore efficienza energetica, dall’altra la dicitura A+ con i suoi competitor A++ e A+++ ha provocato confusione, in quanto fa riferimento a delle prestazioni energetiche differenziate in base al tipo di prodotto. Ad esempio, se paragonati con i modelli A, frigoriferi e congelatori A+++ vantano un’efficienza migliore del 60%; per quanto riguarda invece le lavatrici, A+++ equivale ad una produttività perfezionata del 32%; infine per le lavastoviglie, A++++ equivale ad una prestazione superiore del 30%.

Il riscalaggio, tra poco, comporterà una più facile differenziazione tra i prodotti. Ciò vuol dire che, a titolo d’esempio, se un frigorifero ha l’etichetta A+++ potrebbe diventare a marzo 2021 una categoria C, nonostante abbia la stessa efficienza energetica di prima; allo stesso modo una lavastoviglie A++ potrebbe trasformarsi in E. La categoria A sarà quindi inizialmente vuota, a seguire le B e C avranno pochi modelli, al fine di incentivare la creazione di apparecchi che risultino sempre più versatili.