Elezioni in Germania, sondaggi: centristi in vantaggio, ma resta il nodo delle alleanze

A sei giorni dal voto, l'ultimo dibattito televisivo ha mostrato chi è il favorito del voto tedesco: Friedrich Merz consolida il 32% delle preferenze per la coalizione Cdu-Csu. Ma l'ultradestra di AfD segue a ruota. Come funziona il voto in Germania

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Pubblicato: 17 Febbraio 2025 16:26

Mancano sei giorni alle elezioni federali in Germania, che si terranno domenica 23 febbraio. Gli ultimi sondaggi confermano il vantaggio della coalizione di centro formata da Unione cristiano democratica (Cdu) e Unione cristiano sociale (Csu), in allungo sul partito di estrema destra dell’AfD.

Le analisi sono però soggette a due incognite principali che aleggiano sul voto tedesco: il nodo delle alleanze e il peso della disinformazione russa. La tornata elettorale in Germani ha poi regole sue che implicano ragionamenti diversi rispetto a quelli che siamo abituati a compiere in Italia.

Chi è il favorito nel voto in Germania: cosa ci dice l’ultimo dibattito tv

Secondo le proiezioni di Forsa e Infratest, i centristi tedeschi dovrebbero raccogliere tra il 30% e il 32% delle preferenze, distaccando di almeno 10 punti percentuali la galoppante Alternative für Deutschland (AfD) che da mesi occupa il secondo posto. Nel caso queste percentuali si rivelassero veritiere, la corazzata Csu-Cdu ritornerebbero nuovamente al potere dopo il “lungo regno” di Angela Merkel e dopo la parentesi socialdemocratica.

Un successo annunciato ancor di più alla luce dell’ultimo dibattito televisivo su Rtl-Ntv che ha visto contrapporsi i quattro principali candidati alla cancelleria. Alla nazione – anzi, alle nazioni che compongono la Germania – il vero vincitore è sembrato Friedrich Merz. Il suo 32% stacca di parecchio il 25% dell’uscente Olaf Scholz (socialdemocratico) e il 18% paritario del verde Robert Habeck e della leader dell’ultradestra Alice Weidel.

Prima incognita: le alleanze, preoccupa AfD

Tra i punti fermi del programma elettorale Cdu-Csu, che gli elettori sembrano preferire agli altri, spicca sicuramente l’inasprimento della politica migratoria, in scia alle politiche di riarmo e protezione dei confini che la presidenza Trump ha imposto ai Paesi europei. Un dibattito polarizzato ulteriormente dagli ultimi attentati terroristici compiuti a Magdeburgo e a Monaco di Baviera. In questo senso i centristi si serrano alle istanze di AfD, i cui voti sono stati fondamentali per l’approvazione in Parlamento di una proposta che vuole ripristinare controlli costanti su tutti i confini tedeschi ed espellere immediatamente i migranti irregolari. Buon Trump non mente, verrebbe da dire. Con Alternative für Deutschland che si prepara a diventare la seconda forza politica del Paese, con un peso in termini di seggi che si rivelerà cruciale per l’approvazione della maggior parte dei decreti legislativi.

L’AfD potrebbe così registrare il miglior risultato della sua storia: totalmente contrario ai flussi migratori e favorevole all’uscita della Germania dall’Ue, il partito della Weidel è entrato nel Bundestag nel 2021 e ha vinto le elezioni regionali in Turingia nel settembre 2024. Le contestuali elezioni europee ne hanno consolidato le ambizioni. L’esito del 23 febbraio ci dirà se il dichiarato sostegno dell’amministrazione Trump sarà un fattore premiante o meno.

Seconda incognita: la disinformazione

Della strategia “Doppelgänger” di disinformazione russa avevamo già parlato in precedenza. Nelle ultime settimane l’interferenza russa sulle elezioni tedesche si è intensificata, portando alla scoperta di ben 102 siti doppione di portali d’informazione. La tattica del Cremlino si basa proprio sulla clonazione di siti internet di media autorevoli in Germania, che però veicolano notizie false che screditano il governo, l’Ue e gli avversari di AfD. E che estremizzano le responsabilità di immigrati e musulmani in merito agli attentati recenti.

Anche a questo si riferiva il vicepresidente americano J. D. Vance quando, alla Conferenza di Monaco sulla Sicurezza, ha parlato di libertà d’espressione “in ritirata” in Europa. Le tensioni legate all’esclusione degli Stati Ue dal tavolo dei negoziati, che Donald Trump vuole organizzare unilateralmente con Vladimir Putin, complicano ulteriormente il quadro. Le fake news russe attraverso portali doppioni e social network girano con maggiore pervasività, grazie anche all’uso dell’intelligenza artificiale, mirano a destabilizzare il motore economico e industriale d’Europa.

Per cosa si vota in Germania e come funzionano le elezioni

Domenica 23 febbraio i tedeschi si recheranno alle urne per eleggere i 630 deputati del Bundestag, la Camera bassa del Parlamento. Le elezioni federali sono state indette in anticipo dopo il licenziamento del ministro delle Finanze Christian Lindner, avvenuto il 6 novembre 2024. La coalizione tripartita composta dal Partito social-democratico (Spd), dai Verdi (die Grunen) e dai liberaldemocratici (Fpd) non ha incassato la fiducia, aprendo la crisi politica della cancelleria Scholz che ha quindi portato al voto anticipato.

I membri del Parlamento tedesco vengono eletti ogni quattro anni con un sistema che combina l’impianto uninominale secco con una rappresentanza proporzionale multi-mandato. Tradotto: i cittadini non scelgono direttamente il cancelliere, che viene eletto dai membri del Bundestag sulla base di un accordo post-elettorale. Il voto popolare è duplice:

  • si elegge il candidato nella propria circoscrizione elettorale: vince e ottiene un seggio parlamentare chi primeggia in ciascuna delle 299 circoscrizioni;
  • si vota una lista di partito a livello di Land.

Il cancelliere tedesco è il capo del governo tedesco. Viene eletto dal Bundestag su proposta del presidente federale, che attualmente è Frank-Walter Steinmeier, in carica dal 2017. Tradizionalmente, il cancelliere è membro del principale partito della coalizione che vince le elezioni. Una volta eletto, propone al presidente federale la nomina dei ministri, formando il governo.