La rottamazione quinquies ha il benestare di Giorgetti, Fornero contraria: “Premia evasori”

La Lega rilancia la rottamazione fiscale, Giorgetti dice sì ma con prudenza. Fornero attacca: misura elettorale senza coperture. Il dibattito è rovente

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 13 Febbraio 2025 08:04

Il grande bazar della rottamazione fiscale si riapre, con la Lega che rilancia la sanatoria e il fronte critico che alza le barricate. Da un lato, si parla di una nuova opportunità per i contribuenti di mettersi in regola senza il peso di interessi e sanzioni. Dall’altro, c’è chi teme che questa ennesima operazione si trasformi in un colpo di grazia per le finanze pubbliche. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha concesso un via libera cauto, chiedendo garanzie sulle coperture per non trasformare la misura in un boomerang economico. Elsa Fornero, mai tenera su questi temi, ha definito la proposta una farsa elettorale confezionata ad arte per raccogliere consensi. La tensione tra le forze politiche cresce, e il dibattito è più acceso che mai.

Elsa Fornero critica la rottamazione a Dimartedì

Elsa Fornero a Dimartedì (La7) smonta la proposta della Lega sulla rottamazione delle cartelle esattoriali. L’ex ministra del Lavoro non usa giri di parole e definisce l’operazione “una presa in giro” che prende in giro anche gli elettori del Carroccio. Una bocciatura netta per una misura che, secondo le stime, peserebbe sulle casse pubbliche per oltre 5 miliardi nel 2025 e 3 miliardi nel 2026, lasciando dietro di sé il solito caos finanziario.

L’economista smonta la trovata della Lega, sottolineando come una simile misura avrebbe dovuto trovare posto nella legge di Bilancio, con coperture certe e dichiarate. “Se volevi una misura di questo tipo, la dovevi presentare nella legge di Bilancio, trovare le coperture e dire a viso aperto che vuoi soccorrere gli italiani in difficoltà e magari premiare qualche evasore. Questa è la disperazione di un perdente”.

Rottamazione quinquies: il dibattito nella maggioranza

Nel teatrino politico della rottamazione quinquies, le tensioni si tagliano col coltello. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha concesso un via libera condizionato alla misura, ma il coro delle polemiche non si è fatto attendere. La Lega spinge per una sanatoria a dieci anni, mentre Forza Italia cerca di far quadrare i conti senza sfondare il bilancio pubblico.

Alberto Gusmeroli, presidente della commissione Attività Produttive della Camera, conferma che la proposta è sul tavolo e che il governo è in piena fase di trattativa. Il semaforo verde del ministro dell’Economia, però, non è una concessione incondizionata: il rischio di un buco nei conti pubblici è ancora alto. A sostenere la misura si è schierato anche l’Istituto Nazionale Tributaristi (Int), che la considera un miglioramento rispetto alle precedenti rottamazioni, garantendo ai contribuenti una via d’uscita più elastica e meno punitiva.

Giorgetti approva la sanatoria ma chiede cautela

La vera gatta da pelare, però, resta la copertura finanziaria. Si parla di un impatto da 5,2 miliardi di euro, una cifra che continua a fluttuare senza un ancoraggio preciso. Dove si trovano questi soldi? Per ora, è tutto avvolto nella nebbia della politica.

Il via libera di Giorgetti è quindi un segnale forte per Matteo Salvini, che cerca di spingere la misura nel Parlamento, ma la prudenza del ministro indica che non sarà un percorso senza ostacoli. La Ragioneria generale dello Stato è già al lavoro per trovare una quadra che non mandi all’aria il bilancio nazionale.

Nel frattempo, la proposta leghista prevede di includere tutti i debiti fiscali affidati alla riscossione fino al 31 dicembre 2023, con una rateizzazione decennale senza interessi e sanzioni. La decadenza scatterebbe solo dopo il mancato pagamento di otto rate consecutive. Ma senza coperture certe, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, in quota Fratelli d’Italia, continua a frenare, sottolineando che i soldi vanno trovati prima di mettere nero su bianco la misura.

Forza Italia: la rottamazione non è la priorità, meglio il taglio Irpef

Forza Italia, dal canto suo, per voce del senatore Dario Damiani, insiste sulla necessità di destinare eventuali fondi aggiuntivi alla riduzione dell’Irpef per il ceto medio, con un abbassamento dell’aliquota dal 35% al 33%.