Un nuovo inquietante primato: per la prima volta nella storia, la temperatura globale media ha superato la soglia di riscaldamento concordata a livello internazionale per un intero anno. Il periodo da febbraio 2023 a gennaio 2024 ha registrato una temperatura di 1,52 gradi Celsius (2,74 gradi Fahrenheit) superiore ai livelli preindustriali, secondo il servizio Copernicus Climate Change dell’Agenzia spaziale europea.
Un anno di caldo senza precedenti: si tratta della temperatura media globale più alta mai registrata negli ultimi 12 mesi, con il globo che ha battuto i record di calore ogni mese dallo scorso giugno.
Gennaio da record: il primo mese del 2024 ha superato il vecchio record del 2020 per il gennaio più caldo dell’anno di 0,12 gradi Celsius (0,22 gradi Fahrenheit), attestandosi a 1,66 gradi Celsius (3 gradi Fahrenheit) in più rispetto alla fine del 1800, l’epoca preindustriale presa come riferimento per le misurazioni del riscaldamento globale. La temperatura media di gennaio, secondo i dati di Copernicus, è stata di 13,14 gradi.
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Il 2024 si avvia con un nuovo record di calore
“Il 2024 inizia con un altro mese da record: non solo è il gennaio più caldo mai registrato, ma abbiamo anche appena vissuto un periodo di 12 mesi con oltre 1,5°C in più rispetto al periodo di riferimento preindustriale. Una rapida riduzione delle emissioni di gas serra è l’unico modo per fermare l’aumento delle temperature globali”, ha dichiarato Samantha Burgess, vicedirettrice di Copernicus.
Gli esperti sostengono che il 2024 ha una probabilità su tre di essere ancora più caldo del 2023 e il 99% di probabilità di rientrare nella classifica dei cinque anni più caldi di sempre. Fino a questo momento, il primo mese dell’anno sembra confermare queste ipotesi. Come ricordato da Burgess, l’unica soluzione per interrompere questo trend, evitando che le temperature si stabilizzino al livello di 1,5 gradi sopra la media preindustriale con gravissime conseguenze per il pianeta, è rispettare gli obiettivi di decarbonizzazione fissati con gli accordi di Parigi sul clima.
Gennaio da record, il ruolo di El Niño e del riscaldamento globale
Come detto, gennaio 2024 ha fatto registrare temperature record, confermandosi il mese di gennaio più caldo mai misurato. Tuttavia, il livello di riscaldamento è stato inferiore a quello dei sei mesi precedenti, secondo i dati di Copernicus.
Gli scienziati del clima attribuiscono questo calo a una combinazione di fattori:
- Riscaldamento globale causato dall’uomo: la combustione di combustibili fossili continua ad immettere gas serra nell’atmosfera, intrappolando il calore e provocando un aumento delle temperature
- Riscaldamento naturale di El Niño: questo fenomeno periodico causa un riscaldamento temporaneo di parti del Pacifico, influenzando il clima a livello globale
Il ruolo dei gas serra: pur con un leggero calo a gennaio, il riscaldamento globale resta una minaccia imminente. Gli scienziati sottolineano che l’impatto dei gas serra è nettamente superiore a quello di fenomeni naturali come El Niño.
Andrew Dessler, scienziato del clima della Texas A&M University, ha affermato all’Associated Press che gennaio è il periodo in cui il riscaldamento di El Niño tende a raggiungere il picco. Il fatto che le temperature, pur essendo record, siano state inferiori ai mesi precedenti, indica la persistenza del riscaldamento globale come fattore determinante.
Gennaio 2024: il mese più caldo della storia, secondo il C3S
Come abbiamo visto, il servizio Copernicus per il cambiamento climatico (C3S) ha rivelato che gennaio 2024 è stato il mese più caldo mai registrato, superando tutti i precedenti record. Si tratta dell’ottavo mese consecutivo in cui la temperatura globale ha raggiunto un livello eccezionale. Rispetto alla media preindustriale, il mese è stato più caldo di 1.66°C, mentre la temperatura media degli ultimi dodici mesi è stata più alta di 1.52°C.
In Europa, le temperature sono state molto diverse tra il nord e il sud del continente, con il primo più freddo e il secondo più caldo della media. Al di fuori dell’Europa, le aree più calde sono state il Canada orientale, l’Africa nord-occidentale, il Medio Oriente e l’Asia centrale, mentre le più fredde sono state il Canada occidentale, gli Stati Uniti centrali e gran parte della Siberia orientale.
Il fenomeno El Niño, che influisce sulle temperature del Pacifico equatoriale, si è indebolito, ma le temperature dell’aria marina sono rimaste molto elevate. La temperatura media superficiale marina (Sst) per gennaio è stata la più alta mai misurata, raggiungendo 20.97°C, e ha battuto il record assoluto nei giorni finali del mese.
Ghiaccio marino artico in ripresa, mentre quello antartico soffre
L’estensione del ghiaccio marino artico ha raggiunto un valore vicino alla media a gennaio 2024, il più alto dal 2009. Il Mare di Groenlandia e il Mare di Okhotsk hanno registrato concentrazioni di ghiaccio superiori alla media, mentre il Mare del Labrador ha sofferto di concentrazioni inferiori. L’estensione del ghiaccio marino antartico, invece, è stata la sesta più bassa di sempre a gennaio, con un deficit del 18% rispetto alla media. Le concentrazioni di ghiaccio al di sotto della media hanno interessato principalmente i mari di Ross e Amundsen, il Mare di Weddell settentrionale e la costa dell’Antartide orientale.
