Nuova polemica sul cibo sintetico, ecco il nuovo prodotto

Non solo carne e pesce, ora arriva anche il latte sintetico: ecco cos'è e i rischi, nuova polemica dall'Italia che vuole difendere il proprio tessuto produttivo

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Nuovo capitolo della polemica contro il cibo sintetico, con l’Italia che si trova nuovamente a opporsi ai prodotti nati in laboratorio. Dopo la carne e il pesce in provetta, infatti, un nuovo prodotto è pronto a essere sfornato grazie a procedimenti chimici che non convincono i consumatori.

Parliamo del latte sintetico, prodotto pronto a diventare realtà in Israele che sta per diventare uno dei primi Paesi al mondo a vendere veri e propri prodotti lattiero caseari senza utilizzare il latte prodotto dalle mucche. Una decisione che in Italia preoccupa, e non poco, Coldiretti e Filiera Italia. Le due organizzazioni, insieme ad Assica, Assolatte, Unaitalia e Assocarni, hanno quindi deciso di dare vita alla prima alleanza contro il cibo sintetico sulle tavole mondiali e ai comparti strategici del vero Made in Italy agroalimentare, alimentando sempre di più la critica contro i cibi e prodotti in provetta.

Cos’è il latte sintetico

Ma prima di addentrarci nella polemica è giusto fare un chiarimento su cos’è il latte sintetico e cosa cambia rispetto al latte tradizionale. Si tratta di un vero e proprio latte “senza mucca”, ovvero un prodotto che non nasce dall’animale, bensì direttamente in laboratorio. Non si tratta di un’alternativa vegetale, ma di un latte studiato e realizzato ad hoc grazie a un processo in laboratorio molto preciso.

Il latte sintetico, nello specifico, viene realizzato attraverso un preciso processo di fermentazione di sequenze genetiche del latte le cui proteine vengono riprodotte da microrganismi geneticamente modificati. Si tratterebbe quindi di un latte privo di colesterolo, antibiotici, lattosio e anche ormoni, ma conterrebbe comunque le sostanze nutritive del latte che tutti conosciamo, addirittura avvicinandosi al vero in sapore e densità.

Ma perché preferire il latte sintetico a quello “da mucca”? Il prodotto è stato pensato per ridurre le emissioni di CO2 provenienti dagli allevamenti intensivi e dalle industrie portando quindi di fatto alla riduzione dell’inquinamento di almeno il 97%. Ma sarebbe una produzione che, come abbiamo già visto in passato, desta non poche preoccupazioni in Italia.

Polemiche e rischi contro i cibi sintetici

E come detto, infatti, il latte sintetico in Israele ha provocato un nuovo moto di polemiche in Italia. In un Paese in cui il 72% della popolazione non mangerebbe la carne sintetica ottenuta in laboratorio e solo il 18% la proverebbe stando a una recente indagine di Tecné, a puntare il dito contro la nuova frontiera del cibo da laboratorio sono state le citate Coldiretti e Filiera Italia.

“Non si tratta di cibo ma di un prodotto ingegnerizzato, con processi di lavorazione molto più simili a quelli dei farmaci e proprio in questo ambito devono essere valutati” ha spiegato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini secondo cui “nei prodotti a base cellulare si utilizzano ormoni che invece sono vietati negli allevamenti europei dal 1996”.

Luigi Scordamaglia, amministratore delegato Filiera Italia, reputa invece un atto gravissimo l’idea di “sostituire con un procedimento di laboratorio il legame tra il cibo che mangiamo e la terra”. E a questo punto Filiera Italia e Coldiretti promettono battaglia, continuando a lavorare con il Governo per non abbassare la guardia affinché non venga minacciata la produttività italiana.

Sì, perché oltre ai possibili rischi legati alla salute di milioni di consumatori, il passaggio al latte sintetico metterebbe in ginocchio il tessuto produttivo nostrano. L’obiettivo quindi è quello di “salvaguardare il nostro tessuto produttivo e difendere i nostri standard di qualità” ha spiegato Scordamaglia.

A fargli eco è anche il presidente di Assolatte Paolo Zanetti, che va giù duro contro gli investitori che da un lato chiedono alle produzioni lattiero casearie di essere ancora più attente all’ambiente, ma dall’altro non si fanno scrupoli a promuovere “un prodotto che tutto è fuorché naturale, ed è quindi nemico dell’ambiente”.