Mentre ci si avvia sempre più rapidamente allo “sconvolgimento” delle regole del Superbonus, che dal 2024 subirà notevoli cambiamenti (come abbiamo spiegato qui), gli italiani possono contare anche su altre agevolazioni per avviare lavori edilizi e ristrutturare la propria casa.
Si va proprio dalle varie declinazioni del Superbonus (110% o 90%) al bonus ristrutturazione, passando per quello relativo alle barriere architettoniche, per il Sismabonus e l’Ecobonus. Ecco una panoramica delle detrazioni ancora attive nell’anno in corso, prima della promessa revisione per mano della legge delega della riforma fiscale.
Superbonus, occhio al 730: la guida per non sbagliare.
Indice
Superbonus
Al netto dei molteplici cambiamenti in corso d’opera, degli aggiustamenti, della crisi della cessione del credito e dei progressivi paletti, il Superbonus 110% è ancora utilizzabile. A patto che i condomini interessati abbiano approvato i lavori con delibera entro il 25 novembre 2022 e abbiano presentato la Cilas (Comunicazione di inizio lavori asseverata Superbonus) entro il 31 dicembre 2022.
Si parla invece di Superbonus 90% per i condomìni che hanno inaugurato i cantieri nel 2023 e per i proprietari di villette e unità immobiliari con un reddito inferiore ai 15mila euro, a patto che l’abitazione risulti prima casa e che il contribuente sia titolare di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’edificio. Proprio la categoria delle case unifamiliari ha visto una proroga di tre mesi delle tempistiche per completare i lavori, stabilita al 31 dicembre 2023. Per le villette è tuttavia possibile usufruire anche dell’agevolazione al 110%, a condizione però sia stato completato almeno il 30% delle opere entro il 30 settembre 2022 (il Superbonus viene riconosciuto per i ruderi e le case diroccate?).
Bonus ristrutturazione
Il caso del Bonus ristrutturazione è diverso. Questa agevolazione è stata infatti prorogata fino al 2024, consentendo al contribuente di accedere a una detrazione del 50% su tutte le spese sostenute per i lavori di manutenzione sia ordinaria sia straordinaria.
Il requisito fondamentale riguarda il tetto massimo di spesa, stabilito in 96mila euro per ogni unità immobiliare. Tramite il Bonus ristrutturazione si possono sostituire tetto, infissi esterni, serramenti e persiane. Sono ammessi all’agevolazione anche gli interventi di modifica del materiale oppure della tipologia degli infissi stessi.
Sismabonus
Passiamo al Sismabonus, che prevede una detrazione fiscale per i lavori di riduzione del rischio sismico dell’abitazione. Il requisito fondamentale è il miglioramento della classe sismica dell’immobile, per il quale si può avere accesso a un’aliquota che va dal 50% all’85% in base a vari fattori stabiliti dal valutatore alla tipologia di lavori effettuati.
Anche il Sismabonus “supera” lo scoglio dell’anno in corso e si potrà richiedere fino al 31 dicembre 2024, con un calendario che si modificherà annualmente e che vedrà decrescere gradualmente l’aliquota. Proprio su quest’ultimo punto dovrà pronunciarsi il Governo, decidendo se prolungare i termini di scadenza oppure applicare un taglio netto al bonus.
Ecobonus
I lavori volti all’efficientamento energetico degli edifici finiscono tutti sotto il cappello del cosiddetto Ecobonus. In questo caso parliamo di una detrazione del 50% o del 65%, con massimali e percentuali di detrazione che variano a seconda della tipologia dei lavori effettuati. Si può richiedere il bonus, ad esempio, per la coibentazione e la sostituzione di pavimenti, finestre e infissi, oppure per l’installazione di un impianto fotovoltaico o ancora la sostituzione dei sistemi di climatizzazione, l’installazione di serrande e zanzariere e l’acquisto di caldaie (qui spieghiamo come ottenere il bonus zanzariere nel 2023).
Un requisito primario consiste nell’inviare una comunicazione all’ENEA entro 90 giorni dalla conclusione di tutti gli interventi. Anche questa agevolazione è attiva fino a dicembre 2024, dopodiché l’aliquota scenderà al 36% per un tetto di spesa di 48mila euro per ogni unità immobiliare (al momento la spesa massima è stabilita in 60mila euro). Il Governo ha tuttavia già promesso una “piccola rivoluzione” dell’Ecobonus, annunciando che sarà presto limitato alle fasce di reddito più basse.
Bonus barriere architettoniche
Il Bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche è stato confermato fino al 2025 e dà accesso a una detrazione del 75%. Nel novero rientrano tutte le spese sostenute per rimuovere ostacoli alla mobilità all’interno degli edifici, fino a un importo massimo variabile da 30mila a 50mila euro a seconda dell’edificio interessato.
I contribuenti possono utilizzare l’agevolazione anche per lo smaltimento di vecchi impianti e la sostituzione di finestre degli appartamenti all’interno di un condominio.
Bonus mobili
C’è poi il Bonus per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici, rivolto ai proprietari di un immobile oggetto di ristrutturazione. Anche in questo caso, la misura è stata prorogata fino al 31 dicembre 2024 e consente una detrazione Irpef al 50%. L’importo massimo stabilito è di 8mila euro per il 2023 e di 5mila euro per il 2024, incluse le eventuali spese di trasporto e montaggio. L’agevolazione deve essere inoltre “spalmata” in 10 quote annuali di pari importo.
L’Agenzia delle Entrate specifica che il bonus “spetta unicamente al contribuente che usufruisce della detrazione per le spese di intervento di recupero del patrimonio edilizio. Per esempio, se le spese per ristrutturare l’immobile sono state sostenute soltanto da uno dei coniugi e quelle per l’arredo dall’altro, il bonus non spetta a nessuno dei due”.
Bonus verde
C’è infine il cosiddetto Bonus verde o Bonus giardino che, come suggerisce il nome, offre una detrazione Irpef del 36% per le spese sostenute per la sistemazione a verde degli immobili a uso abitativo. In questo caso il contribuente ha tempo fino al 31 dicembre 2023 per fare domanda, per un tetto massimo di spesa di 5mila euro per unità immobiliare.
L’agevolazione copre anche tutti gli interventi effettuati da un condominio, con conseguente aumento della quota poiché il limite di 5mila euro viene moltiplicato per tutte le unità immobiliari presenti nell’edificio. In un condominio che conta 15 appartamenti, ad esempio, il tetto di spesa sale a 75mila euro e lo sconto finale a 27mila euro. Un altro vantaggio per il contribuente riguarda la cumulabilità del bonus su più immobili: lo stesso soggetto può infatti usufruire della detrazione per interventi su diversi immobili di proprietà.
Come si legge sul sito dell’Agenzia delle entrate, l’aliquota del Bonus verde scende al 50% se i lavori sono effettuati su immobili a uso promiscuo. Anche in questo caso, la detrazione è ripartita in 10 quote annuali di pari importo a partire dall’anno in cui è sostenuta la spesa.