Arriva la rivoluzionaria bici elettrica senza batteria

Dalla Francia la bici elettrica che ha sostituito le batterie al litio, difficili da smaltire, con supercondensatori che immagazzinano energia quando si pedala

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

I veicoli elettrici, da auto e moto a biciclette e monopattini, stanno diventando sempre più popolari. La loro caratteristica principale è l’assenza di emissioni, che li rende una scelta più rispettosa dell’ambiente rispetto ai veicoli a motore tradizionale.

Tuttavia, nonostante questa prospettiva di un futuro più sostenibile, ci sono molti scettici. La principale fonte di preoccupazione è legata allo smaltimento delle batterie, che diventerà un problema sempre più evidente man mano che il numero di veicoli elettrici aumenterà. Questa preoccupazione ha spinto alcune persone a suggerire alternative come l’uso dell’idrogeno o l’adozione di carburanti bio o sintetici, almeno per quanto riguarda i veicoli a motore.

Inoltre, in questo contesto, si è discusso relativamente poco riguardo alla micromobilità, che ha guadagnato slancio dopo la pandemia. Tuttavia, recentemente un’azienda francese ha proposto un’idea che potrebbe effettivamente rivoluzionare questo settore se venisse adottata su larga scala.

Le batterie per e-bike: un confronto tra opzioni

Nel mondo delle biciclette elettriche, le opzioni per le batterie variano notevolmente. Esaminiamo tre tipi principali di batterie disponibili sul mercato.

  • Batterie al piombo: questa è la tecnologia più datata e si contraddistingue per tempi di ricarica molto lunghi e un rapporto peso/autonomia sfavorevole. Sebbene siano ancora in uso, sono considerate meno efficienti rispetto alle alternative più recenti.
  • Batterie al nichel-metallo idruro: queste batterie rappresentano un miglioramento rispetto a quelle al piombo, ma non raggiungono il massimo dell’efficienza. Soffrono di un problema di autoscarica e sono suscettibili all’effetto memoria, che riduce la capacità se soggette a cariche e scariche parziali.
  • Batterie al litio: le batterie al litio sono le più compatte e leggere tra le opzioni disponibili, offrendo un notevole aumento dell’autonomia per le biciclette elettriche. Queste batterie sono considerate la scelta più avanzata e popolare, grazie alle loro prestazioni superiori.

E-bike senza batteria: la Pi-Pop, una soluzione sostenibile

Le moderne bici elettriche rappresentano sicuramente un notevole progresso rispetto a quelle disponibili qualche anno fa. Tuttavia, persiste un problema legato alle batterie al litio che possono avere un impatto ambientale negativo, soprattutto nel momento dello smaltimento. Ma c’è una soluzione innovativa: la Pi-Pop, un’eccezionale e-bike senza batteria.

Questa bicicletta elettrica è il risultato dell’ingegno di un imprenditore francese di nome Adrien Lelièvre. Invece di utilizzare le tradizionali batterie agli ioni di litio, ha optato per un supercondensatore. Questi supercondensatori, come le batterie agli ioni di litio, sono in grado di immagazzinare energia, ma senza coinvolgere reazioni chimiche. Ciò che rende la e-bike di Lelièvre davvero unica è che non ha bisogno di essere collegata a una presa di corrente per ricaricarsi. L’energia necessaria è generata dalla pedalata stessa e dall’energia cinetica recuperata durante le fasi di frenata. Un vero balzo in avanti verso la sostenibilità nell’ambito della mobilità.

Supercondensatori: l’innovazione dietro la Pi-Pop

Il supercondensatore è una tecnologia in grado di accumulare energia durante la pedalata e la frenata, rilasciandola solo quando necessario, come ad esempio durante una salita leggera. Adrien Lelièvre, creatore della Pi-Pop E-Bike, ha spiegato a EuroNews che il supercondensatore installato sulla sua bicicletta è sufficiente per affrontare dislivelli di 50 metri, a condizione che sia stata accumulata energia durante una pedalata pianeggiante. Questo dettaglio la rende praticamente adatta all’80% delle città europee.

È importante sottolineare che l’idea del supercondensatore non è nuova, essendo una tecnologia nata negli anni Settanta e, negli ultimi anni, è stata costantemente aggiornata e applicata in vari campi. Questi dispositivi sono utilizzati, ad esempio, per ottimizzare l’efficienza dei pannelli solari o migliorare le prestazioni di veicoli ibridi ed elettrici. Tuttavia, fino a questo momento, non erano stati impiegati su biciclette elettriche, rendendo la Pi-Pop un esempio unico di innovazione nel settore della mobilità sostenibile.

Bici a supercondensatori: pro e contro di una soluzione ecologica

Le biciclette a supercondensatori, prive di batterie, offrono vantaggi che le rendono “attraenti” per i ciclisti attenti all’ambiente. Queste due ruote pesano solitamente meno di 20 kg, risultando più leggere e facili da trasportare rispetto alle controparti con batteria. Inoltre, i supercondensatori hanno una durata notevolmente superiore rispetto alle batterie, con una vita utile che si estende dai 10 ai 15 anni, a differenza dei 2-3 anni tipici delle batterie tradizionali.

Un altro aspetto rilevante riguarda la sostenibilità ambientale dei supercondensatori. Questi componenti, in grado di immagazzinare carica elettrica e gestire picchi di potenza, si distinguono per la loro eco-compatibilità, essendo riciclabili al 100%. La loro composizione principale comprende alluminio e carbonio, materiali che agevolano un processo di riciclaggio efficiente. Questo aspetto rappresenta un contributo significativo alla promozione della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare.

Tuttavia, vi sono alcune limitazioni da considerare. La velocità massima delle biciclette a supercondensatori, come la STEE, si attesta a soli 15 km/h, mentre la maggior parte delle bici elettriche “tradizionali” può raggiungere i 25 km/h. Inoltre, il prezzo rimane ancora relativamente elevato, oscillando tra 1.500 e 2.000 euro. Nonostante queste sfide, l’innovazione rappresentata dalle bici a supercondensatori, rispetto alle bici elettriche “tradizionali”, promette un futuro sostenibile e durevole per la mobilità urbana.

Come prolungare la vita delle batterie delle e-bike

La durata delle batterie delle e-bike non è una misura standard, ma dipende da vari fattori. Diversi elementi influenzano la longevità delle batterie, tra cui la manutenzione, il numero di cicli di carica, la gestione della batteria e il livello di assistenza alla pedalata.

La frequenza con cui si carica la batteria e la modalità in cui viene utilizzata possono avere un impatto significativo sulla sua durata. Inoltre, il livello di assistenza alla pedalata e l’effort richiesto alla bici giocano un ruolo fondamentale nella vita delle batterie. Per massimizzare la durata delle batterie delle e-bike, è consigliabile ricorrere alla pedalata tradizionale quando possibile e mantenere una velocità costante, contribuendo a preservare il loro potenziale a lungo termine.

Come smaltire le batterie delle e-bike in modo ecologico

Le batterie delle e-bike sono dispositivi che ci permettono di pedalare con meno fatica e di godere del paesaggio. Tuttavia, come tutti gli accumulatori, hanno una durata limitata e prima o poi devono essere sostituite. Poiché sono considerate rifiuti speciali, è necessario trattarle come tali per preservare l’ambiente. Ecco come farlo:

  • Contattare il centro di raccolta: il primo passo è rivolgersi al centro di raccolta o all’isola ecologica del proprio Comune per verificare se sono autorizzati a gestire il corretto smaltimento delle batterie delle e-bike. Questi enti possono fornire indicazioni specifiche sulle procedure locali da seguire
  • Rivenditori autorizzati: un’alternativa valida è contattare rivenditori autorizzati di batterie e-bike. Questi professionisti saranno in grado di indirizzare verso i canali appropriati per lo smaltimento sicuro e rispettoso dell’ambiente delle batterie esauste

Assicurarsi che le batterie delle e-bike siano smaltite in modo corretto è fondamentale per evitare danni ambientali. Seguire le linee guida locali e consultare esperti del settore può contribuire a garantire che questo processo avvenga in modo responsabile.

Il riciclo delle batterie e-bike: una seconda vita responsabile

Oltre allo smaltimento, il riciclaggio rappresenta un’opzione ecologica per le batterie delle e-bike esauste. Numerose parti di queste batterie, come i connettori, i fili e la plastica, possono essere riutilizzate. Inoltre, attraverso processi chimici specializzati, è possibile estrarre elementi come nichel, rame, cobalto e alluminio dalle batterie e-bike riciclate, consentendo il loro impiego nella creazione di nuove batterie.

Per condurre operazioni di riciclo delle batterie delle e-bike in modo responsabile, è essenziale rivolgersi a aziende specializzate in questo settore. Alcune aziende, ad esempio, offrono un servizio di ricellaggio, che comporta la sostituzione degli elementi interni (le celle) delle batterie, mantenendo intatto l’involucro esterno. Questo processo contribuisce a ridurre gli impatti ambientali delle batterie esauste e promuove una gestione sostenibile dei materiali.