Molti contribuenti che hanno presentato il Modello 730 Integrativo si chiedono come recuperare il rimborso Irpef. Questo documento può essere trasmesso quando la dichiarazione dei redditi già presentata contiene errori o dati mancanti. Le eventuali lacune possono essere colmate con questo invio integrativo, anche dopo la scadenza del Modello 730 ordinario.
Fatte queste premesse, rassicuriamo subito i contribuenti: il conguaglio arriva velocemente se sono state rispettate le scadenze per l’invio della documentazione integrativa.
Indice
Le correzioni del Modello 730, un breve ripasso
Il legislatore ha pensato ai contribuenti che hanno commesso degli errori nella dichiarazione dei redditi e li vogliono correggere. Chi deve integrare una spesa detraibile può farlo presentando il Modello 730 Integrativo, la cui scadenza è fissata al 27 ottobre. Per questa pratica è necessario rivolgersi a un Caf o a un professionista abilitato. Il documento può essere utilizzato solo se l’integrazione determina un maggiore credito, un minor debito o un’imposta invariata.
Altra strada percorribile, per correggere i dati contenuti nella dichiarazione dei redditi, è quella di presentare un Modello Redditi Correttivo, la cui deadline è fissata per il 31 ottobre. Sempre entro il 31 ottobre è possibile trasmettere il Modello Redditi aggiuntivo del 730: in questo caso il contribuente deve farsi parte diligente e provvedere a compilare i quadri RM.
Il Modello 730 correttivo di tipo 2 deve, invece, essere trasmesso direttamente all’Agenzia delle Entrate entro il 10 novembre. In questo caso la pratica deve essere effettuata utilizzando l’applicazione web, ma solo quando il sostituto d’imposta si sia rifiutato di effettuare i conguagli e si renda necessario compilare nuovamente lo specifico campo inserendo la voce nessun sostituto.
Rimborso Irpef con il 730 integrativo
Essere riusciti a presentare il Modello 730 integrativo entro lo scorso 27 ottobre salva il rimborso Irpef. Il maggior credito viene riconosciuto direttamente nella retribuzione di novembre: questo significa che quanto spetta viene riconosciuto in tempi relativamente veloci.
Il contribuente non deve fare nulla: il meccanismo procede automaticamente. L’Agenzia delle Entrate trasmette al datore di lavoro o all’ente pensionistico un prospetto di liquidazione aggiornato con l’importo esatto del conguaglio. Il sostituto d’imposta erogherà quindi la differenza, che verrà aggiunta sulla busta paga o sul cedolino della pensione.
Sui due documenti verrà messo in evidenza il rimborso Irpef che spetta dal 730 integrativo. L’importo, per correttezza amministrativa, viene distinto completamente dalla retribuzione ordinaria. In altre parole è possibile verificare se l’operazione è andata a buon fine e, soprattutto, accertarsi che l’importo atteso corrisponda realmente alle aspettative. Attenzione: se il credito è elevato, il datore di lavoro o l’ente pensionistico potrebbero ripartirlo su più mensilità, anche se solitamente l’accredito avviene in un’unica soluzione.
Una situazione particolare
Se il Modello 730 originario aveva prodotto un risultato a debito (era necessario versare imposte), la situazione cambia. Il sostituto d’imposta aveva già iniziato a trattenere delle somme, che, ora come ora, non sono più dovute. Il 730 integrativo ha ridotto il debito o lo ha addirittura trasformato in credito Irpef: l’azienda inizia a restituire quanto versato in eccesso, sempre con lo stipendio di novembre.
Altra situazione particolare riguarda i pensionati che percepiscono assegni da più enti o i lavoratori che hanno cambiato azienda nel corso dell’anno. Il rimborso Irpef viene accreditato dal sostituto d’imposta indicato nel Modello 730 Integrativo, che deve essere lo stesso che ha effettuato i conguagli originali. Chi ha cambiato lavoro deve indicare la nuova azienda, ma questa situazione potrebbe creare complicazioni che andranno risolte tramite un intermediario fiscale.
Conguaglio Irpef con il Modello 730 correttivo
Il Modello 730 correttivo deve essere utilizzato nel momento in cui dovesse emergere un errore o una dimenticanza in quello inviato a tempo e ora.
Nel caso in cui dalla nuova dichiarazione dovesse emergere un maggior credito o un minor debito è necessario richiedere il rimborso Irpef direttamente all’Agenzia delle Entrate. Se, invece, è necessario versare delle imposte, i versamenti del caso devono essere effettuati con un Modello F24 rispettando le regole del ravvedimento operoso (nello specifico l’articolo 13 del Dlgs n. 472/97).
Variazione del sostituto d’imposta
Se il sostituto d’imposta non effettua il conguaglio o comunica un diniego – può accadere in caso di cambio di lavoro -, il contribuente riceve una comunicazione dall’Agenzia delle Entrate.
In questo caso, per non perdere il rimborso Irpef è necessario trasmettere un nuovo Modello 730 di tipo 2 nel quale:
- indicare il nuovo sostituto d’imposta. Il nuovo soggetto provvederà ad effettuare tutti i conguagli necessari;
- indicare nessun sostituto: se il contribuente ha diritto ad un rimborso Irpef, ad erogarlo sarà direttamente l’Agenzia delle Entrate (con dei tempi leggermente più lunghi del previsto). A fronte di un debito, invece, è necessario effettuare il pagamento utilizzando un Modello F24.
Se oltre a comunicare il nuovo sostituto d’imposta è necessario correggere o integrare altri dati, va trasmesso telematicamente un Modello Redditi (aggiuntivo, correttivo o integrativo). Occorrerà inoltre calcolare eventuali importi da versare o rimborsi da richiedere a seguito dell’annullamento della precedente dichiarazione.