La guerra in Ucraina volge ormai inesorabilmente a compiere il primo anniversario dal suo avvio, un conflitto iniziato il 24 febbraio 2022 e che oggi, dopo quasi un anno, sembra non avere ancora una soluzione. Tra i vari tira e molla tra Mosca e Kiev e, soprattutto, l’inasprirsi degli attacchi russi, i Paesi alleati si sono schierati in favore dell’Ucraina inviando nuove armi e aiuti.
Lo scoppio della guerra ha anche portato la Svizzera, Paese storicamente neutrale in fatto bellico, a schierarsi dalla parte ucraina. Anche se, secondo alcuni rumors provenienti dagli Stati Uniti, il governo elvetico non avrebbe del tutto chiuso i rubinetti finanziari verso il Cremlino.
Le accuse degli Usa alla Svizzera
Una nuova e pesante accusa, infatti, vola tra Washington e Berna facendo tappa a Zurigo, sede delle più grandi banche svizzere. Secondo quanto appreso dal senatore repubblicano Roger Wicker, co-presidente della Helsinki Commission del Congresso sulla sicurezza, la Svizzera avrebbe riciclato più volte i soldi russi, ripulendoli e facendoli tornare in mano ai legittimi proprietari anche quando tale movimento non era più consentito.
In un periodo in cui tutte le finanze russe dovrebbero essere congelate per non favorire movimenti in favore di Putin per il prosieguo della guerra, il senatore ha scritto una lettera al segretario di Stato americano Antony Blinken in cui accusa gli elvetici di riciclaggio. “I tribunali svizzeri di recente hanno approvato il piano del loro governo di rispedire milioni di dollari, da fondi congelati, a cittadini russi dotati di stretti legami con il regime di Putin” ha scritto Wicker, che ha spiegato che tra i beneficiari ci saranno anche “due che sono nella lista del programma di sanzioni ‘Magnitsky'” ovvero il piano di sanzioni per affrontare la corruzione e le plateali violazioni dei diritti umani.
Dal senatore Wicker è quindi arrivata l’accusa pesante: “La decisione della Svizzera di restituire proventi illeciti ai responsabili di un crimine emblematico del regime di Putin rappresenta un affronto ai nostri sforzi”.
Come la Svizzera ha riciclato i soldi russi
Ma come farebbe la Svizzera a riciclare i soldi dei russi? A spiegarlo è Federico Fubini sul Corriere della Sera. Alla base del meccanismo di riciclo c’è il metodo proporzionale che il Procuratore federale elvetico ha messo in atto per rimandare indietro i soldi russi. Si tratta di movimenti di soldi complicati da comprendere che però, facendo la spola tra un Paese e un altro, tornano indietro rendendo difficile stabilire l’origine del flusso.
Partendo dalla Svizzera, infatti, delle somme di denaro arriveranno a Mosca facendo tappa su più banche internazionali. Facendo un esempio, dunque, il metodo proporzionale svizzero considera sequestrabile solo il 10% di una somma “congelata”. Ma tra un movimento e l’altro, è sempre il 10% a essere sequestrabile divenendo, di fatto, una percentuale irrisoria per il destinatario finale. Dopo due passaggi fra conti, infatti, solo l’1% della somma (il 10% del 10%…) è sequestrabile e dopo tre passaggi solo lo 0,1% (il 10% del 10% del 10%).
In poche parole, si legge sul quotidiano, come riferito da Mark Pieth, capo della sezione sulla criminalità organizzata economica dell’Ufficio federale di Giustizia svizzero e già membro della Task Force internazionale sul riciclaggio, si tratta di un metodo che “favorisce i riciclatori che usano strutture più complesse”.