Il commercio globale entra in una delle settimane più roventi, e non solo perché è estate: Washington e Bruxelles si avvicinano al termine del negoziato sui dazi del 1° agosto.
Nelle capitali europee si discute già da alcuni mesi di un piano di contromisure da applicare se gli accordi si risolvono in un nulla di fatto. Ultimamente l’unica cosa che siamo riusciti a strappare è solo uno slittamento più o meno mensile. Tra gli stati membri cresce anche la pressione per lo strumento anti-coercizione.
Per tutti questi motivi, questa settimana è previsto un vertice Ue sia a Tokyo che a Pechino, con un possibile incontro Trump-Xi ancora da decidersi.
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Le parole di Lutnick: dazi per chi non si apre
Il segretario al Commercio statunitense Howard Lutnick, in un’intervista rilanciata da Bloomberg, ha ribadito che la data del primo agosto è vincolante sul piano procedurale, ma non impedisce ulteriori contatti anche dopo. Anche qui si riflette la stessa dinamica, ciò che prima sembrava un muro invalicabile, si scopre ricoperto di buchi su cui guardare oltre.
Ha inoltre ricordato di aver parlato telefonicamente con funzionari europei quella stessa mattina, mostrandosi fiducioso su un accordo. Ha poi tracciato una linea di demarcazione tra le economie: i Paesi più piccoli dovranno pagare un’imposta base del 10% (che è la percentuale che si augura anche l’Italia) nelle nuove intese commerciali, mentre le grandi economie dovranno scegliere tra aprire i mercati o pagare tariffe “eque”.
“Gli americani apprezzeranno gli accordi che il presidente Trump ed io porteremo a termine nelle prossime settimane”, ha concluso, “li adoreranno”.
La strategia dell’Unione Europea: avanti con il negoziato ma pronti alle contromisure
Un incontro interno all’Ue è previsto in settimana per affinare un piano di risposta a un possibile naufragio dei negoziati con Washington. Bloomberg nota che la priorità, almeno ufficialmente, resta quella di tenere viva la trattativa fino alla scadenza.
Intanto Bruxelles ha già messo in cassaforte misure tariffarie per 21 miliardi sui metalli e altri 72 miliardi su vari beni, automobili comprese, come avvertimento a chi pensasse di tirare troppo la corda.
Parallelamente, un fronte sempre più vasto di governi spinge per attivare lo strumento anti-coercizione, introdotto nel 2023 per scoraggiare le prepotenze economiche di potenze esterne. Il confronto su questo dossier sarà uno dei nervi scoperti dei prossimi giorni, mentre l’Unione prova a mostrarsi compatta anche di fronte a un eventuale strappo americano.
Il viaggio in Cina di Von Der Leyen e Costa: un’agenda commerciale piena
Sul tavolo delle diplomazie europee peserà anche la visita in Asia della presidente della Commissione Ursula von der Leyen e del presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, prevista per il 23, 24 e 25 luglio. Il vertice con la Cina si concentrerà principalmente sui rapporti bilaterali ma, date le tempistiche, sarà inevitabile che emerga anche la questione dei dazi e delle tensioni tra Stati Uniti e Unione europea.
Le mosse di Bruxelles nei confronti della Cina potrebbero infatti avere ricadute dirette sulla posizione negoziale europea con Washington.
Possibile incontro Trump-Xi entro novembre
Secondo il South China Morning Post, sarebbero in corso contatti anche tra Stati Uniti e Cina per cercare di disinnescare l’inasprimento della guerra commerciale che ha già pesato sul commercio globale.
Il presidente Donald Trump potrebbe incontrare il leader cinese Xi Jinping prima del vertice dell’APEC, previsto tra fine ottobre e inizio novembre, oppure a margine dello stesso appuntamento in Corea del Sud.