Kissinger svela come uscire dalla guerra: “Può finire in un solo modo”

Al Forum di Davos, l'ex segretario di Stato americano rivela cosa accadrà e come fare ad uscire dall'impasse della guerra

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Alla veneranda età di 98 anni, colui che è considerato uno dei più grandi statisti di tutti i tempi, celeberrimo per la sua Realpolitik e persino vincitore del Premio Nobel, prende ancora la parola e delinea uno scenario dai risvolti potentissimi. L’ex segretario di Stato Henry Kissinger è volato a Davos, Svizzera, per il consueto summit del World Economic Forum e, assieme a Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del WEF, ha parlato delle questioni più urgenti che il mondo deve affrontare a suo avviso.

Il World Economic Forum Annual Meeting 2022, che riunisce oltre 2mila leader e esperti di tutto il mondo, si svolge nel momento geopolitico e geoeconomico più difficile degli ultimi tre decenni e sullo sfondo di una pandemia irripetibile. Quando l’ex Segretario di Stato americano parlò per la prima volta al World Economic Forum nel 1980, disse che “siamo in un’era di interdipendenza globale”. Oggi, senza mezzi termini, dichiara che il conflitto in Ucraina può ridefinire in modo permanente l’ordine globale.

Come dovranno cambiare i rapporti Usa-Cina

Passato alla storia per aver guidato, accanto al presidente Nixon, negli anni ’60 e ’70 con assoluto pragmatismo la politica estera americana durante la Guerra Fredda, pioniere della politica della distensione, Kissinger cercò, e riuscì, a ridurre le tensioni con l’allora URSS, anche orchestrando le relazioni diplomatiche degli Stati Uniti con la Cina.

E anche oggi ha parlato molto di Cina, Kissinger, riflettendo sulla sua esperienza di negoziato con Pechino: “Quando abbiamo aperto relazioni diplomatiche con la Cina negli anni ’70, lo abbiamo fatto con la sensazione di iniziare una relazione permanente. Era molto diverso il Paese. Oggi di fatto la Cina è una centrale elettrica con importanti interessi economici e strategici”.

L’ex braccio destro di Nixon si dice certo che il modo in cui Stati Uniti e Cina condurranno le loro relazioni nei prossimi anni dipenderà “dalla pazienza e dalla diplomazia dei suoi leader”.

Non solo: l’aspetto potenzialmente contraddittorio delle relazioni USA-Cina dovrebbe essere mitigato e le due potenze dovrebbero perseguire e sostenere gli interessi comuni. “Gli Stati Uniti”, dice, “devono rendersi conto che la competenza strategica e tecnica della Cina si è evoluta. I negoziati diplomatici devono essere sensibili, informati e tendere unilateralmente alla pace”.

Il mondo è un altro mondo, oggi. “Ci troviamo di fronte all’evidenza che le moderne tecnologie stanno mettendo i Paesi in situazioni in cui non si sono mai trovati prima”, ha affermato Kissinger. Le potenze nucleari e le nuove tecnologie militari, senza criteri per porre dei limiti “potrebbero significare una catastrofe per l’umanità”.

Perché la guerra Russia-Ucraina può ridefinire l’assetto mondiale

II leader mondiali affermano che la guerra della Russia in Ucraina ha messo in discussione “l’intero ordine internazionale“. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha detto ai leader globali a Davos che la guerra non è solo “una questione di sopravvivenza dell’Ucraina” o “una questione di sicurezza europea”, ma anche “un compito per l’intera comunità globale”.

Ha attaccato la “furia distruttiva” del presidente Putin, che ha sferrato anche i carri armati Terminator (qui quali obiettivi possono colpire), ma ha affermato che la Russia potrebbe un giorno recuperare il suo posto in Europa se “trova la strada per tornare alla democrazia, allo stato di diritto e al rispetto dell’ordine internazionale basato sulle regole, perché la Russia è il nostro vicino”.

In questo scenario, alla domanda sulla sua prospettiva sulle principali questioni che il mondo deve affrontare oggi, Kissinger dal canto suo ha sottolineato come il conflitto in corso tra Russia e Ucraina potrebbe rimodellare il mondo come lo conosciamo, e per sempre.

“L’Ucraina avrebbe dovuto rappresentare un ponte tra l’Europa e la Russia, ma ora, man mano che le relazioni si stanno riformulando, potremmo entrare in uno spazio in cui la linea di demarcazione viene ridisegnata e la Russia viene completamente isolata” spiega Kissinger.

Ci troviamo ora di fronte a una situazione in cui Mosca potrebbe alienarsi completamente dall’Europa e cercare un’alleanza permanente altrove, continua. E questo potrebbe portare a “distanze diplomatiche” simili alla Guerra Fredda, che “ci riporterebbero indietro di decenni. Dovremmo dover lottare per una pace a lungo termine” (qui chi e quali settori si stanno arricchendo grazie alla guerra).

Come mettere fine alla guerra Russia-Ucraina

Come uscire da questa guerra, quindi, mentre entriamo nel quarto mese di combattimenti e distruzione? Dopo aver detto che i Paesi occidentali dovrebbero ricordare l’importanza della Russia per l’Europa e non farsi travolgere “nell’umore del momento”, Kissinger ha esortato gli Stati Uniti e l’Occidente a non cercare una sconfitta devastante per la Russia in Ucraina, avvertendo che questo potrebbe peggiorare la stabilità a lungo termine dell’Europa.

Le trattative devono iniziare nei prossimi 2 mesi, prima che si creino sconvolgimenti e tensioni che non saranno facilmente superate. Perseguire la guerra oltre quel punto non riguarderebbe la libertà dell’Ucraina, “ma una nuova guerra contro la stessa Russia” dice.

L’ex segretario di stato è convinto che l’Ucraina debba cedere una parte del suo territorio alla Russia per aiutare a porre fine all’invasione, suggerendo una posizione che la stragrande maggioranza degli ucraini non accetta.

Idealmente, la linea di demarcazione dovrebbe essere un ritorno allo status quo ante, cioè il ripristino di una situazione in cui la Russia controllava formalmente la Crimea e controllava in modo informale le due regioni più orientali dell’Ucraina, Luhansk e Donetsk.

Il presidente ucraino Zelensky ha sottolineato che parte delle sue condizioni per avviare colloqui di pace con la Russia includerebbero il ripristino dei confini prima dell’invasione. Buona parte degli ucraini sembra d’accordo con Zelensky a non rinunciare alla terra in cambio della pace.

Un sondaggio condotto dall’Istituto internazionale di sociologia di Kiev questo mese ha rilevato che l’82% degli ucraini non è disposto a rinunciare a nessuna delle terre ucraine, anche se ciò significa che la guerra si trascinerà. Solo il 10% ritiene che valga la pena rinunciare alla terra per porre fine all’invasione, mentre l’8% è indeciso. Il campione considerato però non includeva i residenti di territori controllati dalle autorità ucraine prima del 24 febbraio, come la Crimea, Sebastopoli e alcuni distretti delle regioni di Donetsk e Luhansk.