Debiti fiscali in 84 rate e non più in 72 da gennaio 2025, Leo tende la mano ai morosi

Più tempo per pagare i debiti con il Fisco, cancellazione automatica del dovuto dopo 5 anni e una nuova commissione che studi come smaltire il non riscosso. Sono le novità in arrivo nel 2025

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 31 Dicembre 2024 11:13

Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha annunciato che a partire dall’1 gennaio 2025 i contribuenti potranno dilazionare i debiti fiscali in 84 rate mensili e non più in 72. I morosi, in sintesi, avranno a disposizione un anno in più per saldare il dovuto, effettuando un pagamento mensile.

Ma non è tutto: Leo sta lavorando a una soluzione legislativa per risolvere il nodo dell’accumulo dei crediti. “L’obiettivo è smaltire l’enorme magazzino del non riscosso”, ha spiegato. A tale scopo, il viceministro ha insediato una apposita commissione.

L’allungamento dei tempi per la regolarizzazione della propria posizione fiscale è una sorta di compromesso fra le istanze degli azionisti di governo Fratelli d’Italia e Lega, che spingono per soluzioni opposte.

Obiettivo taglio dell’Irpef

Ma tendere una mano ai morosi e studiare una nuova modalità tramite la quale smaltire la montagna di cartelle esattoriali non onorate fa parte di una strategia più ampia che tende a modificare gli attuali assetti, anche al fine di ridurre le tasse al ceto medio.

Il concordato preventivo biennale sponsorizzato dal governo non ha riscosso il successo sperato. L’obiettivo era quello di raccogliere abbastanza coperture per poter procedere al taglio dell’Irpef. Ora Leo, che ha le deleghe al Fisco, è costretto a studiare un’altra strada che si manifesta con un allungamento dei tempi per la messa in regola dei morosi e una nuova modalità, ancora da individuare, per smaltire il “magazzino fiscale” non riscosso.

Alla base della concessione di un anno in più per sanare la propria posizione debitoria c’è l’idea che un maggior numero di rate, di importo più piccolo, possono invogliare i contribuenti a mettersi in regola.

Ma i “regali” ai morosi, contro i quali protestano le opposizioni, non sono finiti: nel corso del 2024 è già arrivato il decreto delegato che riforma la riscossione prevedendo, fra le altre cose, la cancellazione automatica dei debiti dopo 5 anni.

Gli ultimi dati, aggiornati alla fine del 2023, parlano di cartelle non riscosse per circa 1.200 miliardi. Oltre ai debiti dei cittadini con l’Agenzia delle Entrate, ci sono quelli con i Comuni che in molti casi le amministrazioni non riescono a riscuotere anche affidandosi a terzi. I Comuni non riescono a far pagare multe e imposte e tale difficoltà pesa sui bilanci. Si pensi, ad esempio, al caso di Roma: la Capitale ha circa 3 miliardi di entrate accertate e non riscosse.

La polemica fra FdI e Lega

“Abbiamo un magazzino fiscale pari a 1.200 miliardi di euro. Magazzino che cresce di anno in anno”, ha detto il sottosegretario della Lega al Mimit, Massimo Bitonci. “Stiamo parlando di società morte, aziende chiuse, contribuenti che non riescono a mettersi in regola. Soldi che il Fisco non recupererà mai. Con la rottamazione diamo la possibilità a chi vuole uscire da una situazione di difficoltà di farlo”. I leghisti sono dunque in pressing per una nuova sanatoria, la cosiddetta “rottamazione quinquies”.

Dall’altro lato del tavolo, Fratelli d’Italia frena. Marco Osnato, presidente della commissione Finanze della Camera, sostiene che “in questo momento non ci sono le condizioni per fare una rottamazione quinquies, è molto difficile”. E ancora: “Insistere ha poco senso”.