Quali sono i codici CER dei rifiuti e a cosa servono

Scopri cosa significano i codici CER per i rifiuti, come sono formati e qual è la loro funzione

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Alessandro Mariani

Giornalista

Nato a Spoleto, dopo una laurea in Storia e una parentesi in Germania, si è stabilito a Milano. Ha avuto esperienze in radio e in TV locali e Nazionali. Racconta la società, con un focus sulle tematiche ambientali.

Pubblicato: 26 Ottobre 2021 10:08Aggiornato: 1 Maggio 2024 15:33

I codici CER dei rifiuti vengono utilizzati per dare una nomenclatura agli scarti. Oggi l’attenzione per la sostenibilità ambientale e i numerosi studi sull’ecologia hanno portato a un focus sulla raccolta differenziata e sul trattamento delle sostanze riciclabili o dannose.

L’elenco dei codici CER nasce per aiutare i Paesi europei a gestire più facilmente i rifiuti. Attraverso questa nomenclatura gli scarti possono essere individuati allo stesso modo in più Stati, rendendo più facile la cooperazione in Europa per la gestione sostenibile dei rifiuti, persino quelli tossici o pericolosi.

La tabella codici CER e le classi di pericolosità nascono da diverse direttive europee, volte a migliorare la comunicazione tra gli Stati e la cooperazione in ambito ambientale.

Cosa sono i codici CER

I codici CER possono essere definiti come gli elementi che compongono il Catalogo Europeo dei Rifiuti. Con questo termine si indica un metodo di classificazione e una lista di codici che identificano i rifiuti.

Nello specifico la direttiva 75/442/CEE descrive questi scarti come “qualsiasi sostanza od oggetto che rientri nelle categorie riportate nell’allegato I e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi“. L’elenco dei codici CER conosciuto anche come List of Wastes, è dedicato a tutti i rifiuti destinati al recupero e allo smaltimento.

Originariamente questi codici erano 839 e oggi sono in continuo aggiornamento. In Italia questa nomenclatura viene utilizzata a partire dal 1° gennaio 2002, ma tramite due provvedimenti del 2006 si ufficializza l’utilizzo dei codici smaltimento rifiuti. Nello specifico la normativa più incisiva è il D. Lgs 152/2006, “Norme in materia ambientale”, con gli allegati alla parte quarta, come l’allegato D.

Codici CER dei rifiuti: da cosa sono composti

La struttura dei codici CER aggiornati è chiara e diretta. Essi consistono esclusivamente di numeri, organizzati in coppie. Tipicamente composti da 6 cifre, questi codici servono a identificare l’origine specifica dei rifiuti.

Oltre a identificare la provenienza, i numeri all’interno dei codici CER comunicano anche il processo produttivo da cui derivano i rifiuti. Ad esempio, la sequenza numerica 03 01 01 indica gli scarti di corteccia e sughero. Pertanto, il codice non descrive il rifiuto in sé, ma piuttosto la sua origine e provenienza.

Tabella codici CER e classi di pericolosità

I codici CER dei rifiuti possono aiutare anche a individuare il grado di pericolosità. Infatti gli scarti pericolosi vengono individuati con un asterisco * dopo le cifre. Un esempio è il 02 01 08* per identificare i rifiuti agrochimici contenenti sostanze pericolose.

Ecco l’elenco dei codici CER principali.

  • 01 00 00: Rifiuti derivanti dalla prospezione, l’estrazione, il trattamento e l’ulteriore lavorazione di minerali e materiali di cava
  • 02 00 00: Rifiuti provenienti da produzione, trattamento e preparazione di alimenti in agricoltura, orticoltura, caccia, pesca ed acquacoltura
  • 03 00 00: Rifiuti della lavorazione del legno e della produzione di carta, polpa, cartone, pannelli e mobili
  • 04 00 00; Rifiuti della produzione conciaria e tessile
  • 05 00 00: Rifiuti della raffinazione del petrolio, purificazione del gas naturale e trattamento pirolitico del carbone
  • 06 00 00: Rifiuti da processi chimici inorganici
  • 07 00 00: Rifiuti da processi chimici organici
  • 08 00 00: Rifiuti da produzione, formulazione, fornitura ed uso di rivestimenti (pitture, vernici e smalti vetrati), sigillanti, e inchiostri per stampa
  • 09 00 00: Rifiuti dell’industria fotografica
  • 10 00 00: Rifiuti inorganici provenienti da processi termici
  • 11 00 00: Rifiuti inorganici contenenti metalli provenienti dal trattamento e ricopertura di metalli
  • 12 00 00: Rifiuti di lavorazione e di trattamento superficiale di metalli e plastica
  • 13 00 00: Oli esausti (tranne gli oli commestibili 05 00 00 e 12 00 00)
  • 14 00 00 Rifiuti di sostanze organiche utilizzate come solventi
  • 15 00 00: Imballaggi, assorbenti, stracci, materiali filtranti e indumenti protettivi
  • 16 00 00: Rifiuti non specificati altrimenti nel Catalogo
  • 17 00 00: Rifiuti di costruzioni e demolizioni
  • 18 00 00: Rifiuti di ricerca medica e veterinaria
  • 19 00 00: Rifiuti da impianti di trattamento rifiuti, impianti di trattamento acque reflue fuori sito e industrie dell’acqua
  • 20 00 00: Rifiuti solidi urbani ed assimilabili da commercio, industria ed istituzioni inclusi i rifiuti della raccolta differenziata