Arriva il Clean Industrial Deal, il nuovo piano Ue che punta sull’idrogeno verde

Verrà presentato il 26 febbraio il nuovo Piano Ue che completa il Green Deal per salvare l'industria europea puntando sulle rinnovabili, in particolare l'idrogeno pulito

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Pubblicato: 21 Febbraio 2025 13:59

C’è grande attesa a Bruxelles in questi giorni, perché si stanno ponendo le basi per un nuovo futuro sostenibile in Europa. La Commissione europea sta infatti per svelare un innovativo piano, piuttosto audace e in 6 fasi, per proteggere l’industria pesante e soprattutto sostenere concretamente lo sviluppo di tecnologie pulite.

Il progetto si chiama Clean Industrial Deal e contiene, tra le varie rivendicazioni, anche un tentativo di rafforzare la filiera dell’idrogeno verde, fonte rinnovabile dal grande potenziale ma ancora poco esplorata dentro ai confini dell’Unione europea. Le soluzioni di decarbonizzazione legate all’idrogeno verde sono quelle che potranno beneficiare di più aiuti pubblici. Vediamo nel dettaglio.

Il Clean Industrial Deal amplia e arricchisce il Green Deal

Il Clean Industrial Deal, annunciato dalla Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen prima della sua rielezione di luglio, è previsto entro i primi 100 giorni dalla nuova Commissione. Verrà presentato ufficialmente il 26 febbraio. Rappresenta a tutti gli effetti il piano di azione dell’Unione per competere con Cina e Stati Uniti per il mantenimento della sua produzione industriale. Ma anche un vero e proprio manifesto programmatico che proietta l’Ue a diventare pioniera a livello globale nella decarbonizzazione e in quelli che ormai si chiamano già “disinquinamento” e “ripristino” delle risorse naturali.

L’obiettivo da raggiungere, insomma, non è più solo ridurre l’impronta ecologica e creare un’economia circolare, ma arrivare all’inquinamento zero e alla bonifica delle aree compromesse, con un sistema economico, oltre che decarbonizzato, privo di sostanze tossiche, socialmente giusto, protettivo per la salute, in grado di preservare le risorse.

Più aiuti alle imprese che adotteranno idrogeno verde

In questo rinnovato scenario, la Commissione vuole intervenire riconoscendo un trattamento preferenziale all’idrogeno verde rispetto ad altre energie rinnovabili ma anche all’idrogeno ottenuto con metodi a maggiore impatto ambientale, incluso quello blu. L’idea è arrivare entro luglio 2025 a semplificare anche le norme europee sugli aiuti di Stato.

Le grandi aziende che decideranno di utilizzare idrogeno come fonte di alimentazione dei propri processi produttivi potranno beneficiare di aiuti pubblici secondo questo schema:

  • 50% dei costi ammissibili, relativi all’acquisto di macchinari ed equipaggiamenti a idrogeno;
  • 55% per le medie imprese fino a 250 dipendenti e 50 milioni di euro di fatturato;
  • fino al 60% per le piccole imprese fino a 50 dipendenti e 10 milioni di fatturato.

Cosa prevede il Clean Industrial Deal per salvare l’industria europea

L’impianto complessivo a oggi appare decisamente utopistico. Eppure, sfogliando la bozza che ha iniziato a circolare, si nota come l’Unione non sia per nulla disposta a rinunciare alla sua industria, nelle varie forme che l’hanno resa grande dal Dopoguerra ad oggi. “La base industriale dell’Europa è centrale per la nostra identità ed essenziale per la nostra competitività”, si legge.

Il piano, inteso anche come strumento efficace per sostenere il Green Deal, identifica 6 “business driver”, fattori su cui bisogna puntare:

  1. energia a basso costo;
  2. mercati guida per la decarbonizzazione industriale;
  3. finanziamenti per l’industria pulita;
  4. economia circolare e accesso alle materie prime critiche;
  5. mercati globali;
  6. competenze da impiegare per la transizione verde.

Il testo fissa già una data per una strategia di salvataggio del settore auto, in crisi profonda ormai da anni, il 5 marzo, e un piano per l’acciaio, sempre a marco ma in una data non meglio specificata. Un pacchetto riguardo ai prodotti chimici dovrebbe arrivare poi alla fine del 2025, insieme a tuta una serie di strategie ancora sconosciute che dovrebbero facilitare la bioeconomia e i trasporti sostenibili.

La questione più urgente, però, è dove andare a prendere i soldi. “L’industria dell’Ue richiede un accesso immediato ai capitali”, sottolinea il documento. Non si parla di cifre, ma è evidente che, se non si esce da questo impasse, il futuro è tutt’altro che roseo, e green.