Precipitazioni: Europa in prevalenza umida, siccità in diverse aree del mondo
Gennaio 2024 è stato un mese più umido della media in gran parte dell’Europa, con tempeste che hanno colpito l’Europa nord e sud-occidentale. Condizioni più secche del normale sono state osservate nella Spagna sud-orientale e settentrionale, nel Maghreb, nel Regno Unito meridionale, in Irlanda, nell’Islanda orientale, nella maggior parte della Scandinavia, in parte della Russia nord-occidentale e nei Balcani orientali.
Oltre all’Europa, il clima è stato più umido della media in diverse regioni, tra cui gli Stati Uniti occidentali e sudorientali, un’ampia regione dell’Eurasia, il Sudamerica sudorientale, l’Africa sudorientale e l’Australia settentrionale e orientale. Condizioni più secche della media sono state invece registrate in alcune parti del Nord America occidentale e meridionale, in Canada, nel Corno d’Africa, nella Penisola Arabica e nell’Asia centro-meridionale. In Australia e in Cile la siccità ha contribuito a intensificare gli incendi.
Riscaldamento globale: +1,5 °C già superato?
Per considerare oltrepassato il limite di riscaldamento globale di +1,5 °C dall’era pre-industriale, non ci si basa su un singolo mese, una settimana o un anno di temperature medie globali superiori. La chiave è la media di lungo termine, calcolata su un periodo di 20-30 anni. Attualmente, questa media si aggira attorno a +1,25 °C rispetto all’era pre-industriale (1850-1900).
L’era pre-industriale è stata scelta come punto di riferimento per due motivi:
- Pochissime rilevazioni scientifiche precise esistevano prima del 1850
- A quell’epoca, il Pianeta era già probabilmente in fase di riscaldamento a causa delle emissioni di combustibili fossili
Il riscaldamento globale potrebbe essere sottovalutato?
Alcuni studi suggeriscono che il livello di riscaldamento globale finora raggiunto potrebbe essere stato sottovalutato. Uno studio del 2023, basato sulle temperature oceaniche registrate da antiche spugne, ipotizza che la sottovalutazione sia di circa 0,2 °C. Un’altra ricerca pubblicata su Nature Climate Change a febbraio 2024 addirittura ipotizza una sottovalutazione di 0,5 °C, sostenendo che la soglia di +1,5 °C potrebbe essere stata già superata nel 2010. Tuttavia, questa conclusione non è condivisa da tutti gli scienziati.
Il nuovo allarme del WWF dopo i dati di Copernicus
Dopo che il Centro per i cambiamenti climatici Copernicus ha annunciato che gennaio 2024 è stato il mese più caldo mai registrato, il WWF ha immediatamente espresso la sua profonda preoccupazione in una nota:
“I nuovi dati mostrano che il mondo ha sopportato 12 mesi consecutivi con un riscaldamento globale di 1,5°C superiore rispetto ai livelli preindustriali. Questo dato arriva dopo un 2023 che ha già fatto registrare un riscaldamento record tra 1,34°C e 1,54°C. Tutto questo deve spingere i Paesi e le imprese ad accelerare drasticamente gli sforzi per ridurre le emissioni di gas serra.”
“Il dato è davvero molto preoccupante – prosegue l’organizzazione ambientalista – ma non significa che il mondo abbia già superato la soglia di 1,5°C a cui fanno riferimento l’IPCC, le Nazioni Unite e l’Accordo di Parigi. Per questo sarebbe necessario che la temperatura media globale rimanesse al di sopra di 1,5°C per un periodo medio di 20 anni. Tuttavia, a meno che non vi sia un’immediata e profonda riduzione delle emissioni in tutti i settori e in tutte le regioni del mondo, la Terra è destinata a superare la soglia di 1,5°C all’inizio del 2030″.
Allarme climatico: il punto di non ritorno e le azioni urgenti
Stephanie Roe, capo del programma WWF per il clima e l’energia nonché autrice del rapporto IPCC AR6, ha dichiarato che la recente pietra miliare della temperatura segna un “momento sismico” per il clima. Questo si verifica contemporaneamente al raggiungimento di un massimo storico delle emissioni globali di gas serra. Roe avverte che, senza una considerevole riduzione delle emissioni nei prossimi anni, supereremo la soglia di 1,5°C a lungo termine nel prossimo decennio, affrontando sfide e costi ancor più elevati per riportare le temperature al di sotto di tale livello.
La prevenzione di ulteriori aumenti del riscaldamento è cruciale per preservare persone e natura. Roe sottolinea che è fondamentale allineare rapidamente le politiche e gli investimenti dei Paesi a ciò che è necessario per limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C. Questo implica raggiungere il picco delle emissioni di gas serra nel prossimo anno e ridurle globalmente di almeno il 43% entro il 2030. L’azione per trasformare economie, sistemi energetici e alimentari, e per proteggere e ripristinare la natura deve avvenire a una velocità e una scala senza precedenti. Roe enfatizza che le soluzioni sono già disponibili e che è necessaria la volontà di attuarle in questo decennio critico.
Il rapporto AR6 dell’IPCC suggerisce un aumento significativo dei finanziamenti, da 3 a 6 volte entro il 2030, per limitare il riscaldamento al di sotto di 1,5°C. Roe esorta i Paesi a incrementare immediatamente i finanziamenti e a lavorare per concordare un nuovo ambizioso obiettivo di finanziamento per il clima alla COP29.
Inoltre, il WWF sottolinea che l’Italia ha registrato il quinto gennaio più caldo dal 1800, con una temperatura media di 1,67°C superiore al periodo di riferimento 1991-2020.