Arrivano i primi soldi per i territori alluvionati

In arrivo i primi 738 milioni per le opere più urgenti del dopo alluvione

Foto di Giorgio Pirani

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Sono in arrivo i primi 738 milioni di fondi destinati alle operazioni più urgenti necessarie dopo l’evento alluvionale. Il generale Francesco Figliuolo ha emesso la sua prima ordinanza, la quale sarà resa nota tramite la Gazzetta Ufficiale nei prossimi giorni. Tale ordinanza sbloccherà i rimborsi per le spese già sostenute dai Comuni e dalla Protezione Civile regionale, nonché per ulteriori interventi che saranno identificati come prioritari entro metà settembre.

Le risorse finanziarie, suddivise in due parti da 289 e 449 milioni di euro, sono finalizzate a mitigare l’emergenza che ancora perdura, come evidenziato dal generale stesso. Questa mossa rappresenta un passo avanti significativo, in quanto finora le zone colpite dalle piogge torrenziali di maggio scorso non avevano ancora ricevuto alcun finanziamento, come ribadito dal governatore Stefano Bonaccini.

Figliuolo: «Affrontare la situazione con la massima efficienza»

Tuttavia, permane ancora da affrontare la questione dei risarcimenti per i residenti e le aziende colpite, i quali hanno lamentato l’assenza dei moduli necessari per avviare le perizie. Questo aspetto sarà al centro del dibattito tra Bonaccini e Figliuolo il prossimo 31 agosto. Figliuolo ha affermato: “Nelle prossime giornate, emetteremo anche le necessarie ordinanze, così da avere un quadro dettagliato dei danni da risarcire una volta ricevute le richieste. Presenterò una richiesta di finanziamento al governo in modo da poter procedere con celerità nel risarcire sia le famiglie che le imprese.” L’obiettivo è affrontare questa situazione con la massima efficienza, per contribuire tempestivamente alla ripresa delle zone colpite.

Durante il meeting di Rimini di ieri, è intervenuto il viceministro Galeazzo Bignami, il quale ha espresso considerazioni che suggeriscono un periodo più prolungato per il processo. Bignami ha spiegato: “Dobbiamo essere onesti con i cittadini e riconoscere che l’obiettivo è quello di risarcire tutti, ma è irrealistico pensare di farlo entro tre mesi. Non riesco a comprendere questa insistenza così forte, a meno che non sia per fini polemici, considerando che abbiamo questioni irrisolte da oltre dieci anni, come ad esempio il terremoto nel Centro Italia, che ancora non hanno raggiunto una conclusione.”

Il suo intervento ha posto l’accento sulla necessità di affrontare la situazione con realismo e di prendere in considerazione il fatto che alcune problematiche richiedono tempi più lunghi per essere risolte. Ha fatto notare come altre crisi, come il sisma nel Centro Italia, siano ancora in sospeso nonostante siano trascorsi molti anni.

Cresce il malcontento nei comuni alluvionati

I fondi verranno inizialmente destinati ai lavori di “somma urgenza”. Un incontro si è tenuto ieri in Regione tra la vicepresidente Irene Priolo e alcuni membri della struttura commissariale per discutere di questo aspetto. Il generale Figliuolo ha chiarito: “Rimborsiamo immediatamente le spese di somma urgenza, che sono state affrontate dai Comuni o da enti come i consorzi di bonifica. Questo è cruciale per garantire la sicurezza del territorio e per alleviare la pressione finanziaria, specialmente sui piccoli Comuni in difficoltà.” Ha sottolineato inoltre che la leader del partito di opposizione, Giorgia Meloni, è molto attenta all’emergenza e alla fase di ricostruzione, e ha descritto i rapporti con Stefano Bonaccini come ottimi.

Tuttavia, questo rappresenta solo il primo passo di un lungo percorso. Gli interventi più urgenti sono stati stimati dalla Regione Emilia-Romagna a 1,9 miliardi di euro, mentre i primi 738 milioni rappresentano solo una parte di questa cifra. Le stime indicano anche che i danni totali ammontano a circa 9 miliardi di euro.

Nel frattempo, sta crescendo il malcontento all’interno delle comunità colpite, come dimostrano le numerose lettere inviate da sindaci a Figliuolo. Dopo quelli della Bassa Romagna, anche i sindaci della zona di Imola hanno espresso le loro preoccupazioni. Hanno scritto: “L’incertezza che pervade la fase post-emergenza sta aumentando l’angoscia delle famiglie e delle aziende che non hanno chiare prospettive di ripresa. Il danno economico si somma al danno morale, trasformando la resilienza e lo spirito comunitario che hanno caratterizzato le prime settimane dopo l’alluvione in frustrazione e pressione sociale.”

Dall’altro lato, il viceministro Bignami continua per la sua strada, affermando che sono stati trovati ulteriori 149 milioni rispetto alle risorse sinora allocate. Egli cerca anche di inserire la questione nel contesto politico, accennando che Stefano Bonaccini ha in mente le elezioni europee. Tuttavia, il tempo stringe, con l’autunno in avvicinamento e la preoccupazione delle persone colpite che si concentrano principalmente sulla loro necessità di recupero e protezione dalle possibili future piogge.

Alluvione Emilia-Romagna, dopo tre mesi utilizzati 60 milioni su 4,5 miliardi

In Emilia-Romagna, gli amministratori locali hanno speso finora soltanto 60 milioni dei 4,5 miliardi di euro messi a disposizione dal governo per affrontare le conseguenze delle alluvioni. Questa cifra si ottiene considerando le spese relative al primo decreto approvato dal Consiglio dei Ministri il 23 maggio e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il primo giugno. Inizialmente, l’importo era stato ridotto a 1,6 miliardi rispetto ai 2,2 miliardi annunciati, dopo una revisione al Ministero del Tesoro.

All’interno di questo decreto, finalizzato a rispondere alle emergenze causate dall’evento alluvionale, le voci di spesa più rilevanti riguardavano gli ammortizzatori sociali, con 620 milioni destinati alla cassa integrazione e 300 milioni per la sicurezza dei lavoratori. Inoltre, era stato stanziato un fondo da 300 milioni per le imprese con elevati livelli di esportazione. Tuttavia, secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, solamente il 5% di questi fondi è stato utilizzato finora, equivalente a 60 milioni di euro: 30 milioni per la cassa integrazione, 18 milioni per gli autonomi e 11 milioni per il supporto alle imprese esportatrici.

È emerso che il rimanente miliardo di euro, teoricamente destinato al periodo post-alluvione, non può essere impiegato per altre finalità, anche se gli amministratori locali, che si incontreranno il 31 agosto con il commissario straordinario alla Ricostruzione dell’Emilia-Romagna, Francesco Paolo Figliuolo, cercheranno di ottenere l’autorizzazione per riutilizzarlo in altre aree di spesa. Tuttavia, è improbabile che il Ministero del Tesoro acconsenta a tale richiesta.

Inoltre, nell’importo totale di 4,5 miliardi di euro, oggetto di discussione tra il primo ministro Giorgia Meloni e il presidente della regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, sono inclusi 1,6 miliardi del primo decreto e circa 2,7 miliardi del secondo. Tuttavia, i primi non sono destinati alla ricostruzione, mentre i secondi sono suddivisi su tre anni (800 milioni quest’anno, 750 il prossimo anno e 850 nel 2025) e sono destinati esclusivamente alla ricostruzione pubblica.