Contro l’innalzamento dei mari, la prima città galleggiante al mondo

La pianta della città sarà su base esagonale, ricorderà le geometrie del corallo locale e sarà in grado di ospitare 20.000 persone tra residenti e turisti

Foto di Matteo Paolini

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Le Maldive sono state a lungo la meta ideale per chi cercava una vacanza in un paradiso terrestre e lo sono state ancora di più durante la pandemia. L’anno scorso il turismo è tornato quasi ai livelli pre-pandemia con l’arrivo di 1,3 milioni di viaggiatori, rispetto agli 1,7 milioni del 2019. Ora le Maldive potrebbero aver trovato una soluzione a lungo termine per la cruda realtà dell’innalzamento del livello del mare. Il progetto si chiama Maldives Floating City e prevede la costruzione: 5.000 unità abitative collegate tra loro e legate sul fondo di una laguna di 200 ettari, progettate per preservare e valorizzare l’ecosistema naturale e culturale.

Il progetto della città galleggiante

Situato a 15 minuti di barca da Malé e dall’aeroporto internazionale, il progetto si basa su un modello di turismo integrato e comprenderà alberghi, case, negozi e ristoranti. Nella città galleggiante non ci sarà posto per le auto, infatti, ogni zona sarà raggiungibile attraverso i canali e le strade naturali di sabbia bianca che saranno percorribili a piedi, in bicicletta o con scooter elettrici silenziosi e a zero emissioni. La città sarà quindi a prova di inquinamento acustico e atmosferico.

I viaggiatori stranieri avranno la possibilità di ottenere automaticamente un permesso di soggiorno grazie all’acquisto di una casa. Il primo blocco abitativo galleggiante sarà trasportato nella laguna e aperto al pubblico ad agosto di quest’anno. Le persone avranno così modo di valutare in anteprima l’aspetto e l’atmosfera delle case. L’inizio dei lavori per la costruzione della città modulare è previsto per gennaio 2023 e saranno necessari cinque anni per essere completata.

Il progetto Maldives Floating City è stato reso possibile grazie alla partnership tra Dutch Docklands e il governo dell’isola. I fondatori di Dutch Docklands sono l’architetto Koen Olthuis e lo sviluppatore Paul van de Camp e il progetto si basa sulla tecnologia galleggiante dei Paesi Bassi, che da secoli sono impegnati nella progettazione di architetture in grado di resistere alle inondazioni.

La progettazione e la pianificazione urbana sono state influenzate da molti fattori, dalla proiezione dei livelli di innalzamento del mare nell’arco di 100 anni alla gestione dei rifornimenti e dei rifiuti, fino alle ombre che gli edifici proietterebbero sui fondali marini e che potrebbero mettere a repentaglio la vita degli ecosistemi.

Il processo di progettazione della Maldives Floating City è durato oltre un decennio e ha l’ambizione di fungere da modello per i futuri sviluppi sostenibili, non solo per le Maldive, ma per tutto il mondo.

Come sarà la città galleggiante

La città sarà composta da segmenti esagonali, in parte modellati sulla geometria del corallo locale, costruiti utilizzando le migliori tecniche ecologiche di edilizia a cui si affiancherà la tradizionale architettura delle Maldive. Gli edifici saranno bassi e affacciati sul mare, posizionati lungo strade ordinate e fiancheggiate da palme, una rete di ponti, canali e moli renderà facilmente accessibili tutti i servizi. Le strutture nella laguna saranno sostenute e stabilizzate da spiagge sabbiose, mentre intorno alla città saranno coltivate enormi barriere coralline che potranno essere ammirate dagli ospiti e dai clienti delle strutture alberghiere e dei ristoranti.

Mohamed Nasheed, Presidente delle Maldive dal 2008 al 2012, ha spiegato che il progetto Maldives Floating City non richiede nessuna bonifica del terreno e ha quindi un impatto minimo sulle barriere coralline presenti. Inoltre, la creazione di nuove e gigantesche barriere coralline fungeranno da frangiflutti naturali. Nasheed ha aggiunto che le opere dell’uomo per adattarsi al cambiamento climatico non devono distruggere la natura ma, al contrario, è necessaria una collaborazione tra uomo e natura. La Maldives Floating City andrà proprio in questa direzione, non potendo fermare le onde e l’innalzamento degli oceani, la città galleggiante si solleverà con loro.

Mentre gli edifici galleggiano sulla superficie dell’acqua, le barriere di isole intorno alla laguna fungeranno da frangiflutti sotto la linea di galleggiamento: una configurazione ingegnosa che riduce l’impatto delle onde della laguna e stabilizza le strutture e i complessi in superficie.

Le città galleggianti sono a prova dei cambiamenti climatici?

Con la minaccia del cambiamento climatico, c’è un crescente interesse per l’architettura galleggiante come alternativa sostenibile. Mentre abbiamo esempi tradizionali come le isole di canneto create dagli indigeni sul lago Titicaca e gli stagni artificiali di Manipur modellati dalla vegetazione galleggiante, le innovazioni recenti includono il quartiere galleggiante di Waterbuurt ad Amsterdam e hotel galleggianti come l’Hotel CPH Living di Copenaghen e il francese Off Paris Seine. Se tutto andrà secondo i piani, il mondo vedrà la sua prima città galleggiante nel 2027.