L’Agenzia delle Entrate, attraverso due risposte all’interpello numero 68 e numero 69, ha dato alcune indicazioni in merito al cosiddetto Bonus Sud, il credito di imposta a favore delle imprese che rispettano alcuni requisiti particolari. Il Bonus Sud nasce per favorire e incoraggiare l’occupazione nei territori del Sud Italia, dove le percentuali di giovani disoccupati sono sempre più allarmanti. Si rivolge dunque alle imprese operanti nel Mezzogiorno, con sede in Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna, Basilicata, Abruzzo e Molise. Ecco quali sono i requisiti e come richiedere l’agevolazione fiscale: tutto quello che c’è da sapere.
Indice
Arriva il Bonus Sud: che cos’è e chi può richiederlo
Il Bonus Sud è una agevolazione fiscale lanciata dal 1° gennaio 2016 e prorogata fino al 31 dicembre 2022. Viene concessa a tutte quelle imprese che:
- effettuano l’acquisizione di beni strumentali nuovi;
- fanno parte di un “progetto di investimento iniziale“;
- sono strutture produttive nelle zone assistite delle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo.
Bonus Sud, tutto quello che c’è da sapere per ottenerlo
Come ricordato da Ipsoa, il credito di imposta previsto dal Bonus Sud viene riconosciuto nel rispetto dei parametri elencati nella ‘Carta degli aiuti a finalità regionale 2014-2020‘. Innanzitutto, la misura dell’agevolazione cambia in base alla dimensione dell’impresa che la richiede, ma non solo: dipende anche dall’ubicazione territoriale delle strutture produttive in cui risultano realizzati gli investimenti agevolati.
Gli investimenti agevolabili devono far parte di un “progetto di investimento iniziale” ed essere relativi all’acquisto di “macchinari, impianti e attrezzature varie“. Inoltre, devono essere “destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nel territorio” delle aree puntualmente individuate dalla norma.
Arriva il Bonus Sud: cos’è la struttura produttiva
Ma come si determina, nel dettaglio, una “struttura produttiva“? Prima di tutto si valutare se le “unità locali” oppure le “diramazioni territoriali”, le “linee di produzione” o i “reparti” che si trovano sul territorio dello stesso comune agevolato siano o meno “parte integrante” dello stesso processo produttivo. L’Agenzia delle Entrate chiarisce, in tal senso, che bisogna determinare se costituiscano o meno un “centro autonomo di imputazione di costi”.
Lo disciplina la circolare numero 34/E/2016, che definisce la struttura produttiva “ogni singola unità locale o stabilimento, ubicati nei territori richiamati dalla normativa, in cui il beneficiario esercita l’attività d’impresa”.
Può essere:
- un autonomo ramo di azienda;
- una autonoma diramazione territoriale dell’azienda, ossia di una semplice linea di produzione o un reparto, pur dotato di autonomia organizzativa. L’importante è che consista in un centro autonomo di imputazione di costi e non rappresenti parte integrante del processo produttivo dell’unità locale situata nello stesso territorio comunale (ovvero nella stessa azienda).
Ma ci sono anche tanti altri sgravi e bonus che possono essere richiesti da chi ha intenzione di assumere nel 2022. Con l’approvazione definitiva della legge di bilancio 2022, infatti, in Manovra sono state diverse agevolazioni che possono essere richieste da datori di lavoro e imprese per l’assunzione di nuovo personale, volte quindi a favorire l’occupazione, specie nei settori dove i numeri sono ancora scoraggianti: qui infatti trovate l’elenco delle agevolazioni quelle principali.