JP Morgan spaventa i mercati: ecco cosa succederà il 15 giugno

Il CEO Jamie Dimon lancia un allarme "apocalittico" legato alla Fed e alla guerra in Ucraina. Le conseguenze sono già evidenti nell'aumento dei prezzi, dal cibo all'energia

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

L’invasione russa dell’Ucraina ha spinto la prima tessera del domino globale provocando, oltre all’orrore della guerra armata, anche un effetto a cascata che si è scagliato in tutti gli ambiti, da quello sociale a quello economico. Proprio in quest’ultimo il CEO di JP Morgan, Jamie Dimon, ha paventato uno scenario altamente negativo, una catastrofe al limite dell’apocalittico. Dall’altro lato, Putin sembra non conoscere crisi: a 100 giorni dall’inizio della guerra arriva una pioggia di soldi.

“Uragano economico”: cosa ha detto Dimon

L’amministratore delegato della multinazionale americana di servizi finanziari ha lanciato l’allarme per “un uragano economico” provocato dalla riduzione del bilancio della Fed e dalla guerra in Ucraina, con l’aumento spropositato dei prezzi di materie prime ed energia. Proprio per questo è nato il fondo per le imprese danneggiate dalla guerra.

Tornando alle parole dell’Ad, esse sono pesantissime e spingono oltre il limite il pessimismo più contenuto, espresso soltanto una settimana fa, riguardo a “nuvole di tempesta sull’economia”. Ora Dimon annuncia invece “un uragano di cui nessuno conosce l’entità. JP Morgan si sta preparando con un approccio molto conservativo sul suo bilancio”.

“È meglio che vi prepariate”, prosegue lapidario il CEO. “In questo momento c’è un po’ di sole, le cose stanno andando bene e tutti pensano che la Fed possa gestire la situazione. Ma quell’uragano è proprio là fuori, in fondo alla strada, in arrivo sulla nostra via”.

Cosa c’entra la Federal Reserve

La prima fonte di preoccupazione citata da Jamie Dimon è l’annuncio da parte della Federal Reserve di una riduzione del bilancio e dell’inversione dei programmi di acquisto di obbligazioni di emergenza. Le previsioni sul cosiddetto Quantitative tightening (lo strumento usato dalle banche centrali per ridurre la quantità di liquidità nell’economia) parlano di un inizio questo mese e di un aumento fino a 95 miliardi di dollari in partecipazioni obbligazionarie ridotte.

“Non abbiamo mai avuto Qt come questo, quindi al momento è come se fossimo di fronte a qualcosa di imprevedibile su cui si potranno scrivere libri di storia per 50 anni“, ha osservato Dimon. Il CEO ha definito “un enorme errore” i piani della Fed, compresa la dinamica dei tassi negativi. Le banche centrali “non hanno scelta perché c’è troppa liquidità nel sistema. Devono rimuovere parte della liquidità per fermare la speculazione, ridurre i prezzi delle case e cose del genere”.

Dalle materie prime ai carburanti: il ruolo del rincaro dei prezzi

L’allarme di Dimon comprende anche gli effetti della guerra in Ucraina sul prezzo delle materie prime, soprattutto in ambito alimentare ed energetico con la benzina che aumenta anche con il taglio delle accise e il terribile spettro dell’inflazione sullo sfondo.

Quello che è senza dubbio il peggior conflitto europeo dalla Seconda Guerra Mondiale ha fatto impazzire il mercato del petrolio, che si avvia spedito “sulla strada di un rialzo fino a 150 o 175 dollari al barile”. Uno scenario reso ancora più grave dalle scelte politiche europee come il sesto pacchetto di sanzioni Ue alla Russia. Secondo l’a.d. di JP Morgan, non si stanno infatti intraprendendo le azioni adeguate per proteggere l’Europa da ciò che accadrà all’oro nero nel breve periodo.