Il mar Baltico ribolle a causa delle perdite di gas provenienti dai condotti Nord Stream 1 e 2, che vengono attribuite da Kiev a un sabotaggio della Russia. Danni “senza precedenti” come ha riferito lo stesso operatore della rete, interessata, secondo quanto rilevato dai sismografi danesi e svedesi, da forti esplosioni nell’area, che avrebbero provocato la risalita dai gasdotti sottomarini del metano fornito da Mosca all’Europa. Non è ancora possibile determinare le cause di questo disastro dalle conseguenze ambientali ed economiche, ma mentre Ucraina e Russia si rimpallano accuse a vicenda, dagli Usa alla Germania aumentano i sospetti su un attacco deliberato contro le pipeline lanciato dal Cremlino.
Fughe di gas da Nord Stream: ribolle il mar Baltico
“Le fughe di gas dal Nord Stream sono sotto indagine, i primi report indicano che siano state causate da un attacco ma sono solo le prime notizie” ha dichiarato così il segretario di Stato americano, Antony Blinken, in una conferenza stampa a Washington, in occasione di un incontro con il ministro degli Esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar.
“Nei prossimi mesi dobbiamo lavorare per mettere fine alla dipendenza energetica dell’Europa dalla Russia”, ha sottolineato il segretario di Stato Usa.
Anche la Nato ha comunicato di monitorare “attentamente la situazione nel Mar Baltico. Gli alleati stanno esaminando le circostanze delle fughe di gas e scambiando informazioni, anche con Finlandia e Svezia”.
Le esplosioni sottomarine sono state avvertite lunedì dalle stazioni di misurazione sismologica sia in Svezia sia in Danimarca, la prima registrata alle 02.03 della notte e la seconda alle 19.04.
Nella stessa giornata l’operatore Nord Stream che si occupa della gestione delle pipeline ha comunicato una perdita di pressione e che tre linee del gasdotto hanno subito danni “senza precedenti” sottolineando che “è impossibile in questo momento stimare la tempistica per la ripresa delle operazioni di ripristino” dell’infrastruttura.
“Non c’è dubbio che si tratti di esplosioni“, ha affermato Björn Lund, docente di sismologia presso la Swedish National Seismic Network.
Secondo quanto riferito dall’esercito danese il metano fuoriuscito dai gasdotti Nord Stream 1 e 2 sta gorgogliando in superficie interessando aree del mar Baltico che vanno dai 200 ai 1.000 metri di diametro.
Un portavoce della Commissione europea, Tim McPhie, ha precisato che due fuoriuscite di gas hanno interessato il Nord Stream 1 e una il Nord Stream 2, spiegando che “non c’è alcun impatto sulla sicurezza”.
Fughe di gas da Nord Stream: le reazioni
Per il governo di Kiev la fuoriuscita di gas dai condotti Nord Stream non sarebbe frutto di un incidente ma rappresenterebbero “un attacco terroristico pianificato dalla Russia e un atto di aggressione nei confronti dell’Ue. La Russia vuole destabilizzare la situazione economica in Europa e provocare il panico pre-inverno”, secondo quanto scritto su Twitter da Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Fonti del governo tedesco interpellate dal quotidiano Tagesspiegel avrebbero spiegato come sia molto difficile che la perdita di pressione dei gasdotti Nord Stream sia stato un incidente e che l’ipotesi più plausibile considerata dagli esperti è che si sia trattato di un’operazione di sabotaggio, tramite sommozzatori della marina o con un sommergibile.
“La nostra fantasia non riesce a trovare uno scenario diverso dall’ipotesi di un attacco mirato”, ha detto una fonte citata dal giornale tedesco, secondo il quale all’origine del sabotaggio potrebbe esserci o l’Ucraina o una missione russa sotto falsa bandiera con l’obiettivo di far salire ancora di più i prezzi del gas.
Accuse respinte al mittente dal Cremlino, che tramite le parole di Dmitri Peskov, la diminuzione della pressione sulle linee del gasdotto Nord Stream è “una situazione senza precedenti che richiede un’indagine urgente”.
Il portavoce di Vladimir Putin non esclude che “la distruzione delle linee del gasdotto Nord Stream possa essere il risultato di un sabotaggio” aggiungendo che “l’emergenza sulle linee del Nord Stream è un problema che riguarda la sicurezza energetica dell’intero continente” (qui avevamo ipotizzato la sorte di Putin dopo i referendum in Ucraina in caso di guerra civile).