Stangata sanità: i rincari su farmaci e visite

Sistema sanitario nazionale sempre più in difficoltà: si registrano aumenti generalizzati per tutti i farmaci, mentre le visite specialistiche si fanno più care

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Farmaci sempre più cari da una parte, visite mediche sempre più costose e meno accessibili dall’altra. Le già persistenti criticità del Sistema sanitario nazionale sono state aggravate negli ultimi mesi dall’inflazione crescente e dall’incremento generalizzato sui prezzi delle forniture, con particolare riferimento ai costi energetici. Uno studio condotto da Fpress, ente specializzato in farmacia, sui circa 1.100 farmaci di fascia C (a totale carico dei pazienti), permette di fare luce sui pesanti rincari dei medicinali. Il prezzo di quelli più comuni è aumentato in media del 10,4% tra dicembre e gennaio.

I rincari sui farmaci

Secondo la ricerca il rincaro più alto ha interessato il farmaco Tadalafil, ossia il generico del Cialis, la cui confezione da quattro compresse di 10 mg è passata da circa 23 euro a 57, con un incremento di quasi il 149%. La confezione da quattro compresse del Sildenafil Zentiva ha invece registrato un raddoppio, passando da 12 a 24 euro.

Pesanti rincari anche per i medicinali contro patologie gravi. Il Dantrium, usato contro l’ipermetabolismo fulminante, nella confezione da 36 flaconi costa ben 168,8 euro in più. In aumento anche i costi dei farmaci di uso più comune, come la Tachipirina iniettabile, che nella confezione da 7 flaconcini è passata da 78,54 a 87,96 euro, con un rincaro del 12%.

Il Toradol, antidolorifico usato generalmente per i dolori post-operatori nella scatola con 10 pillole da 10 mg è passato da 13,40 a 14,20 euro. Il Muscoril, utilizzato per curare lombosciatalgie, nevralgie e altre patologie, ha raggiunto i 19,85 euro. Il prezzo dei farmaci da banco senza ricetta, come Aspirina, Voltaren o Buscopan, è aumentato in media del 5,1%.

Aumentano anche le visite mediche

Ma i rincari, come detto, non hanno colpito soltanto i farmaci. Anche le visite mediche oggi costano generalmente di più. Il Corriere della Sera prende come esempio il Centro Santagostino, gruppo con oltre 50 milioni di fatturato con sedi in Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna. Dal 4 dicembre le visite specialistiche e le ecografie sono passate da 65 a 77 euro.

Nel dettaglio sono state ritoccate tutte quelle prestazioni particolarmente energivore, vale a dire quelle che richiedono molta elettricità per funzionare, come la risonanza magnetica e gli esami del sangue, come ha spiegato lo stesso gruppo del servizio di continuità assistenziale in una nota pubblicata sul suo sito.

Visite ed esami saltati in tutta Italia

I rincari sulle visite specialistiche vanno a pesare ulteriormente sui ritardi di cure, controlli e prestazioni in tutto il Paese, da Nord a Sud. Secondo un recente report di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali che fa capo al ministero della Salute, si è registrato uno spaventoso incremento dei tempi di attesa nelle strutture pubbliche, che sta costringendo milioni di pazienti ad affidarsi alle cliniche private.

Nell’ultimo triennio il dato delle prime visite effettuate presso le strutture statali è sceso da 21,8 milioni nel 2019 a 18,7 milioni nel 2022, con una perdita di oltre 3 milioni di pazienti. Il discorso si aggrava per gli appuntamenti di controllo: se prima dello scoppio della pandemia ne venivano erogati 32,8 milioni ogni anno, lo scorso anno sono crollati a 27,5 milioni.