Bonus colf e badanti 2025, i requisiti e le condizioni: fino a 3600 euro di incentivi

Nel 2025, incentivi per colf e badanti con Cas.sa Colf e bonus statale: fino a 3.600 euro annui per non autosufficienti e rimborsi per spese straordinarie

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 7 Gennaio 2025 09:16

Nel 2025 tornano sotto i riflettori gli aiuti per chi si affida al lavoro domestico. Troviamo infatti sia i bonus colf e badanti che la Cas.sa Colf, il fondo pensato per sostenere i datori di lavoro e i collaboratori. Scopriamo cosa c’è in gioco.

Bonus colf e incentivi Cas.sa Colf: differenze e vantaggi

Tra le agevolazioni disponibili, spicca un rimborso annuale che può arrivare fino a 3.600 euro. Si tratta di un contributo mensile di 300 euro, pensato per chi, a causa di problemi di salute certificati, ha bisogno di un aiuto domestico per vivere con dignità.

Gli incentivi non si limitano ai costi di assunzione. Cas.sa Colf include rimborsi per situazioni straordinarie, come malattie, ricoveri o la nascita di un figlio, offrendo un supporto mirato a chi affronta spese impreviste.

Le condizioni per accedere ai 300 euro al mese

Non basta avere un regolare contratto per ricevere i 300 euro al mese. Ecco cosa serve:

  • almeno 12 mesi di contributi versati a Cas.sa Colf, con una soglia minima di 25 euro per trimestre;
  • età inferiore ai 60 anni al momento dell’iscrizione al fondo;
  • una situazione di non autosufficienza certificata.

Cas.sa Colf prevede una valutazione medica approfondita, considerando aspetti come la capacità di lavarsi, vestirsi, alimentarsi e muoversi autonomamente. La non autosufficienza viene riconosciuta se il punteggio funzionale raggiunge almeno 40 punti. Questo metodo garantisce che gli aiuti vadano a chi ne ha effettivamente bisogno.

Cos’è Cas.sa Colf e come funziona

Cas.sa Colf è un fondo istituito dai contratti nazionali per sostenere economicamente datori di lavoro e collaboratori domestici. Questo fondo si integra con gli aiuti statali, offrendo un supporto complementare rispetto alla detrazione fiscale prevista dal bonus statale. Mentre il bonus statale riduce il peso fiscale sui contributi versati, Cas.sa Colf fornisce rimborsi diretti per situazioni straordinarie come malattia o maternità.

I costi sono condivisi: 0,04 euro all’ora a carico del datore e 0,02 euro a carico del lavoratore. I versamenti trimestrali devono raggiungere almeno 25 euro annui per garantire l’accesso ai benefici. In caso di mancato raggiungimento della soglia minima, è possibile integrare i versamenti volontariamente.

Chi perde l’autonomia, o chi lo rappresenta, deve presentare domanda al fondo. I documenti richiesti includono:

  • un questionario compilato dal medico curante;
  • una relazione medica dettagliata;
  • tutti i referti sanitari disponibili.

Se accettata, la richiesta garantisce il pagamento dal mese successivo alla presentazione.

Bonus Cas.sa Colf e bonus statale: due strade diverse

Il bonus colf e il bonus badanti sono incentivi che spesso vengono confusi, ma rispondono a logiche diverse:

  • bonus statale per colf e badanti: offre una detrazione fiscale del 19% sui contributi versati, fino a un massimo di 2.100 euro annui. Si applica a prescindere dal tipo di mansione svolta e dalla situazione del datore di lavoro;
  • incentivi Cas.sa Colf: includono rimborsi mirati per situazioni specifiche, come 300 euro mensili per non autosufficienti o 300 euro una tantum per sostituzioni in maternità. Inoltre, coprono spese straordinarie come malattie o ricoveri.

Come combinare i due incentivi

Questi due aiuti non sono alternativi, ma complementari. Ad esempio, un datore di lavoro che assume una badante per assistere un familiare non autosufficiente può ricevere il rimborso Cas.sa Colf di 300 euro al mese e, contemporaneamente, usufruire della detrazione fiscale prevista dal bonus statale. Questa combinazione consente di ridurre i costi legati all’assunzione regolare, incentivando un mercato del lavoro domestico più trasparente.

Sfruttando entrambi gli strumenti, le famiglie possono affrontare con maggiore serenità le spese per il lavoro domestico, valorizzando un settore spesso fin troppo trascurato e promuovendo la regolarità contrattuale.