Il POS in taxi non funziona? Ecco cosa fare

Come comportarsi se il terminale è guasto e quando si può fare denuncia alla guardia di finanza

Pubblicato: 12 Agosto 2023 09:00

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Dal 30 giugno 2022, tutte le persone che conducono un’attività commerciale, compresi i professionisti, devono accettare pagamenti tramite carte di credito, di debito o prepagate. Questo requisito è soddisfatto mediante l’utilizzo di un dispositivo elettronico collegato direttamente al conto bancario dell’esercente. Questo dispositivo è noto come Pos, acronimo di “point of sale”, traducibile in italiano come “punto vendita”.

Nonostante l’obbligo stabilito dalla legge, molti individui cercano di evitare di adempiere a questa richiesta a causa dei costi associati all’uso di tale strumento. Per ogni transazione completata tramite il Pos, è prevista una modesta commissione (generalmente compresa tra l’1% e il 2% dell’importo dell’operazione) che è a carico del proprietario dell’attività commerciale.

Con questo articolo, esploreremo le conseguenze per coloro che scelgono di non accettare pagamenti con carta di credito, sia a causa dell’assenza di un terminale funzionante che per l’inutilizzo dello stesso. In particolare, esamineremo le azioni da intraprendere nel caso in cui un servizio di taxi rifiuti il pagamento tramite Pos, un tema che ha suscitato un acceso dibattito nei mezzi di comunicazione di massa.

Quando è obbligatorio il Pos

La necessità di utilizzare il Pos si estende a tutti coloro che intrattengono interazioni dirette con il pubblico, rappresentando un requisito che coinvolge non solo i tradizionali esercizi commerciali, quali supermercati, tabaccai, bar, pizzerie e negozi di abbigliamento, ma anche le attività svolte dai professionisti autonomi, tra cui avvocati, ingegneri e medici, per citarne solo alcuni esempi.

Invece, è da sottolineare che l’obbligo dell’uso del Pos non si applica ai professionisti che conducono transazioni esclusivamente con altri professionisti. Tale esenzione è pertanto riservata a coloro che effettuano scambi commerciali all’interno del proprio settore professionale. Questa differenziazione mira a regolare l’adozione del POS in modo appropriato, considerando le diverse dinamiche di interazione e transazione in vari contesti professionali.

Taxi: come comportarsi in caso di Pos non funzionante

Esaminiamo ora le azioni da intraprendere nel caso in cui un servizio di taxi rifiuti il pagamento tramite Pos a causa di un malfunzionamento del terminale. Questo scenario può essere affrontato in due situazioni distinte: nel caso in cui il tassista informi il cliente prima dell’inizio della corsa riguardo al malfunzionamento del Pos, il cliente ha la possibilità di rifiutare l’offerta di salire a bordo e quindi può optare per non utilizzare il servizio. Questa decisione si basa sulla scelta del cliente di non usufruire del servizio di taxi a causa dell’incapacità di effettuare il pagamento con carta di credito.

Se invece il tassista comunica al cliente solo al termine della corsa che il Pos non funziona a causa di un problema a lui attribuibile, il cliente non può essere costretto a scendere dal taxi per recarsi a un bancomat e prelevare contanti. In questa situazione, se il cliente non ha denaro contante con sé, può concordare con il tassista di scambiarsi i dati necessari per effettuare il pagamento in un secondo momento, magari attraverso un bonifico.

È importante sottolineare che se il malfunzionamento del Pos non è attribuibile all’esercente, non ci saranno conseguenze o sanzioni in relazione a questa situazione. Tuttavia, se il terminale POS non funziona a causa di negligenza o volontà deliberata dell’esercente, quest’ultimo potrebbe essere soggetto a sanzioni, come verrà spiegato nel paragrafo successivo.

È cruciale notare che le considerazioni sopra descritte non si applicano soltanto ai tassisti, ma valgono per tutti gli esercenti di attività commerciali o professionisti che operano con il Pos.

Come comportarsi se il tassista rifiuta il pagamento col Pos

Se il conducente del taxi rifiuta in modo deciso di accettare il pagamento tramite Pos o finge il malfunzionamento del terminale, si applicherà la sanzione menzionata in precedenza: una somma di 30 euro unita al 4% dell’importo della transazione rifiutata. La stessa penalità è prevista se il Pos non funziona a causa della negligenza del titolare, come ad esempio non averlo riparato nonostante fosse guasto da un po’ di tempo oppure non aver provveduto alla ricarica (nel caso dei dispositivi portatili).

In situazioni di questo genere, il cliente ha il diritto di contattare la Guardia di Finanza e denunciare il comportamento scorretto del tassista. Va sottolineato che l’obbligo di pagamento rimane comunque in vigore, dato che il servizio è stato usufruito. Tuttavia, l’adempimento dell’obbligazione può avvenire successivamente, data l’opposizione del tassista a accettare il pagamento elettronico in quel momento.