Bonus Inps fino a 800 euro: chi può richiedere l’indennità Iscro

Con la Legge di Bilancio 2021 arriva Iscro: l'indennità riconosciuta ai lavoratori della gestione separata

Pubblicato: 11 Febbraio 2021 11:29Aggiornato: 14 Febbraio 2024 15:18

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

L’acronimo Iscro sta ad indicare l’Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa introdotta dalla Legge di Bilancio 2021, indirizzata ai lavoratori iscritti alla Gestione Separata: si tratta di un bonus destinato alle p. Iva, in possesso di determinati requisiti, versato direttamente dall’Inps attraverso il riconoscimento di una quota che – a seconda dei casi – può variare dai 250 agli 800 euro mensili.

Bonus Iscro Inps, quanto spetta: importi e mensilità

Il bonus Inps Iscro nasce per far fronte all’emergenza Covid, riconoscimento una sorta di cassa integrazione (o sostegno al reddito che dir si voglia) ai lavoratori autonomi, quindi possessori di p. Iva, colpiti dalla crisi. A questi, nello specifico, verranno riconosciuti degli aiuti mensili per una sola volta nell’arco del triennio che va dal 2021 al 2023, cui importi possono variare a seconda dei casi.

L’indennità Inps sarà erogata per sei mensilità in totale e sarà pari al 25% dell’ultimo reddito dichiarato su base semestrale dal contribuente che la richiede. L’importo, come già accennato, non potrà comunque superare gli 800 euro mensili né essere inferiore a 250 euro mensili.

Bonus Iscro finanziato con l’aumento dei contributi Inps

Ciò che lascerà probabilmente scontenti i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata, soprattutto quelli che non potranno richiedere il bonus, è sapere che per il finanziamento dell’Iscro si prevede un incremento dell’aliquota aggiuntiva dovuta alla Gestione Separata, pari a 0,26 punti percentuali nel 2021 e a 0,51 punti percentuali per gli anni 2022 e 2023.

Quindi, se l’aliquota per i professionisti (non pensionati) per il 2020 è fissata al 25% (cui va aggiunto uno 0,72% per il finanziamento dell’indennità di maternità), lo stesso contributo da versare, che verrà applicato sul reddito da lavoro autonomo risultante dalla relativa dichiarazione annuale, aumenterà a 25,98% nel 2021 e a 26,23% nel biennio 2022/2023.

Chi può richiedere il bonus Iscro Inps fino a 800 euro

Pensato come una sorta di cassa integrazione per i lavoratori autonomi che hanno perso il lavoro, il bonus Iscro Inps non può essere richiesto da tutti.

Per poter essere considerato un beneficio, infatti, bisognerà essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • non essere titolari di trattamento pensionistico diretto né assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie;
  • iscrizione alla Gestione Separata;
  • non essere beneficiari di reddito di cittadinanza;
  • essere in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria;
  • avere la partita Iva attiva da almeno quattro anni alla data di presentazione della domanda, per l’attività che ha dato titolo all’iscrizione alla gestione previdenziale.

Inoltre, per ricevere l’indennità è necessario aver prodotto un reddito, nell’anno precedente la domanda, inferiore al 50% della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei tre 3 anni precedenti e aver dichiarato un reddito non superiore a 8.145 euro.

Bonus Inps fino a 800 euro ai lavoratori della Gestione Separata: come fare domanda

Per vedersi riconosciuto il bonus Iscro, i contribuenti in possesso dei requisiti sopra elencati devono presentare domanda all’Inps. La richiesta dovrà essere accompagnata da un’autocertificazione dei redditi prodotti per gli anni di interesse e il tutto dovrà essere inoltrato in via telematica entro il termine del 31 ottobre di ogni anno.

Precise disposizioni sulle modalità di invio verranno poi rilasciate dall’Istituto di Previdenza, così come per la definizione in dettaglio si deve attendere l’apposito decreto del Ministro del lavoro e delle politiche, adottato entro sessanta giorni dalla entrata in vigore del provvedimento (quindi entro il 2 marzo 2021).