La guardia di finanza prende di mira influencer e Pos, 33% di controlli in più

I nuovi controlli della guardia di finanza si concentrano su Pos, influencer e contribuenti inerti

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 1 Dicembre 2024 10:25

Tra giugno e ottobre del 2024 la guardia di finanza ha concentrato le proprie operazioni su tre ambiti precisi, per aumentare il numero di controlli verso i soggetti più propensi all’evasione fiscale. I Pos, i dispositivi con cui vengono eseguiti i pagamenti elettronici, sono stati i più controllati in assoluto.

Al secondo posto, le fiamme gialle hanno prestato particolare attenzione ai digital content creator, i cosiddetti influencer, che spesso agiscono ancora in una zona grigia della fiscalità anche per l’assenza di un codice Ateco dedicato, situazione che verrà risolta nel 2025. Infine, più pressione anche sui cosiddetti inerti, i contribuenti che hanno ricevuto una richiesta di adempimento a cui non hanno mai risposto.

La stretta della guardia di finanza sul Pos

I dati sulle operazioni della guardia di finanza tra giugno e ottobre 2024 hanno evidenziato una maggiore attenzione delle fiamme gialle anche nei confronti dei metodi di pagamento elettronico. Anche se di solito questa tipologia di pagamento è considerata meno esposta all’evasione fiscale infatti, esistono metodi per eludere la tracciabilità dei pagamenti, che permettono agli esercenti di non registrare determinate transazioni e quindi di evadere l’Iva.

Uno dei metodi più comuni emersi dai controlli, aumentati in questi mesi del 33%, è quello di dirottare i pagamenti verso conti correnti d’appoggio, spesso aperti all’estero. In questo modo gli incassi potevano essere nascosti al fisco italiano, evadendo di conseguenza le tasse. Lo strumento utilizzato per trovare gli evasori è stato l’Isa, l’indice di affidabilità fiscale, che ha permesso di individuare scostamenti importanti tra la redditività di un’attività e lo stile di vita del suo titolare.

L’Iva, l’imposta che viene evasa maggiormente con questi metodi, è la seconda tassa più evasa in assoluto in Italia per importo, dietro soltanto all’Irpef dei lavoratori autonomi e delle imprese. Insieme queste due voci compongono la maggioranza assoluta dell’evasione fiscale nel nostro Paese per importo e quindi le operazioni della guardia di finanza in questi ambiti possono essere particolarmente efficaci.

Più attenzione a inerti e influencer

Le fiamme gialle hanno però individuato anche altri due ambiti di operazione dove i contribuenti rischiano di evadere maggiormente le tasse. Il primo è il mondo dei creatori di contenuti digitali. Spesso giovani e inesperti, i cosiddetti influencer finiscono per non pagare buona parte delle tasse che avrebbero dovuto versare o per non regolarizzare la propria posizione fiscale. Ci sono però anche casi eclatanti di evasione fiscale, come quello di Giorgia Malerba, accusata di aver nascosto centinaia di migliaia di euro in ricavi.

Uno dei problemi che riguardano il mondo degli influencer è però quello normativo. Fino al 2024 infatti non è mai esistito un codice Ateco, le categorie che identificano le operazioni svolte dalle varie partite Iva, che inquadrasse questa categoria. Spesso venivano infatti utilizzati quelli relativi alle campagne pubblicitarie. Dal 2025 però esisterà un codice apposito per i creatori di contenuti digitali.

Infine, al guardia di finanza ha intensificato i propri controlli per quei contribuenti cosiddetti inerti. Si tratta di persone che hanno ricevuto una richiesta di adempimento volontario della propria situazione fiscale, ma che non hanno risposto all’Agenzia delel Entrate né hanno fornito una motivazione per la propria situazione.