Le fatture false sono un reato? Si rischiano multe salate e carcere

Emettere o ricevere delle fatture false è un reato tributario, che può avere delle conseguenze penali con multe e addirittura il carcere in alcune circostanze: cosa si rischia

Foto di Pierpaolo Molinengo

Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Pubblicato: 28 Marzo 2025 11:18

Emettere o ricevere delle fatture false è una vera e propria violazione tributaria, che si configura materialmente nel reato di evasione fiscale. È uno dei metodi più diffusi per non pagare le tasse, ma anche uno dei più rischiosi per le conseguenze che ne possono derivare. A differenza di quanto accade nel momento in cui si commettono degli altri illeciti tributari, per i quali è necessario superare determinate soglie, quando si emettono fatture false il reato diventa penalmente rilevante fin da subito.

Basta infatti una sola fattura falsa, anche se l’importo contenuto al suo interno è modesto. Sotto la lente d’ingrandimento finiscono soprattutto quei comportamenti atti a favorire delle terze persone. Quando le fatture false vengono emesse con questo scopo, indipendentemente dal loro utilizzo o meno, costituiscono un reato.

Cosa sono le fatture false?

Quando un documento contabile non contiene la verità è considerato una fattura falsa. Per essere ritenuto tale, al suo interno, devono essere inseriti degli elementi non veritieri che vanno a modificare in parte o completamente il valore dei beni, dei servizi o delle merci che sono state vendute. Può succedere che non siano stati nemmeno venduti.

Sono due gli intenti a cui vogliono giungere quanti ricevono delle fatture false:

  • pagare meno imposte dirette, come Irpef, ires o Irap, o indirette, come l’Iva, una volta che la documentazione contabile viene inserita all’interno della dichiarazione dei redditi;
  • abbassare l’imponibile.

Può capitare, nel momento in cui si emettono delle fatture, di commettere degli errori. Dato che sbagliare è umano e non implica necessariamente che il contribuente abbia l’intento di evadere le tasse, quando ci sono delle omissioni o delle errate indicazioni non scatta immediatamente il reato di emissione di fatture false.

In questo caso entriamo in un’altra fattispecie di reato fiscale, che determina la dichiarazione dei redditi infedele.

Cosa rischia chi rilascia fatture false?

Le conseguenze per chi emette delle fatture false possono essere pesanti, soprattutto quando contengono degli importi alti. Le sanzioni, a ogni modo, variano a seconda dei casi e sono condizionate:

  • dagli importi che sono indicati all’interno delle fatture false;
  • dal tipo di reato che si sta commettendo;
  • dal tipo di evasore coinvolto nell’operazione.

Nel caso in cui un contribuente emette una fattura per delle operazioni che non esistono scatta il reato penale, che prevede una reclusione da un minimo di 6 mesi a un massimo di 6 anni. Non importa il valore che viene indicato all’interno del documento contabile.

Se le fatture false vengono emesse per delle operazioni che esistono, ma per degli importi non veritieri, le conseguenze possono essere due:

  • se i valori falsati riportati sono modesti, il reato è di tipo amministrativo-tributario;
  • se i documenti contabili hanno valori particolarmente alti, il reato diventa penale.

Più pesanti le conseguenze per i grandi evasori, per i quali sono previsti due tipi diversi di evasione:

  • quella inferiore a 100.000, per la quale è prevista una reclusione da 18 mesi a 6 anni;
  • quella superiore a 100.000, che prevede un reclusione da 4 a 8 anni.

Come capire se le fatture sono false

Identificare le fatture false è semplice, perché generalmente contengono delle caratteristiche che facilitano il loro riconoscimento. Al loro interno si possono trovare:

  • dati incompleti o generici, con informazioni scarne – se non compaiono la partita Iva, l’indirizzo e altri importanti riferimenti, è meglio prestare attenzione al documento che si è ricevuto;
  • numeri di partita Iva sospetti – è bene verificarli sempre, soprattutto quando ci sono delle cifre ripetute o delle sequenze numeriche anomale, che possono essere sintomo di un dato inventato;
  • importi arrotondati o cifre che vengono ripetute nelle varie voci.

Attenzione anche all’autenticità del fornitore: meglio verifcarne sempre il sito web. La presenza sui social e su internet può far emergere eventuali anomalie.

Come posso contestare una fattura falsa

Non si è obbligati a pagare una fattura falsa, ma non è sufficiente buttare il documento nel cestino e far finta che non sia arrivata. È necessario contestarlo attraverso una raccomandata con avviso di riscossione o una Pec, attraverso le quali ci si oppone e si mette in discussione l’entità dell’importo o addirittura l’emissione della fattura stessa.

Non c’è un termine entro il quale si deve contestare una fattura falsa, ma è bene ricordare che questi documenti vanno in prescrizione dopo 10 anni. Superato questo termine non serve farlo. Nel momento in cui si apre una contestazione è sempre importante indicare gli estremi del documento che è stato ricevuto.

Come si denuncia una fattura falsa

Per denunciare la ricezione di fatture false o pratiche scorrette può rivolgersi al Comando provinciale della Guardia di Finanza. Farsi parte diligente è sempre importante, perché oltre a rendere nota l’evasione fiscale alle forze dell’ordine, si evita di diventare, in qualche modo, complici del reato.

Qual è il termine di prescrizione per il reato

L’emissione di fatture false è a tutti gli effetti un reato tributario: la sua prescrizione, quindi, ha una disciplina tutta particolare.

Il decreto legislativo n. 74/2000 non ha previsto dei termini per i reati connessi alle imposte sui redditi e sul valore aggiunto. Le regole e la disciplina, quindi, devono essere ricavati dagli articoli 157 e seguenti del Codice Penale.

Questo significa, in altre parole, che per le frodi fiscali derivanti dall’emissione di fatture false e per le operazioni a esse connesse è di 8 anni dal momento in cui si è commesso il reato.