Il concordato preventivo slitta per i forfettari: accesso al software solo dal 15 luglio

Slittano le date per il concordato preventivo dei forfettari, che potranno accedere al software dell'Agenzia delle Entrate solo un mese dopo il previsto: la decisone finale in Cdm il 20 giugno.

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Il concordato preventivo, il cui avvio è previsto dal 15 giugno 2024, rischia di partire incompleto a causa della rivisitazione in corsa delle regole e delle tempistiche di accesso. I ritardi interessano in particolar modo i contribuenti in regime forfettario, visto che le decisioni sul pacchetto di interventi sul concordato preventivo biennale che li interessava, previsto in discussione nel Consiglio dei ministri del 10 giugno, è stato rinviato alla prossima riunione (presumibilmente il 20 giugno 2024) a causa dello stop del ministero della Giustizia. Chi è in regime forfettario, dunque, potrebbe veder slittare di un mese l’avvio del proprio concordato preventivo, con l’Agenzia delle Entrate che il 15 giugno dovrebbe pubblicare i software per l’adesione di tutti gli altri contribuenti.

Slitta il concordato preventivo dei forfettari

Lo slittamento dell’avvio del concordato preventivo è figlio di un concatenarsi di dinamiche avverse. Anzitutto i decreti attuativi del Mef sono ancora fermi e, per quanto riguarda il caso specifico dei forfettari, il ministero della Giustizia vuole più tempo per valutare le modifiche al tutoraggio per le grandi imprese.

Uno stallo che quasi sicuramente porterà alla riscrittura del calendario per i forfettari i quali potrebbero poter accedere al software per l’adesione al concordato annuale (per questa categoria è previsto per il 2024) solo il 15 luglio, ovvero un mese dopo la data precedentemente fissata al 15 giugno.

Un ritardo non trascurabile e che soprattutto potrebbe anche aumentare all’insorgere di nuove problematiche. Il prossimo Consiglio dei ministri è fissato per il 20 giugno, ovvero una data successiva all’avvio previsto della procedura operativa per l’invio dei dati necessari al calcolo della proposta di concordato e per l’adesione al nuovo istituto.

Il nuovo calendario del concordato preventivo per i forfettari

Allo stato attuale, il correttivo relativo alle tempistiche sul concordato preventivo dovrebbe portare a questo nuovo calendario:

  • il software per il calcolo e l’adesione all’istituto verrà messo a disposizione dei contribuenti dall’Agenzia delle Entrate in data 15 giugno, con l’unica eccezione dei forfettari che potranno utilizzarlo solo dal 15 luglio;
  • la scadenza per l’invio della dichiarazione dei redditi passa dal 15 al 31 ottobre;
  • il versamento del saldo e dell’acconto è fissato al 31 luglio, con le modifiche in corso che potrebbero portare a un rinvio al 31 agosto con un maggiorazione dello 0,40.

I ritardi sul concordato preventivo per i forfettari rischiano di mettere in serie difficoltà la buona resa del piano di compliance tra Fisco e partite IVA. Il disallineamento dei tempi per l’approvazione dei nuovi correttivi e le date a oggi previste per la pubblicazione dei software da parte dell’Agenzia delle Entrate, infatti, si aggiungono alle criticità che sono già state evidenziate dalle partite Iva e dagli intermediari sul fronte dei correttivi attesi, come per l’ipotesi di una flat tax da applicare in sede di calcolo del secondo acconto sul differenziale di reddito. Vi è dunque una grande confusione in merito, con i contribuenti alle prese con una situazione di non facile e immediata risoluzione. In questo, la mancanza dei decreti attuativi del Mef è sicuramente un ulteriore deterrente che rischia di vanificare il lavoro che fin qui è stato svolto.

Esclusi i neo-forfettari

I contribuenti che hanno avviato la loro attività nel corso del 2023 adottando il regime forfettario non potranno beneficiare del concordato preventivo biennale. Questa novità emerge dalla bozza del nuovo decreto che introduce rilevanti modifiche al decreto legislativo 13/2024. Tale disposizione punta a chiarire i criteri di partecipazione, escludendo chi si è avvalso del regime agevolato appena nel 2023.

Un ulteriore cambiamento riguarda i contribuenti che hanno optato per il regime forfettario a partire dal 2024. Anche questi soggetti non potranno accedere al concordato preventivo biennale. La bozza di decreto specifica chiaramente che la scelta del regime forfettario esclude automaticamente la possibilità di beneficiare di questo meccanismo per il biennio in corso.

Tra le novità introdotte, spicca una nuova causa di cessazione del concordato preventivo biennale. Nel caso in cui i contribuenti, durante il biennio di applicazione, decidano di passare a un regime fiscale forfettario, il concordato cesserà automaticamente. Questa disposizione intende evitare che i cambi di regime fiscale possano interferire con le dinamiche del concordato, garantendo maggiore coerenza e stabilità al sistema.