Bonifico a parenti e amici, come evitare guai con il Fisco

Le operazioni che transitano da un conto corrente passano sotto la lente d'ingrandimento dell'Agenzia delle Entrate. Anche i bonifici ai parenti

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

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Utilizzare i bonifici bancari per trasferire dei fondi ad amici parenti è un’operazione perfettamente legale, ma è necessario adottare una serie di precauzioni per tutelarsi in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. È importante prendere una serie di accorgimenti perché, come per qualsiasi altro trasferimento di denaro, è opportuno documentare la provenienza dei fondi e per quale motivo siano stati ricevuti. Il Fisco, infatti, potrebbe interpretare l’importo come un reddito non dichiarato.

Documentare in modo preciso e dettagliato la provenienza dei fondi a disposizione sul proprio conto corrente non è semplicemente una questione di forma, dunque. Può salvare il contribuente nel momento in cui dovessero esserci dei controlli o delle controversie. È più facile conservare con cura la documentazione che doverla andare a cercare a posteriori, non sapendo se è andata persa o meno.

Quali controlli può fare il Fisco sui bonifici bancari

Sono diversi gli ambiti entro i quali l’Agenzia delle Entrate può effettuare dei controlli. Le indagini finanziarie sul conto corrente sono una di queste. A finire sotto la lente d’ingrandimento sono i versamenti effettuati (anche tramite i bonifici), che possono essere ritenuti come dei redditi non dichiarati – sempre che il contribuente non sia in grado di dimostrare la provenienza dei fondi, attraverso delle prove documentali grazie alle quali possa dimostrare l’origine non reddituale.

In più di un’occasione la giurisprudenza ha chiarito come questa presunzione possa essere superata grazie a una prova analitica e documentata.

Su questo argomento in tempi recenti è intervenuta la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado della Puglia. Attraverso la sentenza n. 4378 del 31 dicembre 2024, ha affermato che eventuali bonifici ricevuti dai familiari non hanno automaticamente rilevanza reddituale, sempre che l’Agenzia delle Entrate non riesca a dimostrare – in modo analitico e circostanziato – che siano connessi direttamente a delle attività imponibili.

Analizzando un altro caso, la Corte ha stabilito che questi trasferimenti non costituiscono, in modo automatico, del reddito imponibile quando sono stati effettuati per delle finalità affettive o solidaristiche.

Bonifici bancari a parenti e amici
📑 Documentazione Meglio conservare prove scritte (ricevute, accordi, dichiarazioni)
🔍 Controlli del Fisco L’Agenzia delle Entrate può presumere reddito non dichiarato
Spetta al contribuente provare l’origine non reddituale
✍️ Causale del bonifico Indicare motivazioni chiare
👨‍⚖️ Notaio Necessario solo per donazioni di importo rilevante
⚠️ Controlli su versamenti In caso di mancata giustificazione, le somme possono essere tassate come reddito
🌍 Bonifici dall’estero Nessuna tassa sulle rimesse
🏦 Antiriciclaggio Banche e istituti segnalano operazioni sospette

Come evitare contestazioni dall’Agenzia delle Entrate

In quale modo è possibile evitare delle contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate quando si effettuano dei trasferimenti di fondi tra amici e parenti?

Prima di tutto è necessario utilizzare degli strumenti tracciabili come bonifici bancari o assegni non trasferibili nel momento in cui si vogliono effettuare delle donazioni. È necessario indicare una causale semplice ma che, allo stesso tempo, spieghi chiaramente quale sia stato il motivo che ha portato al trasferimento della somma di denaro.

Nel caso in cui la donazione sia stata effettuata in contanti è consigliabile registrare formalmente l’atto presso l’Agenzia delle Entrate. Questa operazione deve essere effettuata prima di depositare la somma sul conto corrente. È necessario, inoltre, tenere traccia di tutte le comunicazioni e i documenti relativi alla donazione, conservando gli eventuali accordi scritti e le dichiarazioni.

Bonifici a parenti: quale causale deve essere utilizzata

Effettuare un bonifico a un parente è sempre lecito e non si viola alcuna legge. I problemi iniziano a sorgere se non lo si riesce a giustificare, perché l’Agenzia delle Entrate ritiene che il contribuente abbia maturato un reddito e non lo abbia dichiarato.

Questo è il motivo per il quale è necessario, nel momento in cui vengono effettuati dei controlli, utilizzare una causale chiara e dettagliata, che possa evitare dei sospetti o dei fraintendimenti.

Alcuni esempi, in questo senso, potrebbero essere:

  • regalo di compleanno;
  • sostegno familiare temporaneo;
  • prestito infruttifero tra familiari e senza interessi;
  • anticipo eredità per acquisto immobile da padre a figlio.

Quando è necessario rivolgersi a un notaio

In alcuni casi potrebbe essere necessario rivolgersi ad un notaio. Si può utilizzare questo accorgimento nel momento in cui, con un bonifico, si fa una donazione importante. A richiedere un atto pubblico con firma autenticata dal notaio è direttamente la legge.

Quando le somme, invece, dovessero essere modeste, non è necessario recarsi da un notaio.

Come comportarsi quando ci sono dei controlli

A fronte di movimenti sospetti sul conto corrente, l’Agenzia delle Entrate potrebbe effettuare una serie di controlli. Il primo passo è invitare il contribuente a giustificare il versamento che ha ricevuto.

I problemi veri e propri iniziano a sorgere nel momento in cui il beneficiario del bonifico non è in grado di fornire una giustificazione sull’origine del denaro, fornendo la documentazione necessaria.

A questo punto l’importo ricevuto viene considerato come del reddito non imponibile che non è stato dichiarato, facendo scattare sanzioni e interessi, oltre all’obbligo di pagarci le tasse sopra.

Le rimesse da e per l’estero

In questo contesto una voce particolare è costituita dalle rimesse che arrivano dall’estero.

Il nostro legislatore, almeno in passato, aveva introdotto un prelievo dell’1,5% sui money transfer verso Paesi extra-Ue (vedasi su questo argomento l’articolo 25-novies del Decreto Legge n. 119/2018). Stiamo parlando, in altre parole, dei trasferimenti che vengono effettuati tramite alcuni istituti di pagamento senza passare da un conto corrente bancario.

La Legge di Bilancio 2021 ha abrogato questa imposta. Oggi come oggi, quindi, questo balzello sulle rimesse non esiste più. Non c’è una tassazione né su quelle in entrata né su quelle in uscita. Ma è necessario seguire la normale disciplina sulle donazioni e sull’antiriciclaggio.

Volendosi soffermare ancora un attimo sull’antiriciclaggio, è sempre bene ricordare che le banche e gli istituti di pagamento devono rispettare alcuni obblighi ben precisi:

  • segnalare le operazioni sospette ai sensi dell’a Dlgs n. 231/2007;
  • effettuare controlli sull’identità delle parti e sulla coerenza economica delle somme movimentate.

Per chi riceve i bonifici, anche in questo caso, è necessario conservare la tracciabilità dell’operazione.