Assegno di inclusione 2025, novità su requisiti Isee e reddito familiare: chi ci guadagna

Un emendamento alla Manovra punta ad allargare le maglie dei requisiti Isee e di reddito al fine di accrescere la platea dei beneficiari dell'Assegno di inclusione

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 15 Dicembre 2024 17:20

La Manovra 2025 potrebbe presto andare a modificare i requisiti per l’Assegno di inclusione, una delle due misure di sostegno al reddito che hanno raccolto il testimone del vecchio Reddito di cittadinanza del quale ad oggi hanno beneficiato circa 700.000 famiglie.

Lo scopo dichiarato è quello di allargare la platea dei beneficiari. L’emendamento è stato presentato dai relatori di maggioranza Silvana Andreina Comaroli della Lega, Mauro D’Attis di Forza Italia, Ylenia Lucaselli di Fratelli d’Italia e Saverio Romano di Noi Moderati.

Poiché l’emendamento è stato presentato dalle stesse forze politiche che reggono il governo, è assai difficile ipotizzare che la proposta possa non centrare l’obiettivo.

I nuovi requisiti

Secondo la nuova impostazione, l’Adi prevederà una serie di nuovi requisiti:

  • la soglia Isee massima passa da 9.360 a 10.140 euro;
  • il reddito familiare massimo aumenta da 6.000 a 6.500 euro (ma per i nuclei con anziani o disabili il tetto sale da 7.560 a 8.190 euro).

Ci guadagnano tutti quelli che per un soffio erano rimasti esclusi dalla vecchia impostazione.

La spesa prevista per l’estensione dell’Assegno d’inclusione è pari a 5,66 miliardi per il 2024, 5,88 miliardi per il 2025, 5,76 miliardi per il 2026, e di quasi 6 miliardi nel 2027 e 2028.

Restano invariati, invece, tutti gli altri requisiti. Nello specifico, l’Assegno di inclusione continua ad essere rivolto ai nuclei familiari in cui siano presenti persone con disabilità o minorenni o persone di età superiore ai 60 anni, in condizione di svantaggio e la cui condizione economica rispecchi determinati parametri.

I richiedenti devono essere:

  • cittadini italiani;
  • cittadini europei o loro familiari con permesso di soggiorno o diritto di soggiorno permanente;
  • cittadini non europei con permesso di soggiorno Ue di lungo periodo;
  • titolari dello status di protezione internazionale;
  • apolidi.

I richiedenti, poi, non devono essere in possesso di auto immatricolate nell’ultimo triennio (ma fanno eccezione i veicoli per disabili), né di navi o imbarcazioni da diporto. Viene escluso dal beneficio chi viva in una famiglia in cui uno dei componenti abbia rassegnato le dimissioni dal posto di lavoro, tranne che per giusta causa. La ratio del provvedimento è quella di evitare che qualcuno approfitti dell’Adi per percepire un reddito senza lavorare.

Supporto per la formazione e il lavoro

Ma vengono poi rafforzati gli incentivi per i percorsi di formazione e reinserimento lavorativo, in accordo con la dottrina meloniana che prevede la stretta ai bonus a pioggia e la spinta verso il recupero degli inattivi al mondo del lavoro.

Sul fronte del Supporto per la formazione e il lavoro, l’Isee familiare massimo per accedere allo strumento passerà da 6.000 a 10.140 euro. E l’emolumento mensile salirà dagli attuali 350 euro a 500. La cosiddetta “indennità di partecipazione” potrà essere prorogata per altri 12 mesi, se il lavoratore accetterà di partecipare a un corso di formazione.

Il fondo per l’Sfl ammonterà nel 2025 a 711 milioni di euro. Ma lo stesso emendamento va ad aggiungere 700 milioni al fondo del Ministero del Lavoro, che copre anche gli ammortizzatori sociali.

I pagamenti del 2025

Si ricorda infine che per la prima volta dalla sua introduzione, nel 2025 l’Adi verrà erogato per 11 mesi e non 12. Il motivo va ricercato nelle modalità stabilite a suo tempo dal governo Meloni, che prevedono un mese di stop fra la fine di un’erogazione e la successiva.