Tari sempre obbligatoria: si paga anche su box, garage e cantine

Lo stabilisce una recente sentenza della Cassazione: la Tari è sempre obbligatoria anche sulle pertinenze senza allaccio alle utenze

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Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

Giornalista pubblicista, ha maturato una solida esperienza nella produzione di news e approfondimenti relativi al mondo dell’economia e del lavoro e all’attualità, con un occhio vigile su innovazione e sostenibilità.

Pubblicato: 26 Settembre 2019 10:57

La Tari si paga anche su box, garage, cantine, parcheggi o autorimesse non dotati di allacciamento alle rete elettrica. La mancata fornitura di energia elettrica non esclude la produzione di rifiuti durante le ore diurne. Il pagamento della tassa rifiuti per questi immobili non viòla il principio comunitario “chi inquina paga”, poiché i locali e le aree frequentati da persone sono sempre produttivi di rifiuti.

A stabilirlo una recente sentenza della Cassazione (n. 23058 del 17 settembre 2019), che ribalta il precedente verdetto dei giudici che invece avevano escluso questo tipo di locali dal pagamento della Tari.

La sentenza

Box auto, autorimesse, cantine, depositi, garage e parcheggi sono sempre soggetti al pagamento della tassa rifiuti, anche se questi immobili non sono allacciati alla rete elettrica. Secondo la Cassazione non è vero, come sostenuto da alcuni giudici di merito, che tali immobili non siano suscettibili di produrre rifiuti. “Non si vede sotto quale profilo la destinazione di locali a cantine o a garage potrebbe farli considerare esclusi dalla possibilità di produrre rifiuti, in quanto le aree adibite a parcheggio di autovetture o quelle utilizzate come deposito, quali le cantine, sono aree frequentate da persone e, quindi, produttive di rifiuti in via presuntiva”. Lo stesso trattamento la legge riserva a “un box auto adibito ad autorimessa”. È del tutto irrilevante, quindi, “la deduzione del contribuente sulla circostanza che il box auto non sia allacciato alla fornitura di luce elettrica, il che può al più sostenere una presunzione di utilizzo del bene solo durante le ore diurne”. Questo non prova l’inidoneità dell’immobile alla produzione dei rifiuti.

Cosa cambia

La sentenza potrebbe modificare l’approccio alla Tari da parte di diverse amministrazioni locali. Di fatto adesso diversi proprietari di box o cantine potrebbero dover mettere mano al portafogli per pagare una Tari che finora era rimasta nel cassetto delle amministrazioni comunali.

Quando non si paga la Tari 

La decisione della Corte di Cassazione non deve ingannare i contribuenti. Resta fermo il principio che la Tari non si paga se si dimostra che la casa è priva di allacci alle utenze luce e gas.
Il presupposto della Tari è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o aree scoperte adibite a qualsiasi uso che sono suscettibili di produrre rifiuti urbani. La discrimine è quindi la produzione di rifiuti in via presuntiva.
Se la casa è disabitata e, in quanto tale, non vengono prodotti rifiuti, si può essere esonerati dal pagamento della Tari. Per dimostrare che l’immobile non è occupato da nessuno:

  • la casa deve essere priva di arredi;
  • bisogna dimostrare che la casa è priva di allacci alle utenze, sia per quel che riguarda le forniture di acqua, gas e luce, per il periodo di competenza della Tari.

Il Comune potrà legittimamente effettuare ispezioni all’interno della casa per verificare l’effettiva presenza dei requisiti necessari per aver diritto all’esonero dal pagamento della tassa sui rifiuti.