Ue e Usa insieme: ecco il piano anti-Cina

Ursula von der Leyen e Joe Biden siglano un accordo che porterà l'Europa a slegarsi economicamente dalla Cina. Il piano passa dall'export di materiali critici

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Stati Uniti e Unione Europea rinsaldano siglano un nuovo patto in chiave anti-cinese, riconoscendo ufficialmente un nuovo (neanche tanto) avversario comune oltre alla Russia. Avversario economico, s’intende. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, è volata a Washington per incontrare Joe Biden per definire la linea comune.

Un incontro doveroso e atteso, dopo l’alta tensione registrata tra le due sponde dell’Atlantico a causa del maxi piano di incentivi green varato dal presidente americano per attrarre investimenti (anche di aziende con sede in Europa) negli Stati Uniti. Stati Uniti che nel frattempo hanno aggiunto voci alla lista nera contro la Cina.

Minerali critici e batterie: l’accordo Biden-von der Leyen

Nella sua prima visita alla Casa Bianca da novembre 2021, Ursula von der Leyen ha tributato a Washington la volontà di ridurre la dipendenza commerciale dalla Cina e limitare l’export di prodotti tech. Da parte sua, Biden ha promesso alla leader dell’Ue che i suoi incentivi non penalizzeranno le aziende europee. Con la guerra in Ucraina che non accenna a concludersi, per l’amministrazione Usa la visita di von der Leyen è stata l’occasione ideale per placare nei partner europei l’irritazione causata dall’Inflation Reduction Act, il decreto da oltre 375 miliardi di dollari che prevede maxi sussidi alle aziende americane attive nella transizione energetica.

“Vogliamo trovare un terreno comune e massimizzare la realizzazione dei progetti in modo che ognuno di noi possa costruire la propria base industriale”, ha assicurato un funzionario della Casa Bianca. Fonti assicurano che il nuovo sistema di aiuti di Stato per il green tech, appena varato da Bruxelles sulla scia della misura americana, non può entrare in conflitto con il piano di Biden. Per fare in modo che anche le imprese europee possano beneficiare dei sussidi a stelle e strisce, i due leader hanno iniziato a lavorare a un accordo commerciale sui minerali critici, indispensabili per la produzione delle batterie dei veicoli elettrici.

In cosa consiste il piano anti-Cina

Il piano di Washington e Bruxelles rivela la sua indole anti-cinese proprio per quanto riguarda il settore tech. Se l’intesa sarà perfezionata, Usa e Ue porterebbero a casa un doppio risultato: da una parte l’uso di minerali critici europei permetterebbe alle imprese europee di usufruire degli incentivi statunitensi, mentre dall’altra si ridurrebbe la dipendenza dalla Cina, grandissima produttrice di questi elementi.

Von der Leyen e Biden hanno parlato di “allineamento totale” sui rapporti col Dragone. Al di là delle dichiarazioni d’intenti, è però innegabile quanto l’Europa sia legata economicamente alla Cina. A dimostrazione che anche l’Ue vuole progressivamente svincolarsi da Pechino, la numero uno della Commissione Ue ha portato nello Studio Ovale la decisione dell’Olanda, subito dopo quella del Giappone, di bloccare l’export verso la Cina di tecnologie per la produzione di microchip.

Una vittoria per Joe Biden, che da mesi stava cercando di convincere gli alleati a compiere questo passo decisivo. Non solo: secondo l’agenzia Bloomberg, la Casa Bianca varerà ad aprile un’ulteriore stretta sulle esportazioni di semiconduttori verso la Cina (intanto Pechino vuole la pace tra Russia e Ucraina: l’accordo segreto). Sul tavolo, infine, anche gli sforzi comuni di Usa e Ue per ridurre la dipendenza dell’Europa dal gas naturale russo e mitigare gli effetti del conflitto in Ucraina sulla crisi energetica.

Biden dice che la Cina è pericolosa

Secondo gli Usa, la Cina non rappresenta una minaccia soltanto economica per l’Occidente. Tanto che il presidente americano si è fdetto pronto a condividere con Bruxelles informazioni di intelligence che dimostrano come il gigante asiatico sia pronto a fornire armi alla Russia nella guerra contro l’Ucraina.

Ribadendo la forza dell’unità transatlantica di fronte all’aggressione ai danni dell’Ucraina, von der Leyen e Biden hanno intenzione di varare nuove sanzioni non solo contro Mosca, ma anche contro “Paesi terzi”. Espressione con la quale l’amministrazione Usa si riferisce, di solito, proprio alla Cina.