Il Governo potrebbe dare vita a una nuova sanatoria, una sorta di rottamazione selettiva. Non un provvedimento di ampio respiro, come vorrebbe la Lega, ma un beneficio riservato a pochi.
Il nodo è, fra le altre cose, quello delle coperture: la prossima legge di Bilancio si giocherà sulla capacità di trovare la quadra fra la volontà del Governo di alleggerire la pressione fiscale su ceto medio, famiglie e imprese e la scarsità delle risorse a disposizione.
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Rottamazione selettiva: niente sconti ai furbetti
Sul fronte della pace fiscale, la Lega continua a spingere per la rottamazione delle cartelle esattoriali, ma il viceministro all’Economia Maurizio Leo mette dei paletti: l’intervento dovrà essere selettivo e non potrà avvantaggiare i contribuenti “recidivi” o chi usa escamotage per non pagare le tasse. L’obiettivo è agevolare chi si trova realmente in difficoltà, senza trasformare la misura in un condono generalizzato.
Su questo punto si rilevano le barricate della Lega, con Matteo Salvini che vuole una rottamazione classica, sul modello della rottamazione quater, che riguardi tutte le cartelle esattoriali con rate dilazionate a 10 anni e togliendo anche sanzioni e interessi.
Maurizio Leo, intervenuto in un incontro sul fisco della Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa), ha ribadito che l’intera partita che riguarda la Manovra è ancora un “work in progress”.
Molte ipotesi restano sul tavolo, dalla rottamazione delle cartelle all’Ires premiale, fino al taglio dell’Irpef. Ma, come detto, resta la condizione delle coperture, così come dei “dati Istat”. L’aggiornamento dei conti economici nazionali è atteso il 22 settembre.
Taglio Irpef al ceto medio
Il governo punta a confermare il suo impegno nei confronti del ceto medio. L’ipotesi più concreta è la riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%, per i redditi fino a 50-60.000 euro. Una misura che avrebbe un costo stimato di circa 4 miliardi, ma che rappresenta una delle priorità indicate dalla premier Giorgia Meloni.
Ires premiale: chi investe e assume paga meno
Altro nodo centrale riguarda l’Ires premiale, introdotta con l’ultima Manovra e oggi fissata al 20% per le imprese che reinvestono utili in innovazione e beni tecnologici 4.0 e 5.0. Il governo punta a renderla strutturale e più semplice, collegandola al principio “chi più assume meno paga”.
Detassazione dei premi di produttività
La strada già percorsa e considerata virtuosa dal viceministro è quella della detassazione dei premi di risultato. Un modello che, secondo Leo, permette di premiare i lavoratori e stimolare la produttività senza pesare eccessivamente sui conti pubblici.
Le istanze della Lega
Della pretesa di una nuova rottamazione urbi et orbi si è già detto. Ma Matteo Salvini chiede inoltre un contributo alle banche, punto che lo metterà inevitabilmente in frizione con il collega Antonio Tajani di Forza Italia, difensore nel Governo degli interessi della famiglia Berlusconi (Banca Mediolanum).
E la Lega chiede inoltre una flat tax sui ricchi stranieri che investono in Italia.
Iter parlamentare della Manovra e vincoli europei
Il percorso verso la Manovra, che sarà di circa 30 miliardi, passa per la definizione del nuovo Dfp (Documento di finanza pubblica) che sostituisce il Def.
Entro il 2 ottobre il governo dovrà presentare l’aggiornamento delle previsioni macroeconomiche e di Bilancio. A metà ottobre, invece, è atteso in Consiglio dei ministri il testo della legge di Bilancio vera e propria. Il quadro resta condizionato anche dalle nuove regole del Patto di stabilità europeo.