Imu, aliquota agevolata per case al mare e immobili inagibili ma decidono i Comuni

Il nuovo allegato del Mef ridisegna la mappa delle agevolazioni Imu per case al mare, case in montagna e immobili non locati. Ma i Comuni hanno l'ultima parola

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

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Imu 2026, si cambia: con il decreto firmato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il Mef aggiorna l’elenco delle casistiche che consentono ai Comuni di modulare le aliquote Imu.

Il quadro cambia soprattutto per le case al mare e gli immobili inagibili. Nelle intenzioni del Governo, questo passo si inserisce nel percorso di armonizzazione della fiscalità immobiliare avviato nel 2024, quando venne introdotto l’obbligo per le amministrazioni locali di trasmettere il prospetto delle aliquote entro metà ottobre di ogni anno.

Cos’è l’Imu e come funziona oggi

Il tributo nasce nel 2011 con la manovra “Salva-Italia” del governo Monti e si applica al possesso di immobili con esclusione dell’abitazione principale, salvo quelle di lusso (A/1, A/8, A/9).

Dal 2020 la Tasi è stata eliminata e assorbita nell’Imu, semplificando il sistema. Il pagamento avviene in due rate: acconto entro il 16 giugno, saldo entro il 16 dicembre.

Nuove regole Imu

Il decreto definisce parametri nazionali più precisi con due obiettivi:

  • evitare interpretazioni troppo elastiche da parte dei Comuni;
  • rendere più omogenea la pressione fiscale sul territorio.

Il principio cardine è il seguente: l’aliquota massima non può essere superata, indipendentemente dalle esigenze di bilancio locali.

Imu e case a disposizione

Una delle novità più attese riguarda le abitazioni a disposizione: seconde case non locate né concesse in comodato. È qui che potrebbero rientrare, a discrezione dei Comuni, le case al mare e in montagna utilizzate solo per alcuni mesi all’anno.

Il Mef consente alle amministrazioni locali di:

  • definire quanti mesi l’immobile debba risultare non locato per accedere alla tassazione agevolata;
  • verificare l’effettivo uso tramite utenze attive (gas, luce, acqua) o presenza di arredi.

In pratica un proprietario che trascorre lunghi periodi nella seconda casa, senza affittarla, potrebbe beneficiare di uno sconto sull’aliquota Imu.

Altri criteri di agevolazione

Per stabilire se un immobile sia davvero a disposizione e non utilizzato a fini commerciali, i Comuni potranno utilizzare nuovi indicatori:

  • assenza o presenza delle forniture essenziali;
  • livello dei consumi;
  • stato dell’arredamento;
  • eventuale disponibilità stagionale.

Gli immobili destinati ad affitti brevi o attività turistiche restano esclusi da qualsiasi sgravio.

Comodato d’uso: confermate le regole Imu

La disciplina del costo ridotto per le case concesse in comodato gratuito ai parenti resta invariata:

  • riduzione del 50% della base imponibile;
  • registrazione del contratto;
  • residenza nello stesso comune del comodante.

Il nuovo allegato distingue con maggiore dettaglio i gradi di parentela, fino al terzo grado nelle versioni non agevolate.

Imu e immobili inagibili

L’agevolazione Imu potrà essere applicata anche agli immobili danneggiati da cause non naturali, come:

  • problemi strutturali;
  • dissesti statici;
  • incendi non classificati come calamità;
  • danni accidentali gravi.

Dal 2026 i Comuni potranno:

  • ridurre l’aliquota;
  • oppure azzerarla del tutto per gli edifici inutilizzabili.

Imu e terreni agricoli

L’allegato aggiorna anche le regole su:

  • opifici;
  • alberghi e pensioni;
  • teatri e cinema;
  • case di cura e ospedali;
  • istituti di credito e assicurazioni.

Le agevolazioni sono possibili, ma entro limiti specifici su rendite, volumi d’affari e destinazione d’uso. Novità anche per i terreni agricoli: il Comune potrà differenziare le aliquote in base a coltivazione, proprietà e localizzazione.

La palla ora passa ai sindaci: saranno loro a decidere se sfruttare o ignorare la possibilità di alleggerire il prelievo sui proprietari di casa.