La sostenibilità passa anche dall’innovazione: intervista ad Ernesto Ciorra

Ernesto Ciorra, Direttore della divisione Innovability® di Enel, racconta a QuiFinanza Green come il Gruppo sta affrontando le nuove sfide dell'ESG.

Foto di Andrea Bertolucci

Andrea Bertolucci

Giornalista esperto di Lifestyle

Classe 1990, Andrea Bertolucci è un giornalista e autore specializzato in cultura giovanile, lifestyle, società ed economia dell’intrattenimento. La sua attività professionale lo ha avvicinato negli anni ad alcune tra le principali redazioni televisive e web nazionali. Andrea è considerato uno dei maggiori esperti di cultura Trap nel nostro Paese.

Sostenibilità significa innanzi tutto sopravvivenza. È una frase che Ernesto Ciorra, Direttore della divisione Innovability® di Enel, ripete come un mantra nel corso della nostra chiacchierata.

Da quando è approdato nel Gruppo nel 2014, l’Innovability®, frutto dell’unione tra i termini sustainability e innovation, è stata inserita in tutte le funzioni aziendali ed è diventata un pilastro della strategia di business di Enel.

Di questo e di altro, abbiamo parlato direttamente con Ernesto Ciorra.

Ernesto Ciorra
Innovability
®, funzione di cui lei è responsabile in Enel, nasce dalla fusione di Innovation e Sustainability. Quali sono i principali punti di connessione tra questi due elementi?
Il corpo umano muta continuamente per sopravvivere. E’ un processo che si chiama apoptosi, un termine che deriva dal greco antico e significa “cadere più in là”, come le foglie di un albero cadono in autunno, per poi rinascere ancora più belle e vigorose in primavera. Questa metafora vale anche per le aziende, che devono essere capaci costantemente di rinnovare parte di sé stesse per evolversi. I prodotti che sono diventati vecchi, devono essere sostituiti. I servizi che non contribuiscono più a creare valore, cancellati. Le aziende che sono programmate per cambiare, come lo è il corpo umano, sopravvivono. Al contrario, le aziende che non sono programmate per cambiare, ma per difendere lo status quo, si trovano a gestire tecnologie e mercati che cambiano, consumatori che hanno bisogni nuovi. E alla fine rimangono indietro.

L’Innovability® passa anche dalla struttura organizzativa dell’azienda: come l’avete resa trasversale in un sistema complesso come quello di Enel?
La funzione Innovability® è il sangue dell’azienda: prende da fuori stimoli, prodotti, servizi, tecnologie, idee, persone, progetti e li porta dentro l’azienda. Inoltre, proprio come il sangue, deve stare ovunque all’interno dell’azienda. Non si deve innovare solo nel reparto marketing, nel reparto vendite o nelle tecnologie di produzione. Si deve innovare in qualunque luogo dell’azienda, per portare una cultura del cambiamento finalizzato alla sostenibilità. Questo è rivoluzionario nel nostro Paese: oltre ad Enel, non conosco altre aziende nel nostro Paese con un’area innovazione e sostenibilità in ogni funzione (comprese Finanza e Personale) e business line, con una rilevanza apicale ed un riporto diretto al CEO, che è il vero leader della nostra innovability.

Come è integrato l’ESG nel modello di business di Enel?
Per me l’ESG altro non è che una grande S. L’uomo è attento all’ambiente perché vuole creare un equilibrio armonico con ciò che gli sta attorno. Per questo ritengo ci sia un primato logico della S. La G, ovvero la governance, è uno strumento importante per avere un rapporto armonioso con gli investitori, le istituzioni e la società. Ecco perché è importante avere rispetto delle comunità e dei contesti sociali in cui si opera. Faccio un esempio: se sul piano strutturale e ambientale ho il diritto di fare un bellissimo impianto idroelettrico nel mezzo di una valle sacra alle popolazioni colombiane, non lo devo comunque costruire. È per questo che abbiamo inserito persone che fanno la valutazione ESG in ogni comitato di investimenti di Enel.

Si parla tanto di transizione energetica e decarbonizzazione, nelle aziende e nel sistema Paese, ma in che modo l’innovazione può realmente guidare questo processo e cosa sta mettendo in campo Enel per raggiungere questo obiettivo?
La scelta di puntare tutto sulle rinnovabili ed eliminare le fonti fossili non è – come uno potrebbe pensare – una scelta finalizzata solo al guadagno. È una scelta anche finalizzata a quello, ma deve necessariamente esserci un rapporto virtuoso con l’ambiente, una relazione non tossica con le popolazioni e le comunità in cui si opera. Noi oggi abbiamo un team di manager coesi sulla visione che ha il nostro Amministratore Delegato di mettere la società prima del business, e che vede il business come parte della società. La sostenibilità inserita solo nella funzione di comunicazione e marketing, non basta. Sarebbe greenwashing. Avere la funzione Innovability® anche nell’area finanza, ci ha permesso ad esempio nel 2019 di creare il primo SDG Linked Bond al mondo, un prodotto che ha rivoluzionato la finanza sostenibile. Si tratta di un bond legato alla nostra traiettoria di decarbonizzazione, con obiettivi di sviluppo sostenibile precisi, grazie al quale abbiamo risparmiato fino a 25 punti base di tasso d’interesse. Risultato: cinque miliardi raccolti già nel 2019, con richieste che erano fino a sei volte la nostra offerta.

Parlando di iniziative più recenti, avete da poco lanciato un innovativo sistema di stoccaggio “Second Life” per le batterie usate: in cosa consiste?
Una batteria è oggi riciclabile al 98%. Per questo stiamo aiutando un’azienda italiana, più precisamente di Vicenza, a mettere su una fabbrica che abbia l’obiettivo di riciclarle. Prende le batterie, insieme ad altri soggetti dell’ecosistema italiano, ne ricicla i materiali e li riutilizza. In questo modo non è necessario essere sempre alla ricerca di nuovi materiali e nuove batterie, ma è sufficiente dare una seconda vita a quelle che già abbiamo. Oltre a questo, stiamo anche lanciando un altro progetto: a Melilla, un’enclave spagnola che si trova in Marocco, abbiamo raccolto in un nostro impianto batterie di prima vita e batterie di seconda vita. Ancora prima di riciclarle, riusciamo tenerle in vita per altri vent’anni, alternando la ricarica attraverso fonti rinnovabili al consumo. Questo ci permette anche di avere la libertà geopolitica rispetto ad alcuni materiali sulla quale oggi si discute molto. In questo senso, le rinnovabili sono l’unica via per essere davvero autonomi.