Crisi idrica, l’allarme: Italia tra i Paesi ad alto rischio

Secondo l'analisi del World Resource Institute, l'Italia rientra nei 27 paesi a rischio "alto". Tra il 6% ed il 15% della popolazione italiana vive in territori esposti a una siccità severa

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Redazione

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È allarme rosso: la crisi idrica avanza e coinvolge sempre più Paesi. Tra questi anche l’Italia che seppur non fa parte delle regioni a rischio “estremamente alto”, risulta comunque tra le zone sensibili.

La crisi idrica nel mondo: dati preoccupanti e prospettive

A riportare i dati preoccupanti è stata un’analisi del centro studi americano World Resources Institute (WRI), un’organizzazione no profit specializzata nello stimare le risorse naturali globali. Secondo quanto emerso il 25% della popolazione mondiale, distribuita in 17 paesi, attualmente vive in regioni a rischio “estremamente alto” di crisi idrica.L’Italia non rientra in questi 17 paesi, occupando il 44esimo posto (su 164) della classifica. Una posizione che la immette comunque nella zona a rischio “alto”. In breve, dalle falde acquifere, si sta prelevando più acqua di quel che si dovrebbe.

I 17 paesi maggiormente in crisi sono quelli che in media usano circa l’80% delle proprie risorse idriche in un anno, destinandole alle coltivazioni, all’industria e alle abitazioni. Il che significa che innanzi a un periodo di siccità potrebbero rapidamente trovarsi senza acqua.Quelli classificati a rischio “alto” come l’Italia, in tutto 27 stati, annualmente prosciugano il 40% dell’acqua presente sui loro territori. Una percentuale meno alta rispetto ai 17 paesi da ‘codice rosso’, ma comunque allarmante secondo gli studi.

La siccità in italia: un allarme crescente e le sue implicazioni

La siccità è diventata un allarme crescente in Italia, con oltre tre milioni e mezzo di italiani che rischiano di trovarsi senza accesso all’acqua potabile. Questo drammatico scenario è stato evidenziato dal presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Bacino (Anbi), Francesco Vincenzi, il quale ha richiamato l’attenzione sui dati forniti dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Secondo il CNR, una percentuale significativa della popolazione italiana, compresa tra il 6% e il 15%, vive in aree esposte a siccità severa o estrema.L’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche ha costantemente segnalato un peggioramento della situazione, con una tendenza preoccupante anche in caso di eventuali precipitazioni future. La mancanza di pioggia ha colpito diverse regioni italiane, con particolare impatto lungo le zone tirreniche dell’Italia centrale. Le temperature miti hanno ulteriormente compromesso la situazione, riducendo ulteriormente il già limitato manto nevoso nelle regioni alpine.

In particolare, il fiume Po, vitale per molte comunità, sta registrando portate al di sotto del minimo storico lungo tutta la sua estensione, evidenziando segni di sofferenza idrica anche in altre parti del Paese. Nella regione del Centro Italia, il fiume Tevere mostra una costante diminuzione del livello dell’acqua, mentre il lago di Bracciano si mantiene a livelli significativamente inferiori rispetto agli anni precedenti. La situazione non è migliore al Sud, dove gli invasi idrici stanno subendo una riduzione dei volumi disponibili, costringendo le autorità a rilasciare quantità significative di acqua in mare. Questa crisi idrica non è solo un problema italiano; segnali simili sono stati osservati in altre parti d’Europa, compresi Paesi come la Francia e la Gran Bretagna.

Affrontare l’emergenza idrica in Italia: un impegno delle istituzioni

Di fronte a questa emergenza, il governo italiano ha annunciato l’istituzione di un tavolo di lavoro per affrontare le crisi idriche, con la partecipazione di diversi ministri e funzionari governativi. L’obiettivo è valutare la disponibilità delle risorse idriche e pianificare interventi mirati per affrontare la situazione in modo efficace. Tra le misure previste, vi sono investimenti per il monitoraggio e la previsione avanzata, nonché progetti per migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento idrico e la resilienza delle reti esistenti. Tuttavia, secondo il senatore UDC Antonio De Poli, è necessario adottare un approccio strategico più ampio, che includa interventi infrastrutturali e di gestione delle risorse idriche.

La tutela dell’acqua è diventata una priorità urgente, con la consapevolezza che il cambiamento climatico potrebbe rendere queste crisi idriche sempre più frequenti e gravi in futuro. Sono necessari sforzi congiunti a livello nazionale e internazionale per affrontare questa sfida e garantire un accesso equo e sicuro all’acqua per tutti.