Il 1° luglio 2024 è una data spartiacque per i contribuenti abituati ad utilizzare il Modello F24. Entra infatti oggi in vigore il Decreto Legge n. 39 del 29 marzo 2024, attraverso il quale vengono introdotte alcune specifiche deroghe per l’utilizzo delle compensazioni di eventuali debiti fiscali per i soggetti che abbiano delle iscrizioni a ruolo per delle imposte erariali.
Il decreto, che è stato convertito con alcune modifiche dalla Legge n. 67 del 23 maggio 2024, ha stabilito – al comma 2 dell’articolo 4 – il divieto di compensare dei debiti fiscali utilizzando un Modello F24 per i contribuenti che si trovino nelle seguenti condizioni:
- abbiano delle iscrizioni a ruolo per imposte erariali e relativi importi aggiuntivi;
- abbiano dei carichi affidati agli agenti della riscossione per atti avviati dall’Agenzia delle Entrate.
La restrizione è prevista nel caso in cui i debiti erariali superino i 100.000 euro ed i termini di pagamento risultino essere già scaduti. Sempre che, nel frattempo, non siano intervenuti dei provvedimenti di sospensione. Il legislatore, infatti, ha previsto delle opportune deroghe per gli eventuali piani di rateazione.
Indice
Modello F24, quando scatta il divieto di compensazione
Da oggi 1° luglio 2024 scattano le nuove regole per il Modello F24. Entra in vigore il divieto di compensazione per i contribuenti che si ritrovano nelle seguenti situazioni:
- abbiano dei debiti registrati a ruolo per delle imposte erariali e i relativi importi aggiuntivi;
- complessivamente gli importi dovuti risultano essere superiori a 100.000 euro;
- i termini di pagamento sono scaduti.
Nel caso in cui siano attivi dei provvedimenti di sospensione del pagamento, l’eventuale blocco della compensazione può essere superato. Questa, ad ogni modo, non risulta essere l’unica eccezione prevista dalla normativa. Possono continuare ad accedere alla compensazione anche i contribuenti i cui debiti rientrino nei piani di pagamento rateale, purché non sia intervenuta la decadenza. Questa arriva nel momento in cui il debitore è in ritardo con il pagamento di otto rate anche non consecutive, una situazione che porta alla perdita della rateizzazione del debito.
Nel divieto compensazione non rientrano i seguenti debiti:
- contributi previdenziali;
- quote associative;
- contributi assistenziali;
- premi assicurativi contro gli infortuni sul lavoro e malattie professionali.
L’introduzione di queste restrizioni permette di gestire in maniera più flessibile i debiti fiscali rispettando completamente la normativa attualmente in vigore. E, soprattutto, per evitare delle potenziali sanzioni.
Come gestire i pagamenti rateali
Per gli eventuali debiti che risultino essere già inclusi all’interno dei piani di rateazione attivi, non si applica il divieto di compensazione all’interno del Modello F24. Purché il programma di rientro non risulti essere già decaduto. Questo significa, in altre parole, che se un contribuente dovesse avere delle imposte erariali e relativi accessori per un valore complessivo che superi i 100.000 euro e i termini di pagamento risultino essere scaduti, ha la possibilità di superare questa restrizione con la presentazione di una richiesta di pagamento rateale. L’istanza, però, deve essere presentata entro il 30 giugno 2024.
Grazie a questa opportunità i diretti interessati possono gestire in maniera più flessibile i debiti fiscali, conformandosi con le normative vigenti ed evitando delle spiacevoli sanzioni. Una richiesta di rateizzazione, presentata entro fine mese, costituisce un’ulteriore opportunità per regolarizzare le proprie pendenze finanziarie.
Modello F24: come evitare le sanzioni
A partire dal 1° luglio 2024 l’Agenzia delle Entrate respinge eventuali Modelli F24 nel momento in cui sono presenti dei debiti iscritti a ruolo per degli importi superiori a 100.000 euro. La nuova attività è possibile grazie all’integrazione tra le varie banche dati e ai nuovi processi di digitalizzazione.
I contribuenti, a questo punto, potrebbero vedersi rifiutato in maniera automatica il Modello F24 in compensazione e il pagamento verrà considerato come non effettuato. Per sanare la propria posizione, a questo punto, il contribuente è obbligato a procedere effettuando il versamento aderendo al ravvedimento operoso.
La soglia dei 1.500 euro
Una soglia a cui devono prestare attenzione i contribuenti è quella dei 1.500 euro, quando è prevista una compensazione nel Modello F24. Nel momento in cui un contribuente invia un Modello F24 con la compensazione di debiti inferiori a 100.000 euro ma superiori a 1.500 euro, L’Agenzia delle Entrate accetta l’invio. Ma contestualmente applica la sanzione prevista. In precedenza questa situazione si veniva a verificare solo e soltanto a seguito di una specifica indagine. Adesso, invece, è diventata più molto più rapida.
Ad ogni modo da oggi i contribuenti si potrebbero trovare nelle seguenti situazioni:
- hanno dei debiti superiori a 100.000 euro per dei tributi che sono gestiti direttamente dall’Agenzia delle Entrate ed inviano un Modello F24 con compensazione. Il pagamento viene respinto. È necessario inviare un nuovo Modello F24 senza utilizzare crediti in compensazione, in modo da non incorrere in sanzioni;
- hanno dei debiti compresi tra 1.500 e 100.000 euro per dei tributi amministrati direttamente dall’AdE. Nel momento in cui inviano un Modello F24 con compensazione il sistema accetta il pagamento, ma viene applicata una sanzione. Non è possibile fare un nuovo invio né ricorrere al ravvedimento operoso;
- inviano un Modello F24 per compensare dei tributi locali: anche quando sono state superate le soglie non subiscono delle sanzioni o dei blocchi.
Lo scopo di queste nuove norme, sostanzialmente, è fare in modo che i contribuenti si comportino correttamente sotto il profilo fiscale. Ma, soprattutto, ha lo scopo di evitare che le compensazioni nel Modello F24 siano usate in maniera non corretta.
In sintesi
Come chiarito dall’Agenzia delle entrate, da oggi 1° luglio 2024 scatta il divieto di effettuare le compensazioni con il Modello F24. Non potranno più accedere a questo strumento i contribuenti con dei debiti fiscali superiori a 100.000 euro, che derivano da dei debiti iscritti a ruolo e scaduti.
Discorso diverso per i contribuenti che hanno attivato delle procedure per la rateizzazione dei debiti, che potranno continuare ad effettuare le compensazioni.