È durato poco più di due ore l’incontro avvenuto al ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare tra una delegazione del movimento Riscatto agricolo, una delle due anime della protesta dei trattori, e il sottosegretario al Masaf, Patrizio La Pietra. Quest’ultimo, a margine della riunione, ha riferito di un dibattito costruttivo nel quale si è parlato con “chi nei campi ci vive e lavora” ed è dunque lontano dalla logica, o “vergogna” per usare le sue parole, degli “aiuti per non produrre”.
Sulla stessa linea anche uno dei portavoce di Riscatto agricolo, Andrea Papa, che ha parlato di “un incontro positivo”, sottolineando però che per renderlo veramente tale il gruppo che rappresenta attende l’ufficialità da parte del ministero.
Cosa chiede Riscatto agricolo
Gli agricoltori di Riscatto agricolo hanno fatto delle richieste molto chiare al ministero competente, come l’esenzione dal pagamento dell’Irpef e dell’Imu per gli imprenditori agricoli e i coltivatori diretti e la valorizzazione del costo di produzione, oltre che la revisione del Pac, la Politica agricola comune europea, il mantenimento delle agevolazioni sui carburanti e lo sviluppo di politiche più incisive per il contenimento della fauna selvatica.
Il sottosegretario al Masaf La Pietra ha accolto queste istanze, sottolineando l’importanza di guardare al futuro dell’agricoltura soprattutto attraverso gli occhi di chi quotidianamente è attivo in questo settore: “Dopo anni di scelte appiattite su logiche di pseudo ambientalismo radicale, vogliamo cambiare la politica comunitaria e vogliamo farlo in perfetta sinergia con chi nei campi ci vive e lavora: è il momento di fare un cambio di passo sulla politica agricola comunitaria semplificando l’erogazione degli aiuti, scongiurando tagli finanziari, dicendo basta alla vergogna degli aiuti per non produrre”.
Lollobrigida: “Vogliamo garantire gli imprenditori agricoli”
L’incontro al ministero, come detto, non basta agli esponenti di Riscatto agricolo per ritenere vinta la battaglia, ma servono prima delle conferme ufficiali da parte del ministero e, dunque, dal ministro competente Francesco Lollobrigida.
Quest’ultimo, nel corso delle ultime ore, ha dimostrato un’apertura concreta alle richieste dei coltivatori: “Sull’Irpef insieme ai colleghi Giorgetti e Leo stiamo lavorando a un’ulteriore proposta che garantisca, nel modo più rilevante possibile, gli imprenditori agricoli. Il sostegno al reddito dei più deboli e l’abbattimento dei costi di produzione, in un quadro di equità, restano la stella polare dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni e spero che chiunque, al di là della collocazione parlamentare, abbia a cuore il sistema agricolo”.
E ancora, per risponde all’accusa rivolta dal leader di Azione Carlo Calenda, secondo il quale l’emendamento al decreto Milleproroghe non conterrebbe soluzioni sufficienti alle richieste degli agricoltori, il ministro ha sostenuto che “il Governo italiano, fuori dai nostri confini, non guarda al partito di appartenenza dei singoli ma valuta se le proposte siano utili a dare o meno risposte ai nostri agricoltori”.
“Ringrazio Azione per i suggerimenti – ha aggiunto – ma, anche stavolta, sosterrò quelle proposte che hanno lo stesso nostro interesse nel tutelare gli imprenditori agricoli, come quella avanzata dal ministro francese Marc Fesneau sul principio di reciprocità per evitare che nella nostra Nazione arrivino merci provenienti da Paesi terzi che non rispettano le stesse regole imposte ai nostri agricoltori”.
Continua il presidio dei trattori a Roma
Al di là degli scambi di dichiarazioni e vedute politiche, la vicenda degli agricoltori potrebbe essere molto vicina a essere risolta, ma nel frattempo resta attivo il presidio dei 300 mezzi agricoli in via Nomentana a Roma, così come quello degli agricoltori e dei pastori sardi al porto di Cagliari che dovrebbe andare avanti fino al 26 febbraio